Zingarella Moscato di Baselice 2005 Beneventano igt


MASSERIA PARISI
Uva: moscato giallo
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: legno

Bella manifestazione, ieri a Morcone, con i vini dolci selezionati da Pasquale Carlo: il Sannio è forse la provincia che ci crede di più grazie alla varietà ampelografica e, soprattutto, grazie alla quantità di uva che davvero abbonda lungo la Valle Telesina che consente ai produttori più determinatati di avere molta materia prima. Impressionante la batteria con qualche new entry interessante, come il Sommarrello passito di Angelo Pizzi e il bianco dolce di Terra dei Briganti. Il confronto coordinato da Federica De Vizia fra Angelo, Nicola Venditti, Fortunato Sebastiano e Angelo Valentino, quattro enologi davvero bravi e rappresentativi di diverse realtà e diversi stili, ha dimostrato la streminata potenzialità di un segmento di mercato che ancora non viene riconosciuto fino in fondo dai produttori di una regione sostanzialmente impegnati su rosso e bianco. Abbiamo qui ritrovato così Zingarella nella versione 2005, ossia il bianco passito della zona di Baselice, nel cuore del Fortore freddo e ventoso ai confini con la Puglia, che rinnova le sue caratteristiche di bianco fine ed elegante, per certi versi sottile ma ben strutturato e lungo, di una piacevolezza creata dall’acidità ben ammagliata con i residui zuccherini e tutte le altre componenti di un vino che tende a presentarci albicocca matura, spezie dolci, cenno leggero di fico secco, zafferano, miele millefiori, uva sotto spirito, in un crescendo incredibile in cui il naso non si stanca mai di rivisitare i bicchiere mentre la bocca è appagata da una beva fresca, dal ritmo crescente, il vino è portato sino in fondo e saluta il palato con un finale quasi secco, asciutto, decisamente pulito. Ancora una bella esecuzione per un bianco tra i migliori del Sud, un bianco del freddo poco rappresentato nel Mezzogiorno ma assolutamente presente e decisivo per le migliori produzioni. Lo abbiamo provato sul panesillo longobardo di Ponte, ma andrebbe molto bene anche su tutta una serie di formaggi e soprattutto su tutti i dolci opulenti della pasticceria napoletana grazie alla sua espressione acida che secondo me è anche in grado di regalargli una lunga vita. Ho trovato una forte similitudine su un’altra zona specializzata nel vino dolce, parlo di Saracena, sebbene il procedimento e le stesse uve siano diverse, ma il freddo e l’altezza evidentemente hanno un ruolo decisivo anche in questo caso. Un buon vino per chiudere i pasti, ma anche per accogliere gli ospiti in un pomeriggio invernale, oppure come aperitivo su ostriche e taratufi appena arrivati al mercato di Pozzuoli.

Sede a Baselice
Tel. 0824.821009, fax 0824.821009
Email: [email protected]
Enologo: Roberto Pepe
Bottiglie prodotte: 10.000
Ettari: 3,5 di proprietà
Vitigni: moscato, nero di Troia