Coda di Volpe 2014 Irpinia doc Perillo
Coda di Volpe Perillo.
La ritroviamo nella carta dei Bros a Lecce e la scegliamo per un bisogno di bianco essenziale, dissetante, assolutamente secco e senza residui. Sono passati appena tre mei dal nostro primo assaggio ufficiale e già la troviamo più equilibrata e convicente. Non tanto al naso, ancora sostanzialmente fresco e inchiodato su note agrumate e di frutta a pasta bianca, ben lontano dalla complessa evoluzione che lo ports nel mondo delle sensazioni degli idrocarburi. Quanto il palato, nota amara, grande e spiccata acidità, allungo finale e chiusura lunga e precisa ci restituisce esattamente quello che volevamo da questa bottiglia. Che resta sicuramente uno dei migliori bianchi italiani.
Scheda del 6 novembre 2018. Negli anni ‘60 si parlava molto di bambini prodigio. Alcuni in effetti lo erano davvero, ma la maggior parte erano piccoli scolaretti su cui i genitori avevano riposto esasperate speranze mandandoli prima a scuola e facendogli fare corsi e ripetizioni. La maggior parte di loro ha poi finito per bucarsi dal 1977 in poi. Il vino è come l’uomo, non va forzato.
E Michele Perillo agisce da saggio, tempo al tempo con vini che escono sempre quando devono, non quando sono richiesto. Ecco la Coda di Volpe 2014 proposta nella bella carta di Tomas Torsiello nel ristorante Arbustico con la buona e precisa cucina del fratello Christian. In perfetta forma, fresca, frutatta. Ma siamo sicuri che il meglio per questo bianco deve ancora venire e sarà quando faranno capolino i toni fume e le note di idrocarburi che sempre accompgnano i banchi irpini dopo i dieci anni. Aspettare per crede. I veri vini prodigio sono quelli che ritardano, non quelli che anticipano.
Sede in Castelfranci, contrada Valle 19. Tel e fax 0827.72252. Ettari: 5 di proprietà.Bottiglie prodotte: 17.000. Enologo: CarmineValentino. Uva: coda di volpe ed aglianico
Un commento
I commenti sono chiusi.
Parafrasando il Vangelo di domenica sulle Beatitudini e rischiando la blasfemia per fortuna molto meno pericolosa di quella islamica potremmo dire “Beati coloro che bevono”……. questa coda di volpe tanto difficile da reperire da farmi pensare che neanche la volpe del Cilento sia riuscito mai a stappare.PS Secondo me i ristoratori sapendo dell’arrivo del Gran Capo si attrezzano preventivamente perché non è possibile che il “Nostro” trovi sempre il vino di suo gusto al posto giusto.Buona settimana da FM.