Vini di Sicilia – il nero d’Avola


di Marina Betto

La Sicilia del vino è ricca e variegata tra vitigni a bacca nera e bianca coltivati su tutta l’isola, tra questi il Nero d’Avola costituisce un vero jolly che trova il suo collocamento in quattro macro aree di produzione: la zona nord orientale con la provincia di Messina, la Sicilia sud orientale nel ragusano dove il vitigno ha avuto origine, quella centrale nell’ennese caratterizzata da zone di montagna e nella parte occidentale tra Trapani, Menfi, Agrigento fino al palermitano.

Abbazia Santa Maria del Bosco Contessa Entellina (PA)

Abbazia Santa Maria del Bosco Contessa Entellina (PA)

Dopo l’exploit avuto negli anni “90, quando il Nero d’Avola era il vino da aperitivo per eccellenza, fresco e non troppo impegnativo ma gradevole nel suo sapore di frutti rossi e neri e spolverata di spezie, l’interesse del consumatore è un po’ scemato ma nello stesso tempo a distanza di trent’anni la qualità è certamente migliorata e molte aziende che lo producono sono un fiore all’occhiello della viticoltura siciliana per il loro approccio green e sostenibile. La ripresa di un rapporto diretto con la natura, a cui le nuove generazioni non sono abituate, darà all’uomo la possibilità di difendere e salvaguardare l’ambiente e se stesso. L’elemento naturalistico determina un certo tipo di vita, basti pensare ad una baita altoatesina o a un baglio siciliano che nascono per rispondere al bisogno di abitazione, lavorazione delle risorse agricole creando identità. L’attività vitivinicola è infatti volano per esprimere funzioni, ecosistemi e sistema umano. Questa la vera sostenibilità che non può avvenire solo in emergenza quando gli effetti del cambiamento climatico saranno irreversibili ma un pensiero che diventa progetto di salvaguardia, un lavoro che porterà alla transizione per imboccare un nuovo percorso ed è quello che la fondazione SOStain Sicilia applica aiutando e indirizzando i produttori vinicoli ad un’agricoltura consapevole, sostenibile in Sicilia e per la Sicilia. Moltissimi produttori hanno abbandonato la viticoltura convenzionale per abbracciare quella biologica e biodinamica o forse non hanno mai percorso una strada diversa da quella tracciata dai propri padri mantenendo viva tradizione e identità.

Alla scoperta del Nero d’Avola ci si imbatte in questo tipo di agricoltura e in aziende che si stanno impegnando per una viticoltura sostenibile. La storia di questo vitigno siciliano è complessa, nel passato la sua immagine è stata un po’ costruita creando un vino fresco ma la sua semplicità è stata manipolata e trasformata a sua discapito. Ricostruire la vera identità di questo vitigno significa essere coerenti e rispettosi del terroir è questa la via percorsa da Cantine Settesoli che nasce nel 1958 da un gruppo di viticoltori menfitani. La forte identità che qui viene impressa sul prodotto, sia in modo convenzionale che biologico ha costituito un modello di gestione etica della cantina che è una vera e propria comunità, un vero punto di riferimento economico e sociale sulla provincia di Agrigento, Menfi, Montevago e Santa Margherita di Belice, lungo la strada del Vino delle Terre Sicane, oggi una delle più importanti cooperative vinicole europee con export in oltre 40 paesi nel mondo. Non solo vitigni autoctoni vengono vinificati ma anche internazionali ormai classici per la Sicilia come Merlot, Syrah, Chardonnay.

Mandrarossa barricaia

Mandrarossa barricaia

Degustazione di Nero d’Avola, il principale vitigno rosso siciliano

 

