Vignaioli in Cucina: ad Eboli, 6 appuntamenti per conoscere cantine e vignaioli del sud
di Valerio Calabrese
Quando ci avviciniamo a un bicchiere di vino, spesso ci concentriamo troppo sugli esami visivi, olfattivi e gustativi. Tuttavia, dietro ogni etichetta di vino si cela molto più di una semplice bevanda: c’è una storia, ci sono sacrifici e, soprattutto, ci sono uomini e donne che dedicano la propria vita e la propria passione alla produzione di questo nettare degli dei.
È questo spirito autentico che si respira nei locali di “Alberto”, l’osteria resistente nel centro storico di Eboli, gestita con amore e dedizione da Giovanni Sparano e Laura Fantastico. Da cinque anni, questo luogo accogliente si impegna nella valorizzazione di prodotti autentici e identitari, offrendo ai propri clienti esperienze culinarie e sensoriali uniche, con una fornitissima cantina di vini biologici e naturali, unita a piatti tipici della tradizione locale ma non solo.
In questo periodo dell’anno, poi, tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, “Alberto Ritrovo” si trasforma in un palcoscenico per grandi artigiani del vino. Questi vignaioli, veri e propri custodi del territorio, vengono presentati in un ciclo di eventi chiamato “Vignaioli in Cucina”. Ma cosa rende così speciale questa serie di serate?
L’obiettivo non è solo quello di offrire una degustazione di vini, ma di creare un’esperienza completa che coinvolge tutti i sensi. Ogni serata è un momento conviviale e “dissacrante” intorno al tema del vino, dove i vignaioli non solo presentano le proprie creazioni, ma accettano anche la sfida di confrontarsi con i fornelli, preparando piatti tipici del proprio territorio. È un’occasione unica per avvicinarsi al vino in modo diverso, esplorandone la storia e la tradizione attraverso il cibo.
Il viaggio ha mosso i primi passi il 19 febbraio scorso, con l’azienda agricola irpina Boccella di Castelfranci, di Castelfranci, terra di Taurasi. Qui, tra escursioni termiche e maturazioni lente, Giuseppe e i suoi familiari producono con tecniche moderne e saperi antichi vini di carattere, che nella loro capacità di ammaliare il palato, mantengono tutta l’autenticità di un vino naturale.
La serata è stata un tripudio di gusto e sapori autentici, grazie ai salumi e ai formaggi di Castelfranci (con il Carmasciano a farla da protagonista) e i piatti tipici preparati con maestria da mamma Angela, arrivata ad Eboli con i suoi inseparabili strumenti di lavoro e le sue ricette antiche. I presenti hanno vissuto un’esperienza autentica e familiare, dove i segreti del vino si sono svelati tra un assaggio e un racconto, tra una storia di famiglia e un segreto della produzione, tra un maccherone tirato a mano e una cotica che si scioglieva in bocca.
Ma il viaggio nel sud, ideato dal padrone di casa Giovanni, eclettico operatore culturale (attualemtne direttore artistico del Barezzi Festival di Parma), appassionato di vini naturali e patron di Alberto, è appena iniziato. I prossimi appuntamenti, infatti, promettono altrettante emozioni e scoperte enogastronomiche. Lunedì 5 marzo sarà la volta delle cantine Porta del Vento di Camporeale (Pa), seguite il 26 dall’azienda agricola Le Quattro Volte di Cervicati (Cs), l’8 aprile dall’azienda agricola Camerlengo di Rapolla nel Vulture, il 22 dalla Cantina Giardino di Ariano Irpino (Av), per chiudere poi il 20 maggio con l’azienda agricola cilentana Salvatore Magnoni di Rutino.
In ogni serata, il vino sarà il filo conduttore di un’atmosfera identitaria e domestica, dove storie e tradizioni si mescolano in un connubio perfetto di sapori e profumi. È un invito a riscoprire il piacere di stare insieme, di condividere momenti di gioia e convivialità attorno a un buon bicchiere di vino e a una tavola imbandita di prelibatezze tipiche di territori ricchissimi di storia.
“Vignaioli in Cucina” è molto più di un semplice evento enogastronomico, è un viaggio emozionale che ci riporta alle nostre radici, celebrando la bellezza e l’autenticità del territorio italiano, quello del sud in particolare, attraverso i suoi vini e le sue tradizioni culinarie.
Un po’ Francesco De Sanctis, un po’ Carlo Levi, quello raccontato da Giovanni è il sud che ci piace davvero.