Vigna Segreta 2007 Falanghina Sant’Agata dei Goti doc
Proprio convinti della mancanza di espressività dei bianchi del 2007? Provando la Falanghina Vigna Segreta di Mustilli sicuramente cambierete opinione, chiamati ancora una volta a fare i conti con la incredibile forza di questo vitigno già dimostrata dalla 2001 di Libero Rillo tanto per citare un vino capace di attraversare il tempo al di là di ogni aspettativa conservando la necessaria freschezza. L’etichetta nelle prime due versioni ha conosciuto il passaggio in legno, ma la struttura e la potenza del 2007 le sovrasta sicuramente nonostante abbia conosciuto solo acciaio e vetro. Dalle idee di Anna Chiara Mustilli e di Fortunato Sebastiano sta nascendo un bianco capace di segnare una svolta in Campania? Presto per dirlo, intanto c’è lo studio su un clone di falanghina e una macerazione su fecce un po’ più prolungata del solito. Questa tecnica, complice naturalmente un’annata piena, ha portato la Falanghina ad esprimersi spogliandosi delle banali note floreali dalle quali spesso è caratterizzata nei primi mesi di vita, per indossare un vestito sicuramente più smagliante: c’è anzitutto la potenza minerale del suolo delle vigne di Sant’Agata dei Goti, impostando uno stile più simile a quello dei Campi Flegrei e soprattutto del Vesuvio. Poi anche sentori di frutta ben matura come l’albicocca e la pesca, e poi l’anice, il timo, macchia mediterranea. Ma questi descrittori, sapientemente annunciati durante la presentazione da Angelo Di Costanzo, migliore sommelier 2008 della Campania, non sono sufficienti per esprimere la forza e il carattere del vino. Un bianco capace di dare una indicazione precisa, tipica e riconoscibile: per troppo tempo gli enologi hanno lavorato con l’obiettivo di ammorbidire i vini campani, adesso è venuto il momento di cambiare registro dando modo all’acidità di esprimersi in tutta la sua forza favorendo la beva, facilitando l’abbinabilità, allungando le possibilità di vita del bianco in bottiglia per qualche anno. Alle prese con una crostata di tagliolini e una genovese di carne con verza preparate dalle cucine di Palazzo Rainone, la dimora aperta dalla famiglia Mustilli ai loro ospiti, Vigna Segreta ha dimostrato la sua assoluta superiorità nel fronteggiare piatti strutturati ripulendo il palato a dovere. Una uscita folgorante dunque, capace di appagare quanti amano questo vitigno, da spendere tanto sulla cucina di mare quanto su quella terragna contadina purché non sia eccessivamente pomodorosa. Da comprare e bere. Da comprare e conservare per ancora molti anni perché sono convinto che il meglio lo deve ancora esprimere.