Da Wapo a Napoli, il gluten free gustoso e mediterraneo firmato da Giovanni Gentile
di Laura Guerra
La filosofia di Wapo sta tutta in un piatto, “le tagliatelle purple con melanzane”; sarebbe interessante farlo assaggiare alla cieca, bendando il commensale senza anticipargli dove si trova in modo che ambienti, atmosfere ed arredi non ne influenzino le aspettative.
Di certo lo stupore sarebbe notevole nello scoprire che questa portata di pasta fresca condita con polpa di melanzane, olive nere, capperi e crostini di pane è una creazione gluten free.
Un piatto dal sapore rotondo, piacevolmente moderno nella tecnica e al tempo stesso capace di rispettare i sapori napoletani e mediterranei, di proporre gusto e consistenze di pasta e pane ma senza glutine.
E’ senza dubbio il “signature dish” dello chef Giovanni Gentile che, accettando la scommessa di guidare un locale di cucina gluten free, ha subito reso chiara e inequivocabile la filosofia alla base del suo menu: piatti con e non piatti senza, pensati e cucinati per rispondere alle esigenze degli intolleranti al glutine ma giusti, saporiti e apprezzati da tutti.
Il locale che si trova a Piazza Fuga, ha aperto la scorsa estate ed è il risultato delle forze economiche ma anche professionali di 5 amici: Mario Rubino medico ed ideatore del progetto, Paola Gravina, Simone Cavallo, imprenditori, Ciro Cacciola dj ed organizzatore di eventi e Alessandro Castellano, l’architetto autore anche dell’originale design del locale.
L’arredamento in tredici legni diversi lavorati in forme e linee calde e pulite, rende l’ambiente avvolgente e morbidamente elegante.
Indovinata la formula take away lunch del WapoPranzo: alle 13.00 un piatto unico a base di zuppa, polpette, verdure a 13 euro in vendita nel vicino Bar Centrale 4.0.
Il menu di Giovanni Gentile, allievo all’alberghiero di Vico Equense del professore Andrea Cannavacciuolo, stimato formatore di generazioni di cuochi, e padre di chef Antonino, propone piatti sani, naturali e gourmet eseguiti con mano sicura capace di coniugare la tradizione asiatica, le materie prime napoletane e le cotture al vapore, alla brace e a bassa temperatura.
Un esempio riuscito è il “Napoli- Pechino, andata e ritorno”: ravioli trasparenti di riso, ‘mbuttunati di tradizione napoletana, (genovese, ragu e puttanesca) cotti al vapore e abbrustoliti con fiamma di cannello.
Anche tutto il cestino dei pani cotti a vapore a base di mix di farine alternative al grano è fatto in proprio.
Ampia, volutamente campana e con prezzi per tutte le tasche la carta dei vini curata dalla sommelier Luisa Rosolia.
L’effetto wow è garantito dalla proposta dei dolci dalla pastiera, alla caprese, al cannolo capaci di far ritrovare sapori autentici ed emozioni ormai lontani soprattutto a chi essendo diventato celiaco in età adulta ne aveva memoria ma vi aveva rinunciato.
Molto divertente la chiusura con il liquore masticabile: una zolletta di zucchero intinta in un rosolio agli agrumi tutta da sgranocchiare per ritrovare, ognuno il suo ricordo di infanzia.
wapo a Napoli