Tra i tre marchi globali quello di Mandrarossa offre in degustazione tre versioni di Nero d’Avola che appartengono a tre diverse famiglie. Il primo è il Nero D’Avola Rosso Sicilia Doc Biologico 2022 è un varietale che fa solo acciaio, fresco e con quell’impronta verde tipica, certamente viene fuori subito la ciliegia, le amarene e una piacevole speziatura un vino in assoluto semplice che risponde perfettamente al profilo del Nero d’Avola in questo preciso territorio con quella precipua sapidità dovuta alle brezze marine che spirano sui vigneti (8 euro). Il secondo vino fa parte della linea Le Storie Ritrovate si chiama “Terre del Sommacco” Rosso Sicilia Doc 2019. Le uve provengono da terreni 100% calcarei, due ettari di uno particolare vigneto da cui si ricavano 10mila bottiglie. Vinificato in cemento affina 8 mesi nel tulipe di cemento per poi essere travasato in botti grandi per oltre 18 mesi. Più fine il suo profumo che evidenza fiori rossi, spezie dolci e arance sanguinelle, il gusto lungo e speziato ricorda nella parte tannica la liquerizia (19 euro). L’ultimo assaggio è il loro Cartagho Sicilia DOC annata 2019 che nel 2024 festeggerà vent’anni di vita. La maturazione avviene in barrique per 12 mesi, segue affinamento in bottiglia per 4 mesi. Rosso rubino con vivide nuances porpora è un vino longevo, al naso il legno si sente con refoli vanigliati, una nota mentolata e di sottobosco è pienamente sottolineata, seguono la rosa secca, il caffè, il cioccolatino boero. La parte tannica un po’ più marcata, la sapidità e mineralità che poi sono l’impronta di Menfi sono quell’imprinting che lo fa essere un vino molto riconoscibile, fresco e di grande pulizia (18 euro).

Feudo Arancio è un’altra virtuosa realtà nata nel 2001 a Sambuca di Sicilia (Agrigento) circa 280 ettari attorno ad una casa colonica magnificamente ristrutturata che ospita la cantina, un territorio collinare che si affaccia sul lago Arancio. Qui il Nero d’Avola viene visto sotto diverse sfaccettature che non sono interpretazioni ma i diversi modi in cui il vitigno risponde ai molteplici tipi di suolo in cui viene coltivato. L’esuberanza nel profumo che caratterizza i vigneti più sabbiosi, la diversa concentrazione polifenolica che invece troviamo man mano che si sale in altitudine soprattutto nell’agrigentino. Ottima resistenza alla siccità è una delle qualità del vitigno che viene coltivato prevalentemente in collina e in zone ventilate. Sa accumulare zuccheri e mantiene l’acidità con un tenore medio di antociani e tannino. Anche qui tre assaggi: Feudo Arancio Nero D’Avola Sicilia Doc matura per sei mesi in barriques. Il suo colore rubino ha dei guizzi violacei e le note olfattive di fragola e ribes sono piacevolmente espresse dal suo tessuto morbido e vellutato.

Mandrarossa Nero D'Avola Sicilia Doc 2022, Mandrarossa Storie Terre del Sommacco 2019, Cartagho 2019 Sicilia Doc

Mandrarossa Nero D’Avola Sicilia Doc 2022, Mandrarossa Storie Terre del Sommacco 2019, Cartagho 2019 Sicilia Doc

Cantodoro Sicilia Doc Riserva 2020 non è un Nero D’Avola in purezza contiene anche Cabernet Sauvignon, i due vini vengono uniti nel blend dopo la maturazione per entrambi in legno, segue una maturazione omogenea per 4 mesi in barriques e dopo 8 mesi di bottiglia il vino è pronto. Il risultato è certamente amplificato sia nei sentori fruttati che nella struttura del vino che diviene longevo e di spessore.

Feudo Arancio Nero D'Avola,Cantodoro 2014 Riserva, Hedonis Riserva Sicilia Doc

Feudo Arancio Nero D’Avola,Cantodoro 2014 Riserva, Hedonis Riserva Sicilia Doc

Hedonis Riserva Sicilia Doc è un vino che vuole tirare fuori dal Nero D’Avola tutta la sontuosità e la vivacità del suo carattere. Le uve provengono da Sambuca da vigneti esposti a oriente dove l’escursione termica è più efficace per una perfetta maturazione. La vinificazione è complessa infatti una parte delle uve subiscono una macerazione poi il vino matura in barriques l’altra parte viene sottoposta ad appassimento per un risultato ricco e pieno. I toni del colore di Hedonis sono rubino intenso e amaranto, il suo profumo ricorda la frutta secca, le mandorle, il tabacco, il gusto è morbido e succoso allo stesso tempo.

L’azienda Di Giovanna si trova tra Sambuca di Sicilia e Contessa Entellina, in montagna sulle falde del Monte Genuardo, Riserva Naturale protetta. I due fratelli Gunther e Klaus Di Giovanna sono i discendenti di una famiglia che coltiva da generazioni i propri terreni circa 65 ha. di vigneti, 14 ha. di uliveti e 21 ha. di foresta e campi di grano, il tutto in agricoltura biologica certificata. I terreni sono a forte componente calcarea con presenza di tufo nei vigneti che circondano l’antico casale della famiglia.

Di Giovanna Gerbino Rosato di Nero D'Avola, Vurrìa 2017- 2019, Helios Nero D'Avola 2020

Di Giovanna Gerbino Rosato di Nero D’Avola, Vurrìa 2017- 2019, Helios Nero D’Avola 2020

Della linea Gerbino, che è il nome del vigneto più antico della famiglia, il Rosato di Nero d’Avola Di Giovanna 2022 è di colore buccia di cipolla, 100% Nero D’Avola piacevole minerale e sapido, fresco e ben equilibrato ha sentori di lampone. Della linea Vurrìa dedicata ad alcuni vitigni autoctoni sia bianchi che rossi che raccontano la storia della viticoltura siciliana assaggio due annate del Vurrìa Nero D’Avola 2017 e 2019. Due annate difficili che nel 2017 si esprimono con note di umami e pomodoro secco, in bocca esplode il frutto come si gustasse delle amarene sotto spirito. La 2019 riporta la stessa identica matrice fruttata, una discreta astringenza tannica e tanta freschezza che fanno il sorso setoso e gradevole. Della linea Helios che raccoglie i vini di punta della famiglia realizzati artigianalmente e soltanto nelle migliori annate, il Nero D’Avola 2020 contiene un 15% di Syrah, è ricco di sfumature fruttate che ricordano le more e i gelsi neri, le amarene, ancora freschissimo ha una grande astringenza tannica e una mineralità ben marcata che infondono al sorso profondità ed eleganza.

Il vigneto Sicilia conta 97mila ettari. La Denominazione Sicilia Doc parte come prima annata nel 2012 e nel 2022 sono state 86 milioni le bottiglie confezionate e i numeri sono in crescita. Il Nero D’Avola Doc Sicilia è prodotto oggi in più di 43mila bottiglie passando da un’IGT ad una DOC. Il Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia mette al centro la grande biodiversità che viene valorizzata dal progetto Bi.Vi.Si. (Valorizzazione della Biodiversità viticola siciliana) ponendo l’accento sull’importanza colturale e culturale della vite. Centro di convergenza, di raccolta e di domesticazione la Sicilia non ultima è stata centro di diffusione della cultura del vino e della vite. Uno scrigno prezioso che deve essere valorizzato e preservato ponendo attenzione sulle varietà autoctone anche abbandonate, poco coltivate e poco diffuse. 11 cloni e 5 varietà reliquie come il Recunu, Orisi, Lucignola, Inzolia Nera, Vitrarolo sono state recuperate e iscritte nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite (RNVV); da cloni delle principali varietà è stato isolato il germoplasma per valorizzare questo prezioso materiale viticolo siciliano e disporne così per la produzione di barbatelle di grande valore agronomico di cloni omologati e delle varietà siciliane. Nel 2023 si è lavorato sul Grillo, Catarratto e Nero D’avola. Dal 2023 il Bi.Vi.Si si è posto come obiettivo di valutare le attitudini vivaistiche dei cloni, delle varietà reliquie e dei biotipi in relazione anche all’utilizzo di tecniche vivaistiche innovative e alla produzione di barbatelloni, ha valutato inoltre l’interazione del genotipo con l’ambiente in cui viene solitamente coltivato e anche quello  in differenti ambienti siciliani. Questo continuo studio e recupero dei vitigni siciliani è un altro punto importante, un tassello verso un’agricoltura sostenibile.

Tornando al nostro Nero D’Avola oltre ad essere vitigno resistente alla siccità dimostra inoltre di essere un vino longevo che si integra e diviene più complesso con lo scorrere del tempo. Sei vini provenienti da vari areali della Sicilia dell’annata 2021 sono stati messi a confronto con gli stessi di annate precedenti fino alla 2018, ne esce un quadro convincente soprattutto per il Nero D’Avola Baglio di Pianetto proveniente da Noto, un’areale molto vicino al mare. Affinato in acciaio e poi per 4 mesi in bottiglia regala un profumo di more e gelsi, ribes e melograno con piccoli spunti di cappero e buona acidità nell’annata 2021 mentre nella 2020 i frutti sono già più maturi e scuri con toni di sottobosco e cioccolato; è un vino asciutto, concentrato con buona forza acida che è il suo passaporto per la longevità.

Nero D'Avola Assuli, Baglio di Pianetto, Alessandro di Camporeale, Caruso Minini, Baglio del Cristo di Campobello

Nero D’Avola Assuli, Baglio di Pianetto, Alessandro di Camporeale, Caruso Minini, Baglio del Cristo di Campobello

Assuli  Lorlando Doc Sicilia Nero D’Avola è un vino biologico annata 2021 proviene dall’agro marsalese di Mazzara del Vallo (TP) vinificato in acciaio sosta per qualche mese in bottiglia. E’ un vino gustoso con le sue chiare note di ciliegia e fragola e palato ben bilanciato. Nell’annata 2019 questo stesso vino ha note di prugna secca, refoli di macchia mediterranea e bocca calda e un po’ stanca.

Donnatà Nero D’Avola Alessandro di Camporeale 2021 prodotto nella zona di Palermo nasce a 350m sul livello del mare su terreno argilloso vinificato e affinato in acciaio e per la metà in tonneaux esce dopo 10 mesi di bottiglia. Nell’annata 2021 dimostra di essere di buona beva, fruttato scuro diventa nell’annata 2018 più intenso nei profumi che sono di ciliegie sotto spirito, cacao e vaniglia. Si difende contro il tempo pur figlio di un’annata semplice.

Cuà Canicattì Nero D’Avola Aquilae Bio Sicilia Doc è fatto con un mix di uve provenienti da diverse zone tra Agrigento e Caltanissetta vicino Canicattì dove ci sono delle zolfatare che caratterizzano questo terroir. L’annata 2021 ha note intense di terra, sottobosco, fungo, cioccolato, liquerizia. L’annata 2020 è più piacevole con l’immancabile profumo di frutta rossa e nera matura come ribes, more e gelsi. In bocca una nota di tostatura e cioccolato fa avvertire l’astringenza tannica puntuta. E’ un vino pensato molto buono.

Nasce nel comune di Marsala Naturalmente Bio Nero D’ Avola Sicilia Doc Caruso e Minini annata 2021 è vinificato in acciaio e affinato 50% in acciaio e 50% in barrique. La frutta rossa è in evidenza come le viole e un respiro balsamico di eucalipto; è un vino fresco con un tannino molto morbido. Nell’annata 2018 i sentori diventano di frutta sotto spirito, cioccolatino boero e rimangono i rimandi balsamici di eucalipto, il sorso è pieno e masticabile per un risultato old style che lo fa assomigliare ad un vino spagnolo.

Torre del Barone Sciacca (AG)

Torre del Barone Sciacca (AG)

Baglio del Cristo di Campobello “Lu Patri” nasce su terreno calcareo- gessoso a poco meno di 300m s.l.m. a Campobello di Licata (AG). Vinificato in acciaio e affinato in barriques per 14 mesi trascorre un anno in bottiglia prima della messa in commercio. E’ un vino frutto in cui si scorge il territorio di provenienza, caratterizzato da un’impronta selvatica che emerge subito dal bicchiere ricordando la macchia, la mora di rovo e le foglie di mirto; fresco e succoso con tannino presente è sicuramente adatto all’invecchiamento. Assaggiato nell’annata 2012 esterna un carattere più caldo con sensazioni di ciliegie sotto spirito e frutta matura, cacao, liquerizia, vaniglia e rose appassite. Fresco e armonico per l’età che ha è un vino complesso senza sbavature, senza ossidazione nemmeno nel colore.

 

www.siciliadoc.wine

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www.feudoarancio.it

www.di-giovanna.com