Il Barolo dell’ottimismo di Fontanafredda presentato a Torino il 4 marzo | Per la quarta edizione del progetto Renaissance è Chiara Gamberale ad interpretarlo e Riccardo Guasco a rappresentarlo in etichetta
“La rinascita inizia dalla SPERANZA, un desiderio che parte da noi stessi e ci porta ad avere FIDUCIA, sentimento che genera CORAGGIO: quando si è coraggiosi, prevale l’OTTIMISMO. È proprio grazie all’atteggiamento positivo che con TENACIA e un po’ di FORTUNA impariamo ad essere RICONOSCENTI verso gli altri, ORGOGLIOSI di noi stessi e in ARMONIA con la terra. È arrivato il momento di GODERE della nostra rinascita.”
È questo, in estrema sintesi, il progetto Renaissance di Fontanafredda, che nel 2022, per il trentesimo anniversario del Barolo di Serralunga decide di arricchirne l’uscita abbinando ciascuna annata ad un sentimento, come da elenco in apertura. sentimento interpretato da uno scrittore o scrittrice italiani e rappresentato da illustratori sull’etichetta.
Un modo vero per allargare i confini della comunicazione intorno al vino. E allora, quando si arriva all’ottimismo, quarta tappa del progetto Renaissance con l’annata 2021, il contributo di Chiara Gamberale si fa determinante grazie a quel suo modo spontaneo di trasmettere l’attitudine alla positività. O forse no, perché l’ottimismo si apprende come da confronto tra lei e Oscar Farinetti al circolo dei lettori sulla relativa monografia “Libero tutti” in compagnia dell’illustratore Riccardo Guasco.
Non poteva non seguire la degustazione del vino in anteprima, messo a confronto con le annate precedenti: 18, 19 e 20 per una mini verticale elegantemente guidata da Gabriele Gorelli MW non prima delle preziose imbeccate di Andrea Farinetti – in prima linea per il Rinascimento verde di ampio respiro partito nel 2020 – il quale, insieme all’enologo Giorgio Lavagna, forniscono il quadro chiaro del contesto produttivo.
Si susseguono così le diverse annate accompagnate dai piatti dello chef Baronetto presso il noto e s storico ristorante Del Cambio.
La 21 torna ad esprimere la classicità di Serralunga con un approccio serrato al palato ma pur sempre controllato, risultato di un’ottima annata definita specialmente dall’andamento in fase di maturazione, molto più determinante rispetto alle gelate primaverili che avevano spaventato. Le note al naso raccontano una stratificazione di fiori di arancio e sanguinella prima, rosa e pepe poi ma non tradisce il territorio nell’austerità del sorso.
La 20 si presenta più sottile e succosa grazie al frutto rosso centrale nella progressione di assaggio, la spezia stessa è più accogliente, come la liquirizia.
La 19 più timida in questa fase di degustazione, si distende sulle note erbacee di cui offre ampia scelta tra i descrittori, prima del frutto, quindi tabacco e catrame per un sorso compatto ancora molto elegante.
La 18 è quella che a via il discorso dei terziari con frutto e fiore secchi in coerenza con l’evoluzione.
Centrale anche il discorso sui tappi che solo dalla ‘19 si apre al tappo SÜBR di Vinventions, di cui Gorelli è Brand Ambassador, primo micro-naturale al mondo per una conservazione ottimale con ingresso di ossigeno controllato di Vininvention, a favore di una chiusura.