Vino Bianco Chardò – Viticoltori Polito, lo Chardonnay del Cilento
di Enrico Malgi
Raramente nel Cilento si producono nuove etichette di vino. Le novità qui pare che siano state bandite. Forse si ha paura di osare, oppure si teme di non incontrare il favore dei consumatori e quindi si va sul sicuro confezionando bottiglie di Aglianico e di Fiano in massima parte, cioè i due vitigni più coltivati.
L’Azienza Vitivinicola Carlo Polito di Agropoli quest’anno ha voluto rompere con i soliti schemi ed ha lanciato coraggiosamente sul mercato un nuovo prodotto che ho avuto il privilegio di assaggiare in anteprima: Vino Bianco Chardò che, come il nome lascia presagire, è una bottiglia confezionata con l’inedita varietà (per la provincia di Salerno) dello chardonnay, lavorato per due mesi in tonneaux e poi elevato in vetro. Alta la gradazione alcolica di quindici e mezzo. Prezzo finale intorno ai 18,00 euro. Appena seicento le bottiglie prodotte.
Colore giallo paglierino. Al naso i consueti profumi fruttati di mela verde, di pera, di pesca, di albicocca, di mandorla, di banana e di pompelmo. Pregevoli e canonici poi gli svolazzi floreali di ginestra e di acacia. Percezioni retronasali lievemente e piacevolmente speziate, boisé e burrose. In bocca sorso subito estremamente caldo, ma anche fresco e morbido. Retroaroma appagante e persistente. Buona serbevolezza. Ottimo vino, una vera scoperta davvero. Da spendere su piatti di pesce senza pomodoro, frutti di mare, risotti e latticini.
Sede ad Agropoli (Sa) – Via Malagenia, 19 – Località Mattine
Tel e Fax 0974 1987052
[email protected] – www.politoviticoltori.com
Enologo: Carlo Polito
Ettari vitati: 10 – Bottiglie prodotte: 50.000
Vitigni: aglianico, sangiovese, fiano, trebbiano, malvasia bianca, falanghina e chardonnay.
2 Commenti
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Vitigno internazionale che anche nel Cilento alligna:davvero mi hai sorpreso,ma subito mi sono ripreso ed ho compreso che se il legno è discreto e il prodotto concreto non credo di essere indiscreto a chiedere dove trovarlo visto il numero limitato di pezzi messi sul mercato.Caro Enrico mi hai intrigato e sai che non avrò pace finché non l’avrò assaggiato.Una notizia però hai dimenticato perché dell’annata non hai parlato ma non per questo non vai ringraziato anzi ancor di più sarai lodato perché il nostro territorio hai camminato e costantemente monitorato.Ad maiora da FM.
Lo Chardò, di cui essendo un vino non denominato può omettere l’annata che comunque si riferisce al 2017, rappresenta un tentativo per cercare di diversificare la proposta vitivinicola cilentana. Ma bisogna stare molto attenti a non esagerare con l’uso di questi vini da vitigni internazionali che non appartengono alla storia ed alla cultura del Cilento e della Campania tutta, vista la grande disponibilità ampelografica territoriale. Vedremo di farti assaggiare una bottiglia caro Francesco, va bene?