Villa Treville, Positano e il fascino dei grandi vini tra Toscana e Campania
di Adele Elisabetta Granieri
Per molti ristoranti della costiera vale la triste equazione ”maggiore il fascino del luogo, minore la cura della cucina e della sala”, così si finisce spesso per andare a tentoni nella vana speranza di trovare in un piatto preparato “comme il faut”, in una selezione di vini interessante e un servizio attento. La congiuntura del “bello e buono” è estremamente rara, ma in alcuni casi può raggiungere vette iperboliche. È il caso di una cena-degustazione al ristorante Maestro’s di Villa TreVille a Positano, storica dimora del regista Franco Zeffirelli, oggi lussuoso hotel di proprietà della famiglia americana Friedland, che ne ha mantenuto intatto il fascino.
La suggestiva terrazza affacciata su Positano e sul mare blu intenso, ha fatto da palcoscenico ai vini di quattro aziende vitivinicole toscane e campane: Il Marroneto, Isole e Olena,Tenuta San Francesco e Vigne Guadagno. I vini sono stati accompagnati dai piatti dello chef Vincenzo Castaldo, che porta con sé oltre 20 anni di esperienza, dapprima in giro per i grandi ristoranti del mondo, poi nelle cucine Don Alfonso al fianco di Ernesto Iaccarino, e ancora a bordo del Master Yacht Christina Onassis, di proprietà della famiglia Onassis, per poi ritornare a casa, nella sua Campania.
Il servizio del vino, impeccabile per tempistiche, temperature, scelta dei calici e degli abbinamenti, è stato coordinato da Francesco Marrone, sommelier e responsabile della cantina di Villa TreVille.
L’aperitivo di benvenuto è servito con i vini di Vigne Guadagno: un Metodo Classico da uve fiano, cremoso e avvolgente, e il Fiano di Avellino “Contrada Sant’Aniello” 2016, che qualche anno in bottiglia ha arricchito di richiami di nocciola tostata e pietra focaia, senza intaccarne la buona freschezza.
È il momento della “Triglia mediterranea all’ anice stellato”, un inno al pesce povero dei nostri mari, saporito e profumato, estremamente goloso. In abbinamento c’è il Costa d’Amalfi PerEva 2010 di Tenuta San Francesco in magnum, che a distanza di 11 anni sorprende per la straordinaria energia salina e si conferma un assoluto fuoriclasse.
Il “Carpaccio di manzo, mozzarella di bufala e tartufo nero” esegue alla perfezione il proprio compito di accompagnare ed esaltare lo Chardonnay Collezione Privata 2019 di Isole e Olena: sottilmente esotico e speziato, dal sorso pieno, rotondo e avvolgente.
I sapori campani giocano la carta dei “Cappelli di genovese d’agnello Laticauda con fonduta di provola di Agerola e tartufo nero”, voluttuosi e goduriosi, ma equilibrati e senza eccessi. La Toscana risponde con il Brunello di Montalcino 2016 de Il Marroneto: un rosso di grande eleganza, dal sorso vibrante e longilineo, che si distingue per una sottile nota mentolata e un sottofondo di terra bagnata.
La scottona dell’Irpinia, cotta magistralmente, fa da accompagnamento a Cepparello 2018 di Isole e Olena: potente, intenso e profondo, di grande carattere eppure equilibrato, con un finale incredibilmente fresco. Un grande rosso italiano, a cui gioverà sicuramente qualche anno in bottiglia, ma che si può bere subito senza commettere crimini gravi.
Un delizioso pre-dessert composto da Provolone del Monaco e sorbetto di noci di Sorrento, con la sapidità del formaggio e l’amaro delle noci bene in evidenza, compare con il Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2016 de Il Marroneto: un vino in stato di grazia, in cui i richiami di macchia mediterranea, scorza d’arancia e frutti di bosco si arricchiscono di soffuse note di tabacco e terra bagnata. Il sorso è armonico, caratterizzato da un elegante quanto fitto ricamo tannico e da una centrata acidità che esalta il lungo e appagante finale.
Sorpresa della serata il Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2013 de Il Marroneto in magnum. Prima annata dell’iconica riserva aziendale, è un vino che affascina per l’equilibrio, la profondità e la maturità di frutto. I richiami di frutti di bosco e rabarbaro si fondono a cenni di erbe officinali e corteccia, intensissimi, eppure così freschi e raffinati. Il palato è materico, ricchissimo, suadente, infinito. Un vino che sfida la perfezione e che sfiderà anche il tempo.
Il dessert composto da fichi, nocciole di Giffoni e caprino è fresco ed equilibrato come il Vin Santo 2009 di Isole e Olena: uno straordinario fine pasto in cui le note di nocciola tostata e mela cotogna si muovono su un sottofondo che unisce il tabacco da pipa il mallo di noce e la scorza d’arancia. Il sorso è avvolgente e vellutato, fresco e mai stucchevole, con un finale netto di frutta secca.
Il ristorante Maestro’s è aperto tutto l’anno a tutti, anche a coloro che non soggiornano nella struttura, con la possibilità non solo pranzare o cenare, ma anche semplicemente bere un drink in compagnia.