I miei migliori morsi in ordine di apparizione: 029 Amatore batte pizzaiolo professionista tre a zero
di Marco Galetti
Riflessione domenicale e motivo di spunto, interroghiamoci.
Non andate in pizzeria di sabato sera, l’allegra compagnia è un conto, il delirio è un’altra cosa.
Non prenotate, accontentandovi, quando vi dicono che c’è il doppio turno.
Non tornate in quelle pizzerie dove il servizio è inesistente, dove sembrano insofferenti ancora prima di essersi fermati al vostro tavolo per prendere le ordinazioni.
Non mangiate, per fame&disperazione, pizze improponibili fredde, bruciate o non cotte.
Non andate in quei posti dove il cornicione è imperforabile e potrebbe con ogni probabilità risultare, eufemisticamente, poco digeribile.
Non dite non avevo fame quando (e se) vi chiedono perché l’avete avanzata dopo qualche morso e più di un sorso per mandarla giù.
Non accettate, l’inaccettabile, il cornicione leopardato è una cosa il cornicione quasi totalmente bruciato è un’altra.
Non si deve pagare una pizza tutta nera sotto, rimandatela al mittente, il pizzaiolo ripetente va bocciato, eventualmente, anzi sicuramente.
Non accettate di stringervi al tavolo, allargate i vostri orizzonti, lo spazio è vitale.
Non si può mangiare un pomodoro acido né un fiordilatte deludente e non filante.
Non tornate dove il coperto, ho scoperto, costa quasi come una marinara.
Non fanno una marinara come si deve, perché insistere…
Non è concepibile che vi portino la birra dopo trenta secondi e la pizza dopo sessanta minuti.
Non è giusto far sempre finta di niente e accettare a malincuore pseudo dischi volanti per preservare una parvenza di armonia al tavolo, molte pseudo pizzerie giocano su questo.
Non tenete in corpo e in gola educate ma ferme rimostranze, fatele, prima verbali e poi scritte.
Non pretendete l’impossibile ma il minimo è d’obbligo.
Non dimenticatevi di lasciare la mancia a chi la merita e tornate in quei posti dove lavorano con passione e si scusano se capitano inconvenienti inevitabili che diventano trascurabili quando i titolari, i camerieri e i pizzaioli che hanno lavorato per voi sono belle persone che, come tutti, possono sbagliare.
Non smettete di cercare forni del cuore e pizze che lo riscaldano il cuore… e se non li trovate andate a casa di Mimmo di sabato sera.
un bel promemoria su ciò che serve fare per rispettare i comandamenti della pizza
“Così però mi costringi ad aprire la partita iva”. 😁 Nessuno aveva mai scritto una recensione ufficiale sulle mie pizze, nemmeno un certo Enrico Malgi, frequentatore abitudinario della mia mensa al sabato sera.
Per questo sono ancora più onorato e lusingato. L’articolo che hai scritto mi ha divertito ed invogliato a fare ancora meglio nel ricercare nuove tecniche per dare all’ impasto per pizza amatoriale (casereccia), tutte quelle proprietà organolettiche che accontentino il palato e lo stomaco per la digeribilità.
Dato che, per esclusione di “vizi” di procedura, tutte le strade portano a casa di Mimmo, mi impegnerò maggiormente per ottenere un risultato ottimale quando sarai ospite da me per per assaggiare la pizza.
Con infinita gratitudine. 🙏🏻❤️
RIassaggerò molto volentieri quanto prima, il ricordo della Cilentana sta QUASI sbiadendo…
Grazie caro Marco, le tue parole riempiono il cuore e fanno sentire ancora di piú la vostra nostalgia ( anche di Milena). La pizza di Mimmo vi aspetta!
Concordo, grande Marco.
Da vero intenditore tanti consigli utili e assolutamente condivisibili!
Grazie Marco 😉