Wine Town 2012 a Firenze
di Leo Ciomei
Settembre e ottobre sono i mesi in cui l’autunno si avvicina (e pure i tartufi !) e anche se quest’anno dal caldo che fa sembra di essere al 66 di agosto gli indefessi appassionati di ritorno dalle ferie affollano le varie kermesse enogastronomiche sparse nella penisola, kermesse di cui spesso ci danno ampio resoconto i blog e i giornali.
Sarebbe piacevole poterle frequentare tutte, incontrare gli chef, gli amici e i colleghi di penna uèbbaroli, assaggiare piatti inediti e confrontare l’esperienze. Ma… C’è sempre un ma… In molti casi a volte le distanze non sono compatibili con la disponibilità dal lavoro, a volte c’è la famiglia e le esigenze della moglie e dei figli, spesso la stanchezza della settimana, qualche volta il fastidio per la folla (conosco un appassionato per il quale un evento con più di tre persone è già sagra di paese). Ecco perchè non sempre partecipiamo alle varie manifestazioni su e giù per l’Italia.
Questa premessa/pappardella serve a introdurre un breve resoconto su uno dei pochi eventi a cui ho partecipato: la rassegna Wine Town 2011, tenuta a Firenze l’ultimo week-end di settembre. L’evento è stato organizzato dalla regione Toscana, dal Comune di Firenze (sembra, e incrociamo le dita, che Matteo Renzi abbia a cuore l’enogastronomia), dall’AIS Toscana e dall’Associazione Dimore Storiche Italiane ed ha pure mille partner, patrocini e sponsor.
Era il secondo anno che veniva organizzato e mi dicono che il 2011 è stato ancora più ricco di eventi del precedente. Praticamente Wine Town presenta tante eccellenze del vino toscano (e non solo) sparse in molti cortili e chiostri dei palazzi fiorentini, aperti per l’occasione al pubblico. Il tutto accompagnato da musica dal vivo e happening teatrali. Una card ricaricabile da 15 euro consente l’acquisto di un bicchiere e 5 degustazioni a scelta. Tutte le altre iniziative e degustazioni sono ad ingresso libero ed hanno fatto sì che l’afflusso di sabato e domenica sia stato notevole: ho visto aficionados ma pure gente che passeggiava e che ha sfruttato l’occasione per bere qualcosa di diverso.
In verità abbiamo tralasciato la parte vino e speso l’intera giornata di domenica (salvo un breve intermezzo dedicato all’amato champagne) presso il mercato coperto di San Lorenzo, suggestivo spazio dove un pimpante Luigi Cremona ha presentato lo Show-cooking: dieci chef in rappresentanza di tutte le provincie toscane che hanno cucinato su una fiammante cucina Gullo davanti al pubblico molti loro piatti, accompagnati da vini locali.
Sabato erano presenti Valeria Piccini di Caino (GR), Luciano Zazzeri de La Pineta (LI), Genuino Del Duca del Del Duca (PI), Paolo Sacchetti della pasticceria Nuovo Mondo (PO) e Amedeo Poletti del Caveau del teatro (MS) e sicuramente sarà stato un gran divertimento. Ma la domenica sono arrivati i pezzi da novanta: Silvia Baracchi de Il Falconiere (AR), Gaetano Trovato di Arnolfo (SI), Igles Corelli di Atman (PT), Gioacchino Pontrelli di Lorenzo (LU) e Marco Stabile de L’ora d’aria (FI).
In aggiunta agli chef svariati piccoli artigiani hanno presentato i loro prodotti, ricordo fra gli altri un ottimo prosciutto crudo di cinta senese e le dotte spiegazioni del macellaro Fracassi.
Qualche piatto che abbiamo gustato e piaciuto parecchio:
petto di fagiano ripieno di funghi giallini e vinaccia di Ardito de Il Falconiere. Il maialino di cinta senese di Arnolfo. Riso Acquerello Rondolino invecchiato 7 anni, ragù di folaga e germano reale, zabaione ghiacciato di Parmigiano Reggiano di Rosola di Atman e di cui non esiste foto perchè ce lo siamo spazzolato velocemente…
Il brindisi finale è stato allietato dalle notevoli polpette di lampredotto di Luca Cai de Il Magazzino di Firenze, nota trattoria di San Frediano dedita allo spaccio di trippa e lampredotto, e dall’ottimo champagne Philippe Costa.
Mi sembra che la rassegna sia stata organizzata più che bene a costi molto accessibili.
Viene istintivo paragonarla, pur con i dovuti distinguo, al Taste Milano: ho sentito amici e colleghi lamentarsi per la location di San Siro (i gazebo sono certamente inferiori ai palazzi fiorentini), per l’inclemente meteo (ma questo non è colpa degli organizzatori), per le file e soprattutto per gli alti costi. Far pagare un ingresso 25 euro e poi pretendere ancora 5 euro per ogni piattino-assaggio e altro denaro per bere mi sembra un atteggiamento da “Milano da bere”, quella anni 80 con Craxi e Pillitteri al comando. Spero per gli amici milanesi che l’anno prossimo la nuova giunta conceda non solo il patrocinio organizzativo ma pure qualche soldarello in più per far crescere e diventare popolare una così importante manifestazione.
2 Commenti
I commenti sono chiusi.
Caro Leo, oltre che spazzolare qualche piatto in meno e fare qualche foto in più, mi spieghi per favore che cos’è la “wine-card” ? Per caso fosse la sorella della “social-card”? ;-))
P.S. Non credo che Renzi abbia a cuore l’enogastronomia…i gastofighetti alla D’Alema, lui li rottama ;-))
Mai letto un pezzo scritto da ciomei cosi’, stile velina del comitato centrale del PCUS . Ma, sara’ l’emozione per oggi:-))). Tenetevi collegati. a breve grandi novità’, anche riguardanti il ciomei medesimo