Vigna Grotta Piana Ravello Bianco Costa d’Amalfi Doc 2017 Ettore Sammarco
di Enrico Malgi
La Costa d’Amalfi viene osannata per le sue meravigliose e pittoresche bellezze paesaggistiche e naturalistiche, tanto da essere stata riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1997 e prima ancora, e precisamente nel XVIII secolo, è stata inserita nei favolosi itinerari del Grand Tour di tutta l’Europa. Ogni anno accorrono qui migliaia e migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo per ammirare il suo affascinante e struggente panorama, godere del suo meraviglioso mare e beneficiare dei suoi straordinari prodotti enogastronomici.
Un posto di riguardo lo merita sicuramente la seppur minimalista e faticosa viticoltura perché da essa si ricavano vini eccellenti, frutto di una dotazione ampelografica prettamente territoriale, laddove sono assolutamente banditi vitigni internazionali e/o nazionali, lasciando spazio soltanto a poche specie varietali campane come l’Aglianico, il Piedirosso, lo Sciascinoso, la Falanghina e la Biancolella, mentre Tintore, Serpentaria, Tronto, Ripoli, Ginestra, Ginestrella, Pepella, Fenile e San Nicola rappresentano le varietà indigene che si allevano soltanto in Costiera.
La prima azienda vitivinicola commerciale sorta in Costiera Amalfitana è stata quella di Ettore Sammarco di Ravello agli inizi degli anni ’60 del secolo scorso, retta attualmente dal figlio Bartolo. Pochi gli ettari vitati e, naturalmente, limitate le bottiglie prodotte, ma sicuramente connotate di ottima qualità.
Più di una volta ho avuto l’occasione di degustare i vini aziendali e li ho sempre trovati straordinari. In questi giorni ho scoperto nella mia cantina un bianco che mi ha sempre affascinato e di cui ho riassaggiato lo stesso millesimo a distanza di quasi sei anni dall’ultimo mio report: Vigna Grotta Piana Ravello Bianco Costa d’Amalfi Doc 2017. Blend di Ginestrella, Falanghina e Biancolella. Fermentazione in acciaio, maturazione per metà in barriques di rovere francese e metà in acciaio e poi elevazione in bottiglia. Vino raro prodotto soltanto in annate particolarmente favorevoli, tanto è vero che di questo millesimo sono state confezionate appena 1.900 bottiglie. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo attuale intorno ai 35,00 euro.
Nel calice occhieggia un impavido e brillante colore giallo carico molto attraente. L’espansivo e ben ricamato bouquet è il fortunato depositario di un’ampia e variegata messe di sontuosi profumi che rimembrano in successione la mela renetta, la pera spadona, la clementina, la pesca bianca, la susina bianca, il melone bianco, le nocciole, la banana, l’ananas, il pompelmo, il gelsomino, la ginestra, il biancospino e le erbe aromatiche, unitamente a gentilizie speziate di chiodi di garofano, cannella e zenzero e da tracce terziarie. In bocca penetra un sorso succoso, stimolante, intrigante, rinfrescante, citrino, sapido, morbido, languido, cristallino, fine, elegante, raffinato, incisivo, balsamico, sulfureo, cangiante e godibile. Tensione palatale deliziosamente affascinante, voluttuosa, dinamica, aggraziata e seducente. Come diceva Voltaire “il tempo è galantuomo”, un aforisma che calza a pennello per questo meraviglioso vino, vero esponente di tutta la Costa d’Amalfi, che ha così mantenuto la promessa fatta di durare integro per tanti anni e penso che ne avrà ancora molti davanti a sé. Scatto finale persistentemente edonistico, Perfetto l’abbinamento che ho sperimentato personalmente su un risotto al radicchio rosso di Treviso e mozzarella pestana.
Azienda Agricola Ettore Sammarco
Ravello (Sa) – Via Civita, 9
Info@ettoresammarco.it – www.ettoresammarco.it
Enologo: Bartolo Sammarco con la collaborazione di Carlo Roveda
Ettari vitati: 11 – Bottiglie prodotte: 80.000
Vitigni: Aglianico, Piedirosso, Tintore, