Vini Cantine Due Palme vincitori a Radici del Sud a giugno 2021
di Enrico Malgi
Spesso i piccoli viticoltori riescono a confezionare eccellenti vini territoriali, ma purtroppo devono anche alzare i prezzi delle bottiglie per potere sopravvivere, mentre i grandi produttori sono certamente più avvantaggiati dall’elevata produzione che consente loro di calmierare i costi, ma senza sminuire la qualità.
Nella fattispecie prendiamo il caso delle Cantine Due Palme Società Cooperativa Agricola di Cellino San Marco (Br) del presidente ed enologo Angelo Maci che può contare su mille soci conferitori, i quali coltivano duemilacinquecento ettari vitati collocati tra le province di Brindisi, Lecce e Taranto, per una produzione globale di diciassette milioni di bottiglie l’anno, sempre però uniformandosi ai canoni di alta qualità, tanto è vero che fioccano copiosi i meritati riconoscimenti.
A giugno 2021, infatti, a Radici del Sud sono stati assegnati premi a due etichette aziendali.
Serre Susumaniello Salento Igp 2020. Soltanto Susumaniello, un vitigno autoctono a bacca rossa coltivato in prevalenza in provincia di Brindisi che ha rischiato l’estinzione, ma per fortuna è stato recuperato in tempo. Maturazione per sei mesi in barriques di rovere francese. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale in enoteca di 9,50 euro. Primo posto assoluto da parte della giuria dei Giornalisti Internazionali nella categoria del Gruppo Misto Vini Rossi Da Vitigni Autoctoni Meno Diffusi del Sud Italia.
Nel bicchiere si staglia un colore rosso scuro ed impenetrabile, frutto di un’elevata concentrazione di antociani e di polifenoli, ed attraversato poi da violacei lampi di gioventù. Al naso salgono ampi e gioiosi profumi di marasca, sottobosco, fiori rossi e vegetali freschi, accompagnati da fragranze speziate e terziarie di ottima fattura. In bocca penetra un sorso scorrevole, secco, fresco, pulito, vellutato, aggraziato, morbido, sapido, accattivante, equilibrato e seducente. Trama tannica gentile, affusolata e gradevole, che sfocia in una beva facile, addomesticata e fruttata, pur rimarcando un appeal sostanzioso e bene strutturato. Buona la serbevolezza. Allungo finale decisamente appagante. Da abbinare ad un piatto di pasta al ragù e caciocavallo podolico.
San Gaetano Primitivo di Manduria Riserva Dop 2018. Primitivo in purezza affinato per nove mesi in barriques di rovere francese. Tasso alcolico di quindici gradi. Prezzo finale in enoteca di 18,50 euro. Seconda piazza assoluta nella propria categoria di appartenenza, come stabilito dalla giuria dei Giornalisti Internazionali.
Alla vista si presenta un fulgido colore rosso rubino intenso, leggermente venato di riflessi purpurei. Dal sensitivo bouquet risalta un’ampiezza olfattiva, ricca di esplosivi afflati di ciliegia ferrovia, prugna, fichi, mandorle, mirtilli, ribes, more, fragole, violetta, sambuco, geranio, funghi e macchia mediterranea. Effusioni di spezie a go-go, seguite da rimembranze terziarie di balsamo, liquirizia, tabacco, cacao, cuoio, resina, grafite e catrame. Bocca oltremodo ricettiva, che accoglie un sorso subito caldo, ma anche intrigante, affascinante, vibrante, avvolgente e complesso, oltre che connotato da un’ottima acidità e glicerina. Notevole la forza motrice, che esalta tannini di rara grazia e spessore. Appeal voluttuoso e dinamico. Frutto croccante. Ne avrà ancora per molti anni. Retroaroma imponente e lungo. Da preferire su carni arrosto e caprino delle Murge.
Sede a Cellino San Marco (Br) – Via San Marco, 130
Tel. 0831 617865 – Fax 0831 617866
[email protected] – www.cantineduepalme.it
Enologo: Angelo Maci
Ettari vitati: 2.500 – Bottiglie prodotte: 17.000.000
Vitigni principali: Primitivo, Negroamaro e Susumaniello.
4 Commenti
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Gran bel vino il primitivo in questione che è andato felicemente a nozze con un succulento ragù di tasca vaccina imbottita a condirci fusilli fatti a mano spolverati da un ottimo cacioricotta cilentano.PS Come tutte le cantine cooperative quando lavorano bene ed hanno un grande consulente-presidente come Angelo Maci possono fare vini per tutti i gusti e tutte le tasche a cominciare dal più semplice se non propio sfuso di pronta beva ed ottimo prezzo per finire con vini più ricercati e longevi ottenuti dalle migliori partite di uve.Ad maiora da FM
Occhio al Susumaniello caro Francesco, che da brutto anatroccolo si sta trasformando in un bellissimo cigno bianco. Il Salento si arricchisce così di un altro grande vitigno a bacca rossa che, dopo essere stato trascurato, emarginato e discriminato, si sta rilevando sempre più una grande varietà territoriale.
Ricordo nel 2004 di aver assaggiato il Sum 2003 forse il primo vino a base Susumaniello imbottigliato da una cantina pugliese trovandolo meraviglioso
Certo sig. Alfredo, il Susumaniello nel corso degli anni ha avuto un’evoluzione lenta ma progressiva ed adesso che è stato finalmente riscoperto e rilanciato tutti sono concordi nel definirlo un ottimo vino territoriale insieme al Negroamaro ed al Primitivo, senza trascurare poi gli altri ottimi vitigni a bacca rossa salentini come l’Aleatico, la Malvasia nera e l’Ottavianello.