Vigna Pironti e l’orgoglio del Lacryma Christi del Vesuvio


Robeno Cono e Antonio Ambrosio, Vigna Pironti (foto di Sara Mart)

di Sara Marte

Vi va di provare il Lacryma Christi del Vesuvio in una delle sue espressioni più vere? Perfetto! Allora siete nel posto giusto. Accolti da Robeno Cono, appassionato e preparato cantiniere e Antonio Ambrosio che si occupa della parte commerciale, arriviamo nel cuore di San Giuseppe Vesuviano, presso l’azienda Vigna Pironti. Le famiglie Ammirati e Carillo, già molto noti per imprese di successo sul territorio, fondano ufficialmente nel 2007 la cantina, anche se imbottigliavano già il proprio vino dal 2005. Antonio, nipote di uno dei proprietari, racconta però che la storia familiare affonda le sue radici nel vino già da più generazioni tant’è che il nonno materno era commerciante di vino e quello paterno faceva le botti di castagno tipiche per il trasporto. Oggi la passione per il vino e l’amore per il territorio fanno parlare queste famiglie con orgoglio del Lacryma Christi del Vesuvio. La loro produzione, infatti, ruota esclusivamente attorno ai vitigni principe della doc quali coda di volpe, falanghina, piedirosso e aglianico. Scelta attenta e mirata in cui si decide di puntare sulla professionalità, il lavoro in vigna certosino e accurato e ciò che naturalmente la terra può regalare al vino.

Lo splendido colpo d'occhio tra filari e ulivi, Vigna Pironti (foto di Sara Marte)

Sono 12 gli ettari di vigneto di cui 10 racchiusi in un unico corpo, cosa molto rara nel marasma di frammentarietà territoriale del nostro Vesuvio.  Qui svetta la villa del 1800 del Duca Pironti da cui il nome dell’azienda e più avanti un’antica casa dei coloni in cui progettano di poter fare accoglienza. Nessuna fretta però perché, proprio come spiega Antonio Ambrosio, si lavora di meta in meta con calma e tenendo sempre presenti gli obiettivi. Buona mentalità imprenditoriale ben fusa con il senso della terra: prezioso ed efficace binomio.

Passeggiando attraverso i lunghi filari assieme a Robeno Cono e Antonio Amborsio, Vigna Pironti (foto di Sara Marte)

 

Dettaglio: Terra nera del Vesuvio e Piante rigogliose, Vigna Pironti (foto di Sara Marte)

Passeggiando attraverso i 10 ettari di vigneto a circa 300 metri s.l.m. Robeno spiega che sono impianti di circa 10 anni di età, mentre i due ettari rimanenti, posti a Terzigno, sono ad un’altezza di 500 metri. Il suolo è quello tipicamente vulcanico con presenza di lapilli. Il perimetro, invece, della splendida vigna è puntellato da alberi di ulivo e qui e lì compaiono colture tipiche come i cachi o l’albicocca del Vesuvio.

Alveari immersi fra gli alberi da frutto (foto di Sara Marte)

Interessante il colpo d’occhio degli alveari presenti per favorire l’impollinazione naturale. Tornati in cantina per la degustazione, colpisce la cura per le etichette sulle quali compare, come simbolo aziendale, un antico torchio ritrovato a Villa Bifulco, nel comune di Ottaviano.In ogni dettaglio scopriamo ancora strettamente il territorio. I vini, assai aderenti alla terra di appartenenza, viaggiano tutti sulle note di estrema freschezza e buona materia. Dall’annata 2011 segnaliamo la mano dell’enologo Claudio Gori che ha certamente regalato un suo slancio.  Scelgo due vini che mi hanno piacevolmente colpita pur apprezzando tutta la gamma.

Lacryma Christi del Vesuvio Casa dei Vettii 2011, coda di volpe 100%, Vigna Pironti (foto di Sara Marte)

 

Il Lacryma Christi del Vesuvio Casa dei Vettii, coda di volpe in purezza e solo acciaio, lascia individuare pian piano il territorio tra le sue note di vulcano, soffi lievissimi di agrumi e sottili note di erbette spontanee, l’alcol è ben equilibrato da una spinta fresca e sapida per un finale persistente e chiusura leggermente ammandorlata. Un sorso che sa di coda di volpe del Vesuvio e non ci pare dir poco.

Lacryma Christi del Vesuvio Bianco Bocciarda 2011, Vigna Pironti (foto di Sara Marte)

Un altro bianco molto espressivo e rappresentativo è Il Lacryma Christi del Vesuvio Bocciarda 2011. Composto dal più classico blend di 80% coda di volpe e 20% falanghina ha un naso intenso e profumato di frutta turgida del Vesuvio e i fiorellini gialli. Bellissima mineralità, buona freschezza e grande sapidità per un sorso lungo , rigenerante e godibile. Bicchiere certamente autentico e varietale. Andiamo via con un’idea molto chiara: qui si fa un bel lavoro con l’obiettivo preciso di rappresentare in maniera pulita e distintiva il nostro Vesuvio.

Vigna Pironti è in via Cortile Ammirati 10/11/13B a San Giuseppe Vesuviano (NA). Tel 081 8271972, Fax 081 8210704 . www.vignapironti.it  email: [email protected]. Bottiglie prodotte: 60.000. Enologo: Claudio Gori. Ettari:12. Uve: falanghina, coda di volpe, aglianico e piedirosso.

 

19 Commenti

  1. La sabbia cinerea che si vede a terra tra le vigne la racconta lunga sul terreno dove cresce quest’uva e di cosa puoi ritrovare nel bicchiere. Ciao Sara.

  2. Vesuviano DOC sono sempre stato un forte sostenitore del lacryma nonostante i suoi alti e bassi e i dubbi sulla sua provenienza e quello che si trovava in bottiglia. Adesso il Vesuvio produce ben altro. Oggi per certi nomi, piccoli e interessanti, finalmente parliamo di qualità. Vigna Pironti è molto cresciuta negli anni e per me fa qualità. Sono certo migliorerà sempre di più perchè se avete provato la Bocciarda 2011, così buona fresca godibile, no potrete negare che siamo a livelli molto alti.
    Buon fine settimana a tutti,
    Domenico

  3. Un’altra di quelle realtà concrete, con i piedi per terra e che non vendono “fuffa”. Mi sa che di questo passo non si potrà più parlare male del Vesuvio.
    Complimeti

  4. Come scrive Mimmo Gagliardi le foto sono molto indicative , il terreno del vesuvio, le piante e guardare in faccia alla vigna , perchè , scusate se la considerazione è banale, ma per me è sempre valida, il vino si fa in vigna. Ammetto che non amo molto i vini in legno e infatti mi piace molto la scelta di queste due bottiglie nell’articolo della signora Sara. Ho provato tutt’e due i vini e non saprei proprio scegliere tra la tipicità più difficile del coda di volpe o la freschezza e bontà più immediata della Bocciarda. Bel risultato,LUIGI

    1. Guardi Luigi, magari banale, ma sacrosanto! Non è mai abbastanza affermarlo! :o)

  5. Ormai sono queste le realtà che devono rappresentare il Vesuvio e che fortunatamente già lo fanno. I nomi ultimamente non sono più quelli che stavano sulle dita di una mano ma sono molti di più. Non si puo’ più sentire inorridire la gente perchè gli offri un bicchiere di Lacryma Christi come è purtroppo successo in passato. Abbiamo questi Lacryma Christi e questi ci devono rappresentare.La Bocciarda è uno dei miei Lacryma preferiti ,fiori frutta e acidità. Qaunt’è buono! Forza Vesuvio continua così.

  6. Non è mai facile scrollarsi di dosso gli errori e i preconcetti eppure questo Lacryma Christi degli ultimi anni ha avuto la forza do continuare a rimanere in piedi e sempre con onore. DEVE esserci l’orgoglio per questo vino ed il rispetto per la terra e solo in questo modo faremo sempre meglio. Il Vesuvio ha ancora tanto da offrire e se si continua a lavorare così bene la terra e poi in cantina senza maneggiare troppo il vino allora sarà tutto in discesa.
    Italo Orgoglioso Vesuviano

    1. Grazie Michele! sai con una buona materia prima e le dritte giuste è più facile! ;o)Ti abbraccio

      1. Sara ha fatto un resoconto straordinaro perchè ha raccontato la realta senza fronzoli ma con grande passione

        @Michele visto che sommelier sforniamo sul Vesuvio ?? .. mà nn dipende da noi …in realtà lei aveva già talento.., grande l’umiltà unita alla passione per le cose che fà.

        Pasquale Brillante.

        1. Grazie Pasquale! E’ sempre bello ricevere questi commenti sinceri e disinteressati. Sappi che i momenti condivisi con l’Ais Comuni Vesuviani e assieme a te per me sono stati preziosi e non ho mai esitato a dirlo.
          Ti abbraccio forte.

  7. Buon pomeriggio SARA fare i complimenti per l’articolo e’ pleonastico la tua professionalita dice tutto.Comunque viva la franchezza ed io personalmente fin quando i miei titolari lo consentiranno continuero ‘ad impegnarmi…..i complimenti per un b8uon lavoro sono sempre ben accetti,ma bisogna ancora lavorare tanto mai abbassare la guardia specie nel mondo del vino e sul nostro amato e bistrattato VESUVIO.Con sincerita Cono

  8. Ritrovo in questo appassionato articolo la nitida freschezza e la grande passionalità che esprime Sara nel suo approccio al mondo del vino.

    Se l’azienda guidata delle famiglie Carillo e Ammirati, saprà continuare con passione e determinazione nel cammino intrapreso , da questa vigna ,da questi uomini assaggeremo nei prossimi anni grandi vini espressione del territorio vesuviano.

    Una realtà in crescita …

    Un gran bell’articolo :-)

    Pasquale Brillante
    Delegato
    Associazione Italiana Sommelier
    Comuni Vesuviani.

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