Manene Cerasuolo di Vittoria Classico 2010 Paolo Calì Vino Exoterico
di Antonella Amodio
Seduta a bordo di un aereo dall’aspetto malandato, lentamente mi accorsi che avevamo iniziato la discesa verso l’aeroporto “Fontanarossa” di Catania, ora schivando, ora attraversando, la turbolenza frutto delle dense nubi piovose. Il tempo, a Giugno, solitamente lascia intravedere il miglioramento tipico dell’estate; quella pioggerellina, invece, aveva reso i colori della natura più cupi e profondi, andando a creare una scena di grande impatto. Timorosa osservavo il panorama dall’oblò, stringendo tra le mani una vecchia guida stradale della Sicilia, mentre l’aereo finalmente toccava terra. Durante tutto il volo avevo osservato la cartina con attenzione e nervosismo, notando che il suo bordo, originariamente di colore bianco, aveva col tempo assunto quella tonalità ambrata tipica del tè. La carta era pregna di fragilità, esattamente come me in quel frangente di vita.
Ero diretta a Vittoria, l’unica città della Sicilia Orientale in cui negli anni addietro non mi era capitato di sostare, e vagavo con la mente pensando al tipo di influenza architettonica che avesse contaminato il luogo.
Giunta alla meta, la città mi riserva delle piacevoli e assolate giornate, e mi lascia scoprire che il nome che porta è un omaggio alla sua fondatrice, la Contessa Vittoria Colonna Enriquez. L’urbanistica evoca la forma di una scacchiera e le abitazioni sono costruite in pietra bianca, con le linee sobrie ed eleganti dello stile Liberty e Art Decò.
Vittoria, città del vino nero, disseminata di palmenti e cantine, costituisce e fa parte, insieme ai comuni di Cosimo e Ragusa, della Riserva naturale Pino d’Aleppo, sommamente contraddistinta per la rarità della flora e della fauna. Tra le piante presenti, una in particolare accende in me ricordi assopiti, sebbene impregnati di sentimenti: l’iperico. Questa meravigliosa pianta, dagli ammalianti fiori giallo oro, germoglia il giorno di San Giovanni Battista, in coincidenza del solstizio d’estate, quando la piena luce pervade la terra. Riaffiora, con tenerezza, il ricordo di nonno Domenico, che sostava per ore sotto il curato pergolato del giardino di casa, ombreggiato dall’erba di San Giovanni. Uomo buono ed altruista, nonno Domenico sovente raccontava storie di diritti di uguaglianza e di sentimenti di carità. Credo che quel luogo fosse il suo “Tempio”, ove mostrava il suo lato più tenero e sensibile. Ricordo che lo ascoltavo affascinata e ipnotizzata, forse per quelle qualità giaculatorie che possedeva, tanto intense da scaldare finanche i cuori anestetizzati.
Ho amato moltissimo i miei nonni e la sola vista dell’iperico, andava a toccare le corde della commozione, aveva scatenato in me un turbine di sentimenti ed emozioni. Sembrava il giorno dello svelamento, uno di quelli che segnano la vita come pietre miliari.
Sulla Strada del Vino, nel cuore della D.O.C.G. siciliana, scortata nel mio pellegrinaggio da papaveri e spighe di grano, mi diressi all’azienda agricola di Paolo Calì, farmacista nella vita profana ma vignaiolo da generazioni. I suoi bisnonni vendevano vino, qualificato tra i migliori dell’isola, ai mercanti della vicina Malta. Contrada Salmè, dove ha sede la cantina di Paolo, dista solo pochi chilometri dalla piazza principale di Vittoria. L’alto muro di cemento, costruito a causa delle continue profanazioni e violazioni, ne delimita i contorni e ne limita la visuale. Oltrepassarlo, tuttavia, significa vivere un sogno.
