Vini Librandi – Nuove annate
di Enrico Malgi
Nel vasto panorama vitivinicolo nazionale esistono alcune famose e storiche aziende che si identificano col loro territorio di appartenenza, di cui basta soltanto pronunciarne il nome per rievocare la loro marcata presenza. Se dico Librandi, per esempio, subito viene alla mente la viticoltura di qualità di tutta la Calabria, di cui questa famiglia ha segnato fin dagli anni ’50 (in modo ufficiale perché le origini risalgono a tempi ancora più remoti) le sorti di tutta la produzione indigena.
Dopo la scomparsa di Antonio, è il fratello Nicodemo, insieme con i figli Paolo e Raffaele ed i nipoti Teresa e Francesco, a portare avanti con successo l’azienda cirotana. Ampia e variegata l’eccellente produzione, curata dall’enologo Donato Lanati, di cui in questi giorni ho assaggiato cinque etichette di nuove annate.
Segno Librandi Cirò Bianco Doc 2019. Greco bianco in purezza, lavorato in acciaio e vetro per alcuni mesi. Gradazione alcolica di dodici e mezzo. Prezzo in enoteca di appena 8,00 euro.
Nuova veste grafica e nuovo nome per questo sempre affidabile vino territoriale segnato da un vivace colore giallo paglierino non troppo carico. Bouquet ottimamente impostato su caratteristiche note profumate di tanta buona frutta fresca: pesca, pera, mela, albicocca, melone e bergamotto. Gradevoli i tocchi floreali di mediterranea purezza, le nuances segnate da sapide movenze marine e le divertenti chiose di sensitiva speziatura e balsamicità,. In bocca arriva un sorso fresco e gentile, aggraziato ed elegante, leggiadro e soave. Bocca delicatamente appagante, seducente, vellutata, carezzevole e morbida. Finale lungo e pervicace. Da spendere sulla classica cucina marinara calabrese.
Segno Librandi Cirò Rosato Doc 2019. Soltanto Gaglioppo. Lavorazione in acciaio, salasso e breve macerazione. Affinamento in bottiglia per alcuni mesi. Tenore alcolico di tredici gradi. Presso finale di 8,00 euro.
Il colore che traspare nel bicchiere è caratterizzato da un rosato cerasuolo lucente. Spettro aromatico decisamente perforante per le intense profusioni di sottobosco, melagrana, agrumi, violetta e geranio. Tocchi vegetali e brezze mediterranee. Approccio sulla lingua croccante, armonico, equilibrato, fresco, fruttato, scorrevole e fragrante. Sorso succoso, polposo, intrigante e fine. Coté profondo, sapido e seducente, che poi sfodera un ritmo dinamico che appaga totalmente la beva. Fraseggio finale persistentemente edonistico. Da provare su un risotto ai frutti di mare, tagliere di salumi e carne bianca.
Segno Librandi Cirò Rosso Classico Doc 2018. Gaglioppo al 100% lavorato in acciaio ed affinato in boccia. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo in enoteca di 8,00 euro.
Splendente il colore rosso rubino scarico. Al naso l’ottimo bouquet propone un ricco ventaglio olfattivo intenso e persistente. Propedeutici i gradevoli profumi che emergono dall’espansivo crogiolo: frutta del sottobosco e della pianta; sentori speziati di buona sostanza; ampie e gentili rimembranze floreali e vegetali. In bocca entra un sorso caratterialmente morbido, strutturato, elegante, sapido e gradevolmente fresco ed affastellato poi da un’avvincente naturalezza espressiva. Chiusura avvolgente ed appagante. Su piatti di pasta al pomodoro, carni arrosto e formaggi semistagionati.
Duca Sanfelice Cirò Rosso Classico Superiore Riserva Doc 2016. Soltanto Gaglioppo. Maturazione del vino per due anni in acciaio e poi elevazione in vetro per alcuni mesi. Tasso alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale di 14,00 euro.
Beh, quando si parla del Cirò rosso non si può certamente prescindere da questa famosa e pluripremiata etichetta aziendale, che ha attraversato la storia, ha fatto la fortuna del Gaglioppo veicolandone il successo e segnato tutto il territorio cirotano e della Calabria tutta.
Tipico il colore rosso rubino non troppo carico nel bicchiere. Impatto aromatico caratterizzato da calibrate nuances, che rievocano la frutta fresca piccola e media come il ribes, il mirtillo, la mora, l’amarena, e la susina. All’appello, poi, non mancano evolutive percezioni floreali e vegetali di ottima caratura olfattiva. La ricettiva bocca accoglie un sorso delicato, pulito, lineare, morbido, fine, armonico, tagliente e/o tonico e polposo. Coronamento palatale interessato da un frutto intenso, corroborante e superbamente cesellato. Tensione tannica gentile. Gusto pieno, vitale e rotondo. Allungo finale persistente e godibile al massimo. Abbinamento sulla classica e terragna cucina calabrese.
Magno Megonio Rosso Val di Neto Igt 2016. Soltanto Magliocco, un vitigno che si coltiva soprattutto nelle province di Cosenza e di Catanzaro ed in misura minore anche in Sicilia e nelle Marche. Non appartiene, quindi, alla tradizione vitivinicola cirotana che, come abbiano visto, ha nel Gaglioppo il suo alfiere.
Fermentazione in acciaio, affinamento per un anno in barriques e poi elevazione in bottiglia per sei mesi. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo. Prezzo in enoteca di 16,00 euro.
Colore rosso rubino certamente più carico rispetto al fratello Gaglioppo. Naso di tanta e tanta buona frutta fresca. In seguito riverbero speziato di chiodi di garofano, noce moscata e zenzero. In bocca entra un sorso succoso e solido, morbido ed elegante e contrassegnato da un’elevata freschezza. Godibili le riproposizioni fruttate ed i ricami sapidi e minerali. Suadenze terrose. Registro gustativo teso ed espressivo. Nitido e perfetto l’equilibrio palatale. Da valutare il tempo di serbevolezza. Retroaroma caldo sì, ma anche gradevolmente amaro e pulito. Su un bel piatto di pasta al sugo e ‘nduja calabrese, ma sercondo me va bene anche su una zuppa di pesce.
Sede a Cirò Marina (Kr) – Contrada San Gennaro
Tel. 0962 31518 – Fax 0962 370542
[email protected] – www.librandi.it
Enologo: Donato Lanati
Ettari vitati: 232 – Bottiglie prodotte: 2.200.000
Vitigni: Gaglioppo, Magliocco, Cabernet Sauvignon e Franc, Greco, Mantonico, Chardonnay e Sauvignon Blanc.