I vini di Bosco De’ Medici, il passato diventa vita nel cuore degli scavi


Bosco de' Medici

Bosco de’ Medici

di Simona Maria Rosaria Quirino

Ettari vitati: 8 ettari
Enologo: Vincenzo Mercurio
Agronomo: Vincenzo Mercurio
Allevamento: tendone vesuviano per le vigne antiche, spalliera per impianti nuovi
Composizione chimico-fisica del terreno: vulcanico sabbioso
Esposizione vigne: sud
Epoca di impianto delle vigne: tra i 30 e gli 80 anni fa
Altezza media: 250-400 metri sul livello del mare
Lavorazione del terreno: manuale
Concimi: organominerali
Trattamenti: rame e zolfo
Conduzione: tradizionale in conversione biologica
Lieviti: di buccia
Mercati di riferimento: nazionale e internazionale
Bottiglie totali prodotte: 15 000
Percentuale di uve acquistate: nessuna
Uve coltivate: Piedirosso, Caprettone, Falangina, Aglianico
Altre produzioni: olio extravergine d’oliva, miele, marmellata, limoncello

La storia
Un’idea giovane per una storia antica. Quella di Bosco de’ Medici, che risale alla seconda metà del 500, quando un ceppo della famiglia dei Medici si trasferì ad Ottaviano e lì, alle falde del Vesuvio, coltivò i suoi vitigni. Tra questi, sulla parte meridionale del vulcano, spicca oggi quello della famiglia Palomba che, assieme alla famiglia Monaco, ha messo in piedi l’idea di una winery, inserita successivamente all’interno di un’elegante struttura alberghiera di loro proprietà già esistente, assieme all’adiacente scuola di equitazione. L’azienda vinicola nasce nel 2014 in via sperimentale, ma ha iniziata a pieno ritmo la sua attività nel 2015, quando è arrivato nel team Vincenzo Mercurio, oggi agronomo ed enologo di Bosco de’ Medici. È proprio il sogno di far rivivere il passato mediceo che ha spinto i proprietari della struttura a lanciarsi nella produzione di un vino con lo stemma dell’antica casata fiorentina sull’etichetta, lo stesso che fu trovato sulla pietra di limite del vigneto.

Le vigne
Nonostante l’azienda vinicola si trovi nel cuore della città di Pompei, le vigne sono situate sulla parte meridionale del Vesuvio e si estendono su circa otto ettari di terreno. I vigneti sono quelli del Piedirosso, del Caprettone, dell’Aglianico e della Falanghina. Dalle pendici a valle, stesso nella struttura, c’è poi un piccolo vigneto sperimentale, utilizzato per una micro – vinificazione di prova, ovvero un progetto di vinificazione in anfore di terracotta che ben si sposa con l’anima profonda del posto. Siamo, infatti, nel cuore degli scavi  archeologici di Pompei dove storia e luoghi parlano da soli, tanto che alcuni dei loro vini non vengono identificati col nome del vigneto ma con quello di “Pompeii”, con due “i’, proprio a voler rimarcare le lontane origini latine.

I vini
I vini sono quelli tradizionali del Vesuvio: Piedirosso, Caprettone, Lacryma Christi rosso e Lacryma Christi bianco. I nomi denotano personalità ed eleganza: Pompeii Rosso (Piedirosso), Pompeii Bianco (Caprettone), Lavarubra (Lacryma Christi rosso), Lavaflava (Lacryma Christi bianco).  Sapidi, decisi e ognuno con il suo retrogusto.

Pompei bianco

Pompei bianco

Pompeii rosso

Pompeii rosso

Lavarubra

Lavarubra

Lavaflava

Lavaflava

Conclusioni
Tre sono le parole chiavi per descrivere l’azienda vinicola di Bosco de’ Medici: giovani, sperimentazione e territorio. Giovani come i proprietari e lo staff che ogni giorno lavorano per fare crescere l’azienda; sperimentazione come i progetti e le idee che li assistono e, infine,  territorio  come  quello di Pompei che diventa protagonista a pieno titolo, non solo nei nomi dei vini, ma anche in tutta l’anima dell’azienda. Nel cuore degli scavi, il passato diventa vita e questa vita passa attraverso il vino.

Un commento

  1. Assa fa a Maronna (di Pompei).Interessantissimo:i descrittori invogliano all’assaggio la bottiglia fa bella mostra di se di conseguenza si farà di sicuro notare allo scaffale e ciò di sicuro non guasta.A meno di una svista non si è parlato di prezzi,ma istintivamente penso che dovremmo essere nella media o al massimo poco più su.Grazie e…alla prossima.FM.

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