Le vigne del sanguigno ed elegante vitigno Frappato e quelle del poderoso Nero d’Avola (considerato il principe dei vitigni autoctoni siciliani) accerchiano la cantina in sodalizio con grandi cespugli di cappero e rose, fusti di fichi d’india e alberi di arancio amaro, rendendo l’immagine armonica ed insolita. Singolare, e al contempo straordinaria, anche la composizione della terra dei 15 ettari di vigneti, formata da sabbie rosse di dune marine. Nulla di più simile ad una spiaggia incantata. Disseminata di viti, tra un ceppo e l’altro, spuntano dalla sabbia conchiglie e sassi; la struggente baia di Scoglitti, con la casa del noto personaggio creato dalla penna di Camilleri – Montalbano -, dista solo dieci chilometri e la brezza marina portata dal vento si respira e si deposita sugli acini, regalando mineralità e sapidità ai vini.
Manene – Cerasuolo di Vittoria Classico annata 2010 – è ottenuto dal sodalizio del Nero d’Avola al 60% e dal frappato per il restante 40%. Il colore del vino, rosso ciliegia, è compatto ed invitante. Il profumo libera nuance floreali di rosa appassita, cardamomo, melograno e vignola. Al gusto rivela struttura, freschezza e un tannino presente e levigato. Lascia il palato carico di note piacevolmente fruttate. Ed ecco che il salmastro del mare emerge senza invadenza, riconducendo alla spiaggia incantata. Ha vita davanti, e stupisce per sobrietà ed eleganza.
L’azienda Calì produce anche un Nero d’Avola, un Frappato vinificato in rosa versione petillant ed uno fermo, per un totale di 50.000 bottiglie.
Manene è il vino del cuore, impregnato di emozioni; la prima volta che ne ho assaporato l’essenza ero in una fase dell’esistenza in cui avvertivo in me un forte cambiamento, una trasmutazione nei pensieri, nella percezione e nei valori: intraprendevo l’insidiosa strada della conoscenza interiore, andando verso la Gerusalemme desiderata.
Per le valutazioni, si sa, bisogna essere obiettivi, ma non credo ciò sia pienamente possibile quando qualcuno o qualcosa lascia un ricordo così importante, come in questo caso. Chiedo, pertanto, ai lettori che hanno avuto l’occasione di berlo, una loro imparziale opinione.
Il Cerasuolo di Vittoria diventa compagno ideale, leggermente freddo, per pietanze di tonno, gamberi rossi e sarde fritte. Inoltre, si abbina perfettamente a del buon caciocavallo. Paolo Calì me lo ha servito, direttamente in cantina, con gustosi arancini e dolcissimi fichi d’india.
Grande è la fortuna di colui che possiede una buona bottiglia, un buon libro, un buon amico.
– Molière –
Azienda Agricola Paolo Calì
Via del Frappato C.da Salmè
97019 Vittoria ( RG)
tel. 0932 510082
5 Commenti
I commenti sono chiusi.
Vado a memoria e quindi soggetto ad errore,ma il viticoltore di cui sopra non dovrebbe essere lo zio della più telegenica Marianna?FM.
Ho bevuto Manene al Vinitaly dello scorso anno e confermo le sensazioni da lei descritte . Sono enotecaria e vado alla ricerca di prodotti che trasmettono qualcosa .
giulia
Non ho assaggiato questo vino e pertanto non posso valutare l’obiettività della scrittrice. Visto però che la sua descrizione sembra promettere bene, lo cercherò col rammarico di non poterlo gustare, come lei, nel luogo di produzione che, così descritto sembra incantato! Brava e grazie!!!
Ci piace, ci piace molto questa serie di articoli sul vino exoterico. Ci piace che i produttori vengano descritti nella loro intimità, piuttosto che in qualità di vignaioli, come fossero vecchi amici che si vanno a trovare dopo tanto tempo. Ci piace che l’autore ricolleghi ogni viaggio, ogni visita ad un ricordo personale, vissuto in prima persona, ricordo non solo emotivo ma anche visivo ed olfattivo. Ci piace l’attenzione con cui viene descritto l’ambiente e la collocazione geografica, con i suoi sentori e colori. Insomma, di questi articoli, ci piace tutto!! E allora ancora e ancora, ne vogliamo ancora e presto!
Silvia
Tra i Cerasuoli di Vittoria, il Manene lascia senz’altro il segno. Se mi dovesse ricapitare di “assaporarne l’essenza”, per richiamare le parole dell’autrice, sono certo che riaffiorerà in me il ricordo della bellissima descrizione offertaci. Complimenti per la rubrica, tocca davvero le corde giuste.