Vini Paternoster


Vini Paternoster

Vini Paternoster

di Enrico Malgi

L’iconico, famoso e quasi centenario marchio vulturino Paternoster è stato acquisito nel 2016 dall’azienda veronese Tommasi, ma il vulcanico e generoso Vito, erede di una storica famiglia di viticoltori di Barile,  è sempre sulla breccia. A dargli manforte ci pensa poi il nipote enologo Fabio Mecca.

La produzione aziendale è segnata naturalmente dal vitigno principe locale: l’Aglianico del Vulture (ben nove etichette) e poco altro, di cui ho assaggiato quattro bottiglie, più una di Falanghina.

Vulcanico Falanghina Basilicata Igt 2019. Falanghina al 100% lavorata per cinque mesi in serbatoi di acciaio. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 11,00 euro.

Tipico il giovane colore giallo paglierino striato di verde. Spettro aromatico di mandarino, melone, pesca, albicocca, mela, pera, banana, fiori di limone e biancospino. Rimandi vegetali e minerali. Sorso ben calibrato, fresco, sospiroso, morbido, succoso e piacevolmente fruttato. Palato suadente, sapido, aggraziato e lineare. La chiusura è tonica e reattiva. Da consumare su un risotto ai frutti di mare e mozzarella pestana.

Giuv Aglianico del Vulture Doc 2017 Vino Biologico. Aglianico in purezza. Fermentazione e macerazione per circa quindici giorni in legno di rovere da 50 hl. Poi malolattica in barriques, dove il vino si affina per un anno. Tenore alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 11,90 euro.

Veste cromatica distinta da un colore rosso rubino vivo. Naso allertato da impulsive e scalpitanti essenze di tanta buona frutta fresca, soprattutto ciliegia e prugna, insieme al sottobosco. Spunti odorosi di fiori rossi, spezie orientali, cioccolato fondente, foglia di tabacco, liquirizia e mentolo. Sfumature sulfuree e tostate. Bocca ampia, che accoglie un sorso voluminoso, materico e strutturato, ma anche morbido, gentile, asciutto ed acido. Tannini presenti, ma molto collaborativi. Allungo finale accattivante e sostanzioso. Su un piatto di pasta al ragù e formaggi semistagionati.

Synthesi Aglianico del Vulture Doc 2016. Sempre e solo Aglianico. Maturazione in botti grandi di Slavonia all’80% ed il restante 20% in barriques di rovere francese. Elevazione in vetro per otto mesi. Alcolicità di tredici gradi. Prezzo finale di 11,00 euro. Ma che prezzi sono questi?

Colore rosso rubino sfolgorante di gioia pura.  Note fruttate e floreali di rimarchevole sostanza: marasca, mallo di noce, more, ribes, mirtilli, violetta e rosa. In prosieguo di aneto, menta, ginepro, grafite, pepe nero, chiodi di garofano, caffè e mandorla tostata. Sulla lingua plana un sorso fresco, scorrevole, arrotondato, morbido e saporito. Sviluppo gustativo armonioso, succoso e dinamico. Tannini bene integrati, così come il legno. Ancora tanta strada davanti. Chiusura persistente e godibile. Carne rossa a go go.

Controetichette vini Paternoster

Controetichette vini Paternoster

Rotondo Aglianico del Vulture Doc 2017. Soltanto Aglianico e non poteva essere altrimenti. Macerazione sulle bucce per dieci giorni in acciaio. Maturazione in barriques per quattordici mesi e poi elevazione in boccia per un anno. Tasso alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale di 23,50 euro.

Colore rosso rubino vivo e splendente. Al naso sentori di frutta fresca: amarena e prugna innanzi tutto, insieme a tutta la gamma del sottobosco. Tocchi speziati e terziari percepiti ad oltranza. In bocca incisiva freschezza, complessità, vivacità gustativa, eleganza, appeal e finezza. Ottima la carica glicerica. Trama tannica aristocratica. Beva sgrassante, rinfrescante ed oltremodo piacevole. Serbevolezza a lunga gittata. Retroaroma impagabile. Da preferire sui saporiti piatti della terragna cucina lucana.

Don Anselmo Aglianico del Vulture Doc 2015. Vino dedicato al fondatore aziendale e per cinque volte premiato con i Tre Bicchieri da parte del Gambero Rosso, compreso questo millesimo.  Sempre e soltanto Aglianico ovviamente macerato sulle bucce per quindici giorni in acciaio. Lunga maturazione in botti grandi di rovere di Slavonia per il 50% ed in barriques francesi per l’altra metà. Affinamento in bottiglia per un anno. Tenore alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale di 35,00 euro.

Colore rosso rubino carico e luminoso. Note fruttate e floreali vestite di rosso, note speziate, terziarie e tostate. Incipit gustativo etereo, potente, austero e corposo. Il sorso si dimostra poi sapido, avvolgente, appassionato e permeato di una trama tannica ottimamente intessuta. Palato ben delineato su posizioni equilibrate, armoniche e rotonde. Longevità ancora tutta da scoprire. Il finale è sontuoso e lunghissimo. Da spendere su cacciagione e/o su un Canestrato di Moliterno.

Grandi vini quelli di Paternoster-Tommasi che fanno onore non solo alla Basilicata, ma a tutta l’Italia e frutto principalmente di un biotipo di Aglianico prettamente locale allevato in perfette condizioni pedoclimatiche. Come accade anche nell’Irpinia e nel Sannio, l’Aglianico predilige terreni di natura vulcanica di alta e media collina (nel Vulture la viticoltura è praticata anche oltre i seicento metri di altezza con regolari escursioni termiche tra il giorno e la notte) e teme particolarmente il grande caldo. In questo modo il vino Aglianico esprime particolari e varietali caratteristiche organolettiche, ma con precise variazioni secondo il territorio di provenienza.

Sede a Barile (Pz) – Contrada Valle del Titolo
Tel. 0972 770224 – Fax 0972 770658
[email protected]www.paternostervini.com
Enologo: Fabio Mecca
Ettari vitati di proprietà: 10, più 10 in affitto
Bottiglie prodotte: 150.000
Vitigni: Aglianico, Falanghina, Fiano e Moscato.

2 Commenti

  1. Ottimo anche il Barigliott variante leggermente mossa di Aglianico del Vulture.
    Da visitare le cantine quella nuova moderna ma integrata nella natura e quella vecchia scavata nella roccia vulcanica del centro di Barile.
    Carpe Diem

    1. Si i vini di Vito sono straordinari. Nell’areale del Vulture i produttori sono tutti bravissimi. Li seguo da molto tempo ormai.

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