Vini Torricino di Stefano Di Marzo. Nuove annate
di Enrico Malgi
La minuscola azienda agricola Torricino di Tufo, di proprietà della famiglia Di Marzo, produce ogni anno ottime etichette territoriali che incontrano sempre grande favore da parte della critica e dei consumatori.
Recentemente mi sono trovato tra le mani tre bottiglie di nuove annate da degustare: due di bianchi ed una di rosso. Da sottolineare che per quanto riguarda il Greco di Tufo ed il Fiano di Avellino a marzo scorso avevo assaggiato quelli base.
Raone Greco di Tufo Riserva Docg 2022. Soltanto Greco allevato proprio a Tufo. Vendemmia effettuata a metà ottobre con le uve già surmature. Maturazione per sei mesi in acciaio e poi affinamento in vetro per altri sei mesi. Gradazione alcolica di dodici e mezzo. Prezzo finale di 18,00 euro.
Nel calice occhieggia un solare e già carico colore giallo paglierino. Bouquet depositario di una nutrita e multiforme scorta di profumi, che subito vanno all’attacco di un naso decisamente consenziente e collaborativo. L’incipit trasmette senza indugio piacevoli percezioni fruttate di pesca gialla. albicocca, susina bianca, mela cotogna, clementina, melone bianco e mango, seguite a ruota da aromi di biancospino, caprifoglio, citronella, fiori di limone, curry, zenzero e cannella. In bocca esordisce un sorso tagliente di freschezza, morbido, raffinato, fine, minerale, arrotondato, elegante e leggiadro. Ma poi il vino esprime anche una sua precisa connotazione varietale, ricca com’è di complessità, struttura e potenza quasi quanto un rosso, frutto questo di composti fenolici rilasciati dalla buccia degli acini in fase di pigiatura. Longevità a lunga scadenza. Affondo finale molto persistente ed appagante. Da abbinare ad un risotto ai frutti di mare e formaggi freschi.
Serrapiano Fiano di Avellino Riserva Docg 2022. Anche le uve di questo Fiano sono state raccolte a metà ottobre. Identica anche la maturazione e l’affinamento in acciaio e boccia per un anno. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 18,00 euro.
Sguardo molto attento ed interessato rivolto verso uno sfavillante e canonico colore giallo paglierino, che si intravede nel calice. Dall’ampio e versatile crogiolo si sprigiona una moltitudine di essenze, che evocano in successione rimembranze di nocciola (sensazione questa non necessariamente di natura varietale come si può pensare), mandorla, mela renetta, pera williams, ananas, pompelmo, papaya, ginestra, acacia, tiglio, salvia e tracce speziate. Approccio palatale fresco, sapido, glicerico, delizioso, rotondo, cristallino, soave, avviluppante, balsamico, arioso, palpitante, solido, corroborante, reattivo e dinamico. Silhouette elegante, intrigante, ammaliante, voluttuosa, sensuale, leggiadra, conturbante, affascinante e sontuosa. Senza limiti la potenzialità di conservazione di questa bottiglia. Scatto finale edonisticamente perfetto. Da provare su un piatto di spaghetti a vongole e pollo saltato in padella con peperoni.
Cevotiempo Taurasi Docg 2020. Aglianico in purezza coltivato in altura nel vocato areale di Montemarano. Vendemmia effettuata ad inizio di novembre. Affinamento per due anni in botti di legno e poi elevazione in bottiglia per un altro anno. Tenore alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale di circa 25,00 euro.
Calice tinto da uno smagliante e coreografico colore rosso rubineggiante. Spettro aromatico generosamente dotato di un arsenale ricco di intensi e promiscui profumi di amarena, prugna, mirtilli, ribes, more, violetta, iris, captazioni di macchia mediterranea ed effusioni terziarie di tabacco, liquirizia, caffè torrefatto, cioccolato fondente, chiodi di garofano, noce moscata, pepe nero, incenso e goudron. In bocca fa il suo ingresso un sorso ampio, voluminoso, austero, materico, avvolgente, penetrante, profondo, infiltrante, polposo, esuberante, vibrante, corposo, strutturato ed equilibrato. Ottima la spalla acida, che dona freschezza a go go a tutto il cavo orale. I tannini scorrono senza posa e così esaltano la beva. Rovere ben calibrato. Tensione gustativa irradiante, aristocratica, sapida e godereccia. Si tratta di un ottimo Taurasi da bere adesso, ma che sicuramente migliorerà ancora col passare del tempo. Chiusura epicurea. Perfetto su un piatto di lasagna al forno e tagliata di carne arrosto.
Magnifici vini territoriali, prodotti da un’azienda minuscola sì ma sempre attenta alle innovazioni. Vini che sono frutto di un areale molto privilegiato e continuamente in crescita come quello irpino. Oltretutto il titolare Stefano Di Marzo sa il fatto suo, perché è un esperto enologo e fino a due anni fa ha ricoperto la carica di Presidente del Consorzio Tutela Vini d’Irpinia.
Azienda Agricola Torricino
Tufo (Av) – Via Nazionale – Località Torricino, 5
Tel e Fax 0825 998119
[email protected] – www.torricino.it
Enologo: Stefano Di Marzo
Ettari vitati: 11 – Bottiglie prodotte: 40.000
Vitigni: Aglianico, Greco, Fiano e Falanghina.
Scheda del 31 marzo 2024
di Enrico Malgi
Stefano Di Marzo enologo, nonché titolare dell’azienda Torricino di Tufo insieme con la sua famiglia, come di consueto ha pensato bene di farmi assaggiare tre vini bianchi irpini appena usciti sul mercato. Si tratta ovviamente del Greco di Tufo, del Fiano di Avellino della linea I Classici e della Falanghina base
che hanno sperimentato una lavorazione ed una maturazione più rapida, ma altrettanto valida.
Stefano ha ereditato dal padre Vitantonio l’amore e la passione per la viticoltura, che vienepraticata in un privilegiato e vocato territorio come quello di Tufo, ricco com’è di un terreno tufaceo, sulfureo e minerale.
Falanghina Campania Igt Falanghina Torricino Bianco 2023. Soltanto Falanghina vendemmiata a fine settembre. Maturazione in acciaio per quattro mesi sulle fecce fini. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 10,00 euro. Bottiglie prodotte numero 15.000.
Alla vista si appalesa un colore giallo paglierino scalfito da giovani riflessi verdognoli. Accattivante e capillare il bouquet che si approccia intrigantemente al naso, trasmettendo goliardicie poliedrici profumi che ricordano la clementina, la pesca bianca, l’albicocca, la mela annurca, la pera spadona, il melone bianco, la banana, il kiwi, l’ananas e la ginestra, insieme a profusioni vegetali e frammenti speziati. In bocca penetra un sorso così gradevolmente fresco, morbido, gentile, suadente, soave, agrumato, cristallino, sapido ed attraversato da una trascinante verveminerale. Tensione palatale succosa, elegante, armonica, vellutata, fine, aggraziata, comunicativa e lineare.
Buona la serbevolezza. Affondo finale appagante. Da abbinare ad un piatto di vermicelli a vongole e carne bianca.
Greco di Tufo Docg 2023. Greco in purezza, le cui uve sono state raccolte tra l’inizio e la metà di ottobre. Affinamento per quattro mesi sulle fecce fini. Tenore alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 14,00 euro. Bottiglie prodotte numero 15.000.
Nel calice sfavilla un colore giallo paglierino già abbastanza carico. Profilo aromaticogioiosamente affastellato da un’espressiva palette di profumi di pesca gialla, albicocca, mela cotogna, susina gialla, pera kaiser, mandarino, mandorla, papaya, frutto della passione, ginestra, gelsomino, timo, salvia, caprifoglio e chiodi di garofano, unitamente a sospiri di pietra focaia e di parcelle tipicamente sulfuree.
Impatto del sorso sulla lingua subito connotato da una sciabolata di tagliente freschezza, seguita da un’accelerazione palatale di grande finezza gustativa, cangiante, sapida, rotonda, morbida, raffinata, complessa, tonica, equilibrata e grassa. Aplomb seducente ed elegante. Longevità a lungo raggio. Chiusura goduriosa. Perfetto su in piatto di pasta e cavolfiore e formaggi freschi.
Fiano di Avellino Docg 2023. Fiano al 100% vendemmiato ad inizio di ottobre. Affinamento in acciaio per quattro mesi. Alcolicità di tredici gradi. Prezzo finale di 14,00 euro. Bottiglie prodotte numero 6.000.
Tipico e canonico il solare colore giallo paglierino riverberato di punteggiature verdoline. Dall’ampio e multi
corredato crogiolo si accende una sontuosa fierezza aromatica, che di primo acchito mette in mostra una minuziosa carica fruttata di mela renetta, mandorla, nocciola tostata, melone cantalupo, litchi,
pompelmo e lime. In appresso si evidenziano poi percezioni floreali di giglio, mimosa, magnolia ed acacia, seguite da svolazzi di finocchietto selvatico, camomilla, tiglio, zafferano e zenzero. In bocca fa il suo ingresso un sorso teso e glicerico, sapido e minerale,scorrevole e dinamico, pervasivo e scattante, succoso e vibrante. Appeal elegante, affascinante, sensuale e ben modulato. Siamo appena all’inizio del percorso. Chiusura espressivamente persistente ed epicurea. Da abbinare ad un risotto al radicchio e mozzarella.
Vini sempre ottimi ed affidabili quelli che sforna Stefano Di Marzo. D’altra parte quando si tratta di bianchi campani come il Fiano di Avellino, il Greco di Tufo e la stessa Falanghina non ci si può sbagliare, perché in Italia esistono pochi emuli che possono reggere il confronto. Prezzi molto convenienti.
Sede a Tufo (Av) – Via Nazionale – Località Torricino, 5
Tel e Fax 0825 998119
[email protected] – www.torricino.it
Enologo: Stefano Di Marzo
Ettari vitati: 11 – Bottiglie prodotte: 40.000
Vitigni: Aglianico, Greco, Fiano e Falanghina.
Scheda del 4 febbraio 2023
di Enrico Malgi
Nel brulicante e variopinto mondo del vino dove prolificano milioni di aziende a livello nazionale ed internazionale tutte impegnate per affermare la loro leadership, purtroppo la certezza di un prodotto di eccellenza risulta sempre molto labile e precaria. Il povero wine love si trova quindi spiazzato e non sa dove e a chi rivolgersi. Ebbene per andare sul sicuro consiglio caldamente di preferire sempre vini territoriali di provata e solida qualità ed esperienza come quelli prodotti in Irpinia per esempio. Un areale questo che può vantare al suo interno tre marchi Docg ed un’elaborazione di variegate bottiglie tra le più apprezzate d’Italia e vendute poi a prezzi molto convenienti.
Ecco qui tre esplicative etichette di una famosa seppur minimale azienda irpina, quella di Torricino appartenente a Stefano, Maria Concetta e Federico Di Marzo, insediata nel vocato comune di Tufo.
Raone Greco di Tufo Riserva Docg 2021. Greco in purezza naturalmente coltivato proprio a Tufo. Raccolta delle uve surmature a metà ottobre. Tempo di affinamento per sei mesi in acciaio sui lieviti e poi elevazione in vetro per altri sei mesi. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 16,00 euro.
Alla vista si presenta un solare e tipico colore giallo paglierino già abbastanza carico com’è costume del Greco di Tufo, nonostante la giovinezza del vino. Spettro aromatico punteggiato di pregevoli e poliedriche evocazioni olfattive che subito privilegiano una sublimazione fruttata di pesca, albicocca, nespola, mela, melone bianco, mandarino ed effusioni tropicali. Intensi poi i successivi profumi di biancospino, caprifoglio e macchia mediterranea, insieme a sussurri speziati e di pietra focaia. Sorso compiacente, collaborativo, arrotondato, ruffiano, morbido, sapido e succoso. Acidità a volontà, che rende il palato molto fresco. Tensione tattile balsamica, fruttata, elegante, tonica e sospirosa. Siamo ancora all’inizio del percorso. Affondo finale decisamente appagante. Da preferire su un risotto ai frutti di mare e pesce grigliato.
Serrapiano Fiano di Avellino Riserva Docg 2021. Soltanto Fiano allevato a Pratola Serra e vendemmiato a metà ottobre come il Greco e uguale anche la maturazione in acciaio di sei mesi e l’elevazione per altri sei mesi in bottiglia. Tenore alcolico di tredici gradi. Prezzo finale anche qui di 16,00 euro.
Colore giallo paglierino meno carico rispetto al Greco come da prassi. Bouquet tangibilmente espansivo tanto da rievocare una moltitudine di aromi che si approcciano al naso per rilasciare sensitivi profumi di pera, mela, pesca bianca, nocciola, mandorla, lime, tiglio, acacia, erbe aromatiche e sontuose percezioni balsamiche e speziate. In bocca esordisce un sorso fresco, arrotondato, aggraziato, cristallino, glicerico, minerale, fibroso, reattivo e consenziente. Contatto palatale sensuale, arioso, scattante, ritmato, armonico, avviluppante e cangiante. Toni tesi e sferzanti. Appeal affascinante, delizioso e sublimato poi da grande personalità espressiva. Longevità a lunga scadenza. Chiusura persistente e godibile. Da preferire su un piatto di vermicelli a vongole e latticini freschi.
Cevotiempo Taurasi Docg 2018. Aglianico al 100% allevato nel vocato comune di Montemarano ad oltre 500 metri di altezza. Raccolta delle uve ad inizio di novembre. Affinamento per due anni in botti di legno da dieci ettolitri e poi elevazione in boccia per un altro anno. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo. Prezzo finale di circa 25,00 euro.
Nel bicchiere risalta uno scintillante ed intenso colore rosso rubino. Ampiezza aromatica depositaria di una multiforme gamma olfattiva, che intrigantemente comincia a corteggiare un naso birichino e subito disponibile ad indagare. L’incipit è affastellato da eterei ed ammalianti profumi fruttati di ciliegia, prugna, ribes, mirtilli, more e carruba, a cui danno manforte sospirosi afflati floreali di petali di rosa, violetta e garofano, insieme a voluttuose essenze vegetali di erbe officinali. Da non sottovalutare poi le credenziali speziate di pepe nero, noce moscata, anice e zenzero e sbuffi balsamici di corteccia di eucalipto. Inoltre sentori terziari di incenso, china, tabacco, cuoio, liquirizia, resina, caffè torrefatto e goudron vanno a comporre e completare tutto il quadro delle persistenti fragranze. In bocca penetra un sorso caldo, avvolgente, carnoso, complesso, strutturato, scalpitante, temperamentale, sostanzioso, terroso e materico. Sciabolata di acidità, la quale comunica un’ottima freschezza. I tannini da parte loro intelaiano una trama fitta ed infiltrante. Portamento austero. Vibrazioni sapide. Espansione palatale bene articolata, con toni evoluti e fini. Siamo appena ai primi vagiti, perché il vino durerà integro almeno per altri dieci anni. Selvaggina e formaggi stagionati a pasta dura sono ideali compagni di questo vino.
Bene, come affermavo all’inizio, in generale i vini irpini si lasciano preferire per la loro bontà ed affidabilità. E questi nuovi millesimi di Stefano Di Marzo rappresentano proprio un archetipo di tutto questo.
Sede a Tufo (Av) – Via Nazionale – Località Torricino, 5
Tel e Fax 0825 998119
[email protected] – www.torricino.it
Enologo: Stefano Di Marzo
Ettari vitati: 11 – Bottiglie prodotte: 40.000
Vitigni: Aglianico, Greco, Fiano e Falanghina.
5 dicembre 2021
di Enrico Malgi
Stefano, Maria Concetta e Federica Di Marzo, titolari dell’Azienda Agricola Torricino di Tufo, sfornano costantemente una batteria di eccellenti vini irpini. Proprio com’è successo con due i due ultimi millesimi di Greco e di Fiano Riserva 2020.
Greco di Tufo Raone Riserva Docg 2020. Soltanto Greco, le cui uve sono state raccolte surmature a metà ottobre. Maturazione in acciaio sui lieviti per sei mesi e poi il vino affina in vetro per altri sei mesi prima di essere commercializzato. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo in enoteca intorno ai 16,00 euro.
Nel bicchiere risalta un limpido colore giallo paglierino attraversato da giovani lampi verdolini. Tratteggio aromatico interessato da copiosi e sublimi sentori di pesca, albicocca, mela cotogna, clementina, caprifoglio e gelsomino. In appresso emergono calibrati profumi di zafferano, zenzero, curry, terra sulfurea e mineralità. In bocca penetra un sorso avvolgente, accomodante, collaborativo, estensivo, succoso e gradevolmente fresco, permeato com’è di un’ottima carica di acidità. Gusto morbido, balsamico, fruttato, elegante, fine, tonico, rotondo, sapido e vibrante di energia. Eccellente la struttura portante. Migliorerà col passare del tempo. Allungo finale persistente e godibile. Da spendere su una zuppa di legumi e pesce grigliato.
Fiano di Avellino Serrapiano Riserva Docg 2020. Fiano in purezza vendemmiato a metà ottobre tardivamente. Sei mesi di affinamento in acciaio ed altrettanto in boccia. Gradazione alcolica di dodici e mezzo. Prezzo finale in enoteca intorno ai 16,00 euro.
Alla vista si appalesa un colore giallo paglierino tenue ed ancora all’inizio del suo lungo percorso. Il sensitivo bouquet dispiega con estrema nonchalance tutto il suo enorme potenziale olfattivo. L’incipit è appannaggio di essenziali percezioni di un’ottima scorta fruttata, che ricorda la nocciola, la mandorla tostata, il melone cantalupo, il lime, la mela e la pera, seguiti a ruota da gradevoli e variegati profumi di tiglio, acacia, camomilla, muschio selvatico e note balsamiche e fumè. In bocca esordisce un sorso fresco, maschio, solido, fibroso, aggraziato e reattivo. Sviluppo palatale ritmato, espressivo, sensuale e seducente. Longevità a lunga scadenza. Chiusura oltremodo goduriosa. Da abbinare a piatti di mare, latticini e carne bianca, senza disdegnare tuttavia anche piatti più strutturati.
Due eccellenti etichette senz’altro, che già da adesso riescono ad emozionare ma che sono destinate inevitabilmente ad evolvere e migliorare in futuro.
Sede a Tufo (Av) – Via Nazionale – Località Torricino, 5
Tel e Fax 0825 998119
[email protected] – www.torricino.it
Enologo: Stefano Di Marzo
Ettari vitati: 11 – Bottiglie prodotte: 40.000
Vitigni: Aglianico, Greco, Fiano e Falanghina.
2 Commenti
I commenti sono chiusi.
Come Greco sempre al top ma sinceramente non capisco queste nuove etichette troppo colorate che contrastano fortemente con la qualità di un vino che fa della eleganza un vanto.FM
Bene caro Francesco, quello che conta soprattutto, come ben sai, a parte le etichette è il contenuto e qui si tratta davvero di vini eccellenti e longevi venduti ad un prezzo molto accessibile.