Villaricca (Na), 1Q84 ristorante. Sushi, fusion e territorio. Ecco la cucina di Antonio Andreozzi e Nello Verde
Ristorante 1Q84 Villaricca
Corso Vitt. Emanuele II, 50
Tel. 081.8941011
www.1q84.it
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Aperto sempre
Chiuso lunedì
Da 40 a 70 euro
di Tommaso Esposito
Metti un antico palazzo, quello baronale, ricco di storia e cultura.
Riscoprilo, ristrutturalo e trasforma un’ala in ristorante.
È quello che ha fatto a Villaricca Giuseppe Ferrara, imprenditore illuminato con la passione della cucina di nonna e di quella giapponese.
Non a caso il nome del locale è quello del romanzo 1Q84 di Haruki Murakami e qui si mangia sushi o piatti fusion ispirati dalla tradizione ben radicati sul territorio.
Partiamo dal palazzo.
Sala inferiore con bar e cucina sushi a vista.
Grande scala di accesso ai piani superiori.
Giganteggia il ritratto di Sergio Bruni, nato proprio a Villaricca, dipinto da Jorit.
Un mito della canzone napoletana.
Qua e là piccoli angoli privé.
Sala superiore con annessa ulteriore cucina.
Atmosfere rilassanti, semplici ma eleganti, raffinate.
Un bel posto, insomma, che raramente si trova in provincia.
Dunque, veniamo alla cucina.
Il sushi è affidato a Nello Verde.
La scelta alla carta ad Antonio Andreozzi che ultimamente è stato il sous a Punta Tragara di Capri, dove ha collaborato pure con il Mammà.
Ora sta qui, dove è nato del resto.
Le proposte sono chiare e indicano innanzitutto la buona selezione delle materie prime, alcune fornite da griffate distribuzioni d’eccellenze gastronomiche, altre, che sicuramente in futuro si auspica saranno molte di più, recuperate dalla filiera corta.
In secondo luogo la tecnica c’è, è evidente ed è la struttura portante dei piatti.
Infine, l’esperienza gustativa vissuta, in questa fase di rodaggio e di avvio di 1Q84 è chiaramente accomodante, accondiscendente, confortevole.
Non corre il rischio di fare rivoluzioni e dare scossoni intempestivi al gusto medio.
Ristoranti di ispirazione giapponese ce ne sono tanti ormai, in città come in provincia, e allora, un po’ alla volta, bisogna rimarcare qualche differenza.
Di stile e di gusto.
Vediamo come.
Intanto qua non è per nulla banale l’assaggio del percorso sushi affidato a Nello Verde.
C’è un benvenuto con anguilla affumicata, rapa rossa salsa di acciughe e caviale di limone,
Sapida e frizzante. Allegra.
Ebiten scomposto con ventresca di tonno in crosta di pistacchi e tonno in crosta di sesamo, variegato e deciso.
Sfera di salmone con tartara di gambero rosso uova di pesce volante e aria di alga wakame. Morbida e golosa.
Poi il percorso di Antonio Andreozzi.
Spaghettone con tartufi di mare pesto di pistacchi di bronte e fonduta di provolone del monaco.
Piacioneria e golosità assicurate.
Pacchero cacio pepe e ostriche su crema di cavolfiore.
Una simpatica rilettura di un piatto popolare, la minestra bianca di pasta e cavolfiore, in cui l’elemento marino era affidato a scaglie di saracca o morzelle di stocco, mentre qui è affidato alle ostriche.
Baccalà con patata profumata a limone.
Piatto di territorio in chiave contemporanea più che riuscito.
Agnello scottato con stratificazione di melanzane e sabbia al cacao.
Lascia il segno.
Accompagnato da una rilettura leggera della parmigiana di melanzane al cioccolato e presentato perfetto nella cottura.
Da venire qui per provarlo di nuovo.
Terra di nocciola con mousse al formaggio crumble alla nocciola cremoso alla nocciola e gelato alla nocciola riduzione di nocino.
È il dessert.
Dolce non dolce.
Goloso, ma lieve.
Ispirato dal frutto e dal liquore tradizionale di questa parte della Campania.
Buoni i pani.
La carta dei vini è in divenire, ma ha per ora valide scelte regionali.
Il servizio è giovane, ci sono Gianni Barretta e Solange Volpicelli, garbato, puntuale e professionale.
Insomma, questo posto merita attenzione.
Un commento
I commenti sono chiusi.
Ricordo una storiella su Picasso il quale un giorno pretese una folle cifre per uno schizzo ed il compratore chiese come fosse possibile chiedere tanti soldi per così poco tempo di lavoro e Picasso disse:”Poco lavoro per il bozzetto ma una vita per pretendere questi soldi”.
In questo ristorante siamo in periferia, purtroppo brutta e amorfa di Napoli. In sala c’e una brigata giovanissima ed inesperta( anche se volenterosa). Anche in cucina è la gioventù a farla da padrona. Però il menù ha prezzi da stellato in costiera. Ma ci piacciono le sfide e, invogliati dalla recensione di Pignataro decidiamo di spendere questi soldi per le proposte. Il risultato sarà deludente. Tutto è abbastanza corretto, molto impreciso nelle esecuzioni dei piatti ma niente di cattivo, solo una cucina con una certa tecnica che HA BISOGNO di tempo per evolversi e per arrivare a meritare i prezzi richiesti dal menù.
La carta dei vini di quattro pagine presenta comunque notevoli buchi.
Insomma, credo che una revisione dei prezzi più centrata sulla reale proposta e sull’attuale qualità dell’offerta ristorativa appunto IN RODAGGIO serva a far CRESCERE la brigata di sala e di cucina attirando quei pochi clienti disposti a spendere UN PO di più sopratutto in queste zone.