Scommettere sull’Orvieto doc
di Marina Betto
Zona di grande interesse vitivinicolo l’orvietano è oggi poco conosciuto e i suoi vini poco diffusi. Un manipolo di produttori con idee comuni, amici mossi dall’intento di promuovere questo territorio umbro hanno presentato l’annata 2018 e alcune vecchie annate dell’Orvieto DOC si tratta della Cantina Neri, Tenuta di Salviano, Madonna del Latte, Palazzone e Sergio Mottura. L’ Orvieto è un vino costituito da un blend di uve quali il Grechetto, il Procanico, la Malvasia e il Verdello e qualche altra uva bianca tradizionale, nessun vitigno internazionale neanche in piccola parte è ammesso per questi produttori, per preservare un vino storicamente riconosciuto per non snaturarlo con mille formule con Viognier o Sauvignon pur cercando di reiventarlo. Scommettere sull’Orvieto è possibile; in Umbria c’è il potenziale per fare grandi vini cominciando dal clima collinare che sente l’influsso del mare e il fresco che proviene dal cuore verdeggiante della regione. Il terreno di origine vulcanica è in grado di donare tutta la sua mineralità all’uva e il vino che ne deriva ha un corredo di sapidità inconfondibile che lo incasella tra i vini che provengono dal mare, pur non essendolo, che si abbinano molto bene alla cucina di pesce o in generale alla carne bianca, al coniglio, al pollo arrosto e al maiale.
L’Orvieto è un serpente che sta cambiando pelle per rinascere ma non deve perdere quelle caratteristiche inconfondibili che lo distinguono come per esempio quel tocco di botrytis che si traduce in sentori di pietra focaia e idrocarburi che ne fanno un vino capace anche di rivaleggiare con grandi etichette internazionali. Oggi questi cinque produttori si esprimono tutti in modo diverso mettendoci il proprio pensiero produttivo formulando vini piacevoli come li vuole il mercato ma con caratteristiche antiche per un vino che è molto longevo e ricco di sfumature che si arricchiscono con l’invecchiamento.
Tenuta di Salviano si trova sulle rive del lago di Corbara il suo Orvieto Classico Superiore 2018 è floreale e fruttato con riconoscimenti di acacia e albicocca e accenti di salvia. In bocca è fresco con una vena sapida e ammandorlata sul finale. Salviano Orvieto Classico Superiore 2015 ha profumo di idrocarburi e gomma pane gusto morbido, delicato, elegante. Tenuta di Salviano Vendemmia Tardiva 2016 è una stilla di miele e fiori, frutta caramellata e grande freschezza.
Madonna del Latte è una piccola azienda di 5 ha. che si trova tra Orvieto e il lago di Bolsena; l’ Orvieto Classico Superiore 2018 è molto delicato, più speziato che floreale con limone e salvia in evidenza e fiori di elicriso. Fermentazione fredda per non avere nessuna ossidazione mettono in evidenza caratteristiche di mineralità sottile così come vuole Leon il giovane produttore austriaco che in Unbria ha deciso di vivere e lavorare. Madonna del Latte 2014 sprigiona note di cera e miele rimane sempre molto fresco con un jus frizzante di limone.
Sergio Mottura da anni portavoce di una viticoltura tradizionale in cui i vitigni autoctoni sono gli assoluti protagonisti. Il Tragugnano 2018 dal giallo carico porta al naso sentori caldi e mielati con un filo di fumè e frutta secca di indiscussa eleganza. Il sapore è corposo, morbido, pieno. Sergio Mottura Tragugnano DOC 2010 offre note delicate di frutta secca, miele e fiori che si susseguono via via diventando ricche e grasse. Equilibrato all’assaggio lascia la bocca fresca con una distinta nota fumé.
Cantina Neri è un’azienda familiare con 50 ha. vitati vicino Orvieto. Ca Viti Orvieto Classico Superiore 2018 di cui si producono 25000 bottiglie propone sentori floreali e di erbe aromatiche e cera. In bocca è morbido e setoso con una buona spalla acida. Ca Viti Orvieto Classico Superiore 2008 ha ricevuto dal tempo complessità guadagnandoci con l’invecchiamento; le note di gomma pane e idrocarburi sono evidenti il sorso è sapido, lungo, minerale. Cantina Neri Poggio Forno 2015 è il vino dolce dell’azienda con sentori di mela cotta e miele ma buona freschezza che lo sostiene.
Palazzone si trova sempre vicinissima ad Orvieto il suo Terre Vineate 2018 nasce come uvaggio e non come blend di vino come fanno molte altre aziende. La prima annata di questo Orvieto è del 1987 e oggi se ne producono 50000 bottiglie l’anno. Suoi sono profumi di frutta più matura che fresca e leggera, il sorso pone l’accento sull’ astringenza tannica. Un vino complesso che ricorda un vermuth.
Palazzone Terre Vineate 2007 è caratterizzato da una nota fresca e complessa, una tannicità lievemente accennata e un finale amaricante. Palazzone Orvieto Classico Superiore Muffa Nobile 2016 è un vino da dessert che sfodera sentore di idrocarburi e pera, caramella e miele da accompagnare ad una crostata di ricotta e visciole.