Vini Nudi e Crudi: Pinot Nero 2014 – Castello Di Fosini


Pinot Nero Castello di Fosini

Pinot Nero Castello di Fosini

di Fabio Panci
Il vino protagonista del consueto appuntamento mensile con la rubrica “vini nudi e crudi” doveva essere il sauvignon blanc dell’azienda Castello di Fosini. Avevo già messo il mio apparato degustativo in “modalità white” (lo ammetto, almeno ultimamente, molto più utilizzata della “modalità red” nonostante le temperature del periodo dovrebbero vedere pesare la bilancia per la seconda) quando comincia a scendere nel bicchiere un bel liquido color rosso, vivo, acceso, dotato di grande lucentezza. Poi al naso inizia la festa. Frutti di bosco freschissimi (fragolina, mirtillo e mora) in prima battuta, continuando poi con l’effetto “apertura porta di un’erboristeria” dove vieni coinvolto da profumi tutti familiari non subito identificabili nella singolarità ma nell’insieme di una piacevolezza unica.

In bocca “tutto molto bello” con una beva succosa, coinvolgente, vibrante, un po’ ruffiana e piaciona ma senza portare mai alla stanchezza delle papille degustative. Anzi versato il primo bicchiere, torna subito la voglia di ritrovare il lato fruttato, una vena balsamica sorprendente, un piccolo sentore di legno (anch’esso integrato e mai fastidioso) ed un guizzo di freschezza sui titoli di coda che non guasta mai.

Mi rendo conto solo adesso di non avervi detto (titolo del pezzo a parte) che si trattava in realtà (per un errore di imbottigliamento) di un pinot nero, sempre dell’azienda Castello di Fosini, ergo proveniente dalla stupenda riserva naturale delle Cornate di Gerfalco e Fosini in Provincia di Siena ad un’altitudine di 650 metri s.l.m.

Ormai come molti sapranno è scoppiato un grande amore tra il Pinot nero ed il territorio toscano (Podere Santa Felicita e Podere della Civettaja in cima alle mie preferenze), tanto da parlare di una nuova culla un po’ come fu all’inizio per il Syrah a Cortona (Fabrizio Dionisio e Stefano Amerighi sempre presenti nella mia personale cantina). Insomma il consiglio è di tenere monitorata la cosiddetta “altra faccia” della Toscana, quei territori (penso a Casentino e Mugello ad esempio) dove il “Re Sangiovese” ha voluto lasciare qualche spazio anche ad altri vitigni che potrebbero riservare belle soprese in futuro. Stay tuned!!