Villa Santo Stefano la nuova era dei vini lucchesi
di Monica Bianciardi
Chi abita in toscana per nascita o adozione non può restare indifferente al fascino dei suoi borghi storici contornati da campagne con paesaggi unici i cui prodotti del territorio e la tradizione culinaria hanno radici che affondano in un passato antico.
Questi sono in motivi per cui nel 2001 Wolfgang Reitzle, ingegnere con lunghi anni in Bmw, Ford, Jaguar e Land Rover, uno dei top-manager della Germania insieme alla moglie Nina Ruge, conduttrice di telegiornali e programmi televisivi della tv tedesca, rimangono affascinati dalle colline toscane e decidono di acquistare “Villa Bertolli” dalla famiglia Bertolli, assieme ad alcuni oliveti e ad un ettaro di vigneto. In origine la villa appartenuta a nobiliari famiglie lucchesi, serviva da sede per le battute di caccia.
Un promontorio in mezzo al verde con uliveti intervallati da boschi ed ampi tratti vitati. Villa Santo Stefano, prende il suo nome in onore della vicina Pieve del IX secolo. Situata a cavallo tra la Val Freddana e l’altro versante collinare che discende verso verso la piana di Lucca è in un tratto collinare appartato fuori dalle rotte più battute. Dominante dal punto più alto la vallata sottostante degrada verso il basso con un panorama aperto e soleggiato. Reitzle e la moglie erano già approdati a Lucca verso la fine degli anni 90 dopo che per anni avevamo scelto la Toscana, come meta per le vacanze. Una scelta dettata dalla bellezza della campagna, e dalla vicinanza alla città di Lucca ed al il mare.
Wolfgang Reitzle da sempre amante e conoscitore del buon vino decide di migliorare la qualità dei vini che qui sono prodotti con l’obiettivo di riuscire a produrre il vino più buono della zona della Lucchesia. Un proposito ambizioso verso il quale Rietzle investe molte energie e capitali. Inizialmente si avvale della consulenza di Carlo Ferrini per la creazione dei nuovi impianti vitati, introducendo anche diversi vitigni internazionali come Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot oltre agli autoctoni Sangiovese e Vermentino. La nuova cantina viene costruita nel 2014 per un condensato tecnologico all’avanguardia con una attenzione al contesto stilistico che rimane in tema con la restante dimora grazie all’utilizzo per la costruzione di materiali originali. In seguito con l’espandersi dei vigneti la scelta ricade su l’enologo Alessio Farnesie oggi si producono circa 35 mila bottiglie di vino con una impronta stilistica pulita e nuova, una produzione qualitativa per vini di spessore.
Tasting notes
Un evento per presentare i nuovi prodotti con degustazione di alcune annate dei vini di punta, a cui ha fatto seguito il pranzo nella bellissima location aziendale.
Gioia 2019 IGT Toscano Vermentino 100%
Vigneto di circa un ettaro prima annata prodotta 2014, vinificazione solo acciaio. 5000 bottiglie prodotte.
I profumi rimandano alla tipicità del vitigno con sentori di mandorla fresca, fiori delicati di camomilla ed erbe aromatiche, palato proporzionato e fresco con parte centrale agrumata e rinfrescante che si allunga su un finale ammandorlato e vibrante.
Gioia 2018
Toni caldi color oro e note burrose con lievi sentori idrocarburici si aprono su profumi maturi di albicocca e frutto tropicale in cui ritorna la mandorla e la macchia mediterranea. La bocca non indulge alla morbidezza rimanendo tesa e prosciugata da una mineralità appuntita, in cui indugia ancora una spessa vena di acidità, rimane smorzato sulla persistenza.
Luna Rosato 2019 IGT Toscano 50%Sangiovese 50% Merlot
Produzione di 5000 bottiglie. Rosa provenzale luminoso il profumo ha rimandi freschi di pesca, lamponi, melone bianco. I componenti aromatici ritornano nel palato determinando una beva volutamente semplice e rinfrescante.
Volo 2019 IGT Toscano 40% Petit Verdot 40% Cabernet Sauvignon 20% Alicante (prima annata di produzione)
Tratti erbacei con frutti sgargianti rossi e neri. In bocca si distende sul palato con tocco pieno a tratti quasi dolce, spinto da acidità e polpa i cui tannini morbidi con echi amarognoli che mantengono viva la tensione del gusto.
Sereno 2018 Sangiovese 80% ed un 20% tra Canaiolo, Colorino e Ciliegiolo.
Campione di botte circa 10000 le bottiglie prodotte, il vigneto del sangiovese ha circa 20 anni. Affinamento 12 mesi di botte grande. Profumi fruttati maturi, amarena corbezzolo con ampi sprazzi balsamici spezie piccanti, fiori rossi. Palato dettato dalla gioventù composto da polpa e freschezza con trama tannica giovanile e carnosità esuberante. Vino con potenzialità evolutive.
Sereno 2017 Annata particolarmente calda e siccitosa che si ritrova nei profumi di foglie di tè macerate nel frutto nero in composta, aromi cipriati cosmetici, sottobosco. Al palato morbidezza e avvolgenza sono rinfrescate dalla pienezza del frutto che ne delinea un profilo equilibrato, con chiusura integra e scorrevole .
Sereno 2016 Inizialmente criptico mostra un lato cupo che impiega diversi minuti ad aprirsi. Osssigenadosi improvvisamente svela un istinto quasi nordico con caratteristiche proprie del vitigno con tratti agrumati e ferrosi in cui si riscontrano floreali freschi di ciclamino violette e mentuccia selvatica. Palato che irrompe di freschezza teso da dinamismo e parte tannica percettibile ma non invadente, chiusura agrumata.
Loto 2018 IGT Toscano Cabernet Sauvignon 50%, Merlot 40%, Petit Verdot
13000 le bottiglie prodotte, vino di punta aziendale il 2018 è ancora in affinamento, verrà imbottigliato in Gennaio 2021. I profumi vertono su toni giovanili in cui è ancora ben presente il passaggio in legno, vaniglia, cioccolato al latte, tocco fumoso, il frutto è scuro e croccante su cui s’intrecciano il fiore rosso ed un tono dolce di caramella di fragola. All’assaggio ha un ingresso morbido vivacizzato da una vena fresca e dal tannino rotondo, sul finale riemerge il frutto dolce ed una rinfrescante nota mentolata. Vino dall’impronta internazionale ancora in fase di definizione ma che dimostra una buona stoffa evolutiva.
Loto 2017
Vino concentrato il cui taglio bordolese rimane appesantito da una nota alcolica ed maturità del frutto quasi sotto spirito che anche nel palato domina il gusto rimanendo contratto e prosciugante.
Loto 2016. Erbe aromatiche menta fresca e fiori viola e rossi aprono un bouquet deciso ed elegante che dimostra tensione con frutti scuri e spezie ben integrate. Il palato ha intensità morbido ben sciolto e carnoso, ben contrastato da un sostegno fruttato ed esuberante, tannini fitti ottimamente integrati nel sorso.
La degustazione è terminata con un pranzo sulla terrazza della tenuta curato da Riccardo Santini dell’Osteria il Vignaccio di Santa Lucia a Camaiore una garanzia di successo i cui piatti con ingredienti che rispettano la schiettezza toscana hanno contribuito a trovare il giusto abbinamento con i vini.