Vini di Antonio Caggiano – Nuove annate
di Enrico Malgi
Parlare di Antonio Caggiano è come rivangare il passato di tutta la moderna enologia irpina. Un personaggio sicuramente emblematico, straordinario, carismatico e di grande spessore che ha contribuito molto al rilancio e alla piena affermazione della viticoltura territoriale. Senza dimenticare poi che fu proprio Antonio Caggiano a metà degli anni ‘90 ad indirizzare la scelta del professore Luigi Moio a dedicarsi alla consulenza enologica appena tornato a casa dopo gli studi di ricerca trascorsi a Digione in Borgogna. L’azienda è condotta dal figlio Giuseppe, che tiene sempre in grande considerazione i preziosi consigli del padre e dello stesso professore Moio.
In questi giorni ho avuto l’occasione di assaggiare tre etichette aziendali di nuove annate.
Devon Greco di Tufo Docg 2018. Greco in purezza. Fermentazione e maturazione in acciaio e poi elevazione in vetro per tre mesi. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo in enoteca intorno ai 13,00 euro.
Colore giallo paglierino luminoso. Bouquet esplosivo e complesso, che mette subito in evidenza intensi profumi fruttati di pesca gialla, mela cotogna, albicocca, pompelmo e ananas. Intrecci floreali di giaggiolo e di caprifoglio. Sbuffi vegetali. Cadenze sulfuree e minerali. Note speziate. Elegante, raffinato, schietto, acido e pulito il sorso che si approccia in bocca. Grip dinamico, scattante, reattivo ed evoluto, che fa da prodromo ad una promessa di lunga vita. Palato modulato da una complessità ammandorlata e ben ritmata, che sfocia poi in un finale totalmente appagante. Migliorerà col tempo. Su piatti di pesce e latticini.
Béchar Fiano di Avellino Docg 2018. Soltanto Fiano, lavorato in acciaio e poi affinato in boccia per tre mesi. Gradazione alcolica sempre di tredici e mezzo. Prezzo finale di circa 13,00 euro.
Colore giallo paglierino. Il naso viene investito da una carica di profumate e poliedriche essenze di mela, tiglio, camomilla, acacia, eucalipto, fieno, frutta esotica e secca. Percezioni di una grazia sulfurea in sottofondo. Sbuffi minerali. Refoli speziati. La bocca accoglie un sorso ampio e voluminoso, che subita evidenzia una bella spalla acida che alita freschezza per tutto il cavo orale. Compatta e solida la struttura gustativa, fatta segno a seducente polposità ed avvolgenza ed ottimamente amalgamata. Palato sontuoso, scattante, aggraziato, fine e godibile. Rimarchevole il persistente finale che chiude una beva profonda. Risotto alla pescatora e mozzarella di bufala.
Taurasi Vigna Macchia dei Goti Docg 2015. Ovviamente soltanto Aglianico di Taurasi. Fermentazione in acciaio. Un anno e mezzo di maturazione in barriques di rovere francese e poi elevazione in bottiglia per altri diciotto mesi. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo. Prezzo in enoteca tra 25,00 e 30,00 euro.
Il Vigna Macchia dei Goti è stato il primo Taurasi che ha sperimentato la barrique francese. Colore rosso rubino carico. Il bouquet dispiega a meraviglia con sentori di fresca di frutta a go-go: ciliegia, prugna, mora, ribes e mirtilli in modo particolare. Seguiti poi da motivi floreali di viola, rosa appassita e geranio. Evidenti e compositi i rimandii terziari di spezie orientali, tabacco, caffè, liquirizia, cenere, china e goudron. Bocca calda e ricettiva, che accoglie un sorso materico, compatto, empireumatico, esuberante, austero, grasso, corposo e ottimamente strutturato. Sapiente la scia sapida. Pregevole la spalla acida. Tensione palatale ruggente, affascinante, sontuosa, equilibrata ed armonica. Tannini avviati sulla strada del pieno assestamento. Vino energico e caratteriale, che sa tesaurizzare al meglio l’enorme ricchezza territoriale. Retroaroma etereo, lungo, modulato e epicureo. Reggerà per almeno altri quindici anni. Agnello al forno con patate, cacciagione e formaggi stagionati.
Sede a Taurasi (Av) – Contrada Sala
Tel. 0827 74043 – 74723 – Fax 0827 74723
Enologo: Giuseppe Caggiano, con i consigli del professore Luigi Moio
[email protected] www.cantinecaggiano.it
Ettari vitati di proprietà: 20 – Bottiglie prodotte: 100.000
Vitigni: Aglianico, Greco, Fiano e Falanghina
2 Commenti
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Col Taurasi 15 si vince facile.Se poi è della squadra del prof Moio non c’è partita.Rossista per natura viaggiatore fotografo e sperimentatore (non solo la prima barrique ma anche una delle prime cantine dove il vino è lavorato a cascata gravitazionale)Antonio va ringraziato per aver portato all’attenzione del grande pubblico un vino altrimenti relegato ai soli addetti ai lavori.Lunga vita ad uno dei padri carismatici della moderna viticultura Irpina.FM.
Bravo Francesco. Sono d’accordissimo. Come al solito sei sempre bene informato su tutto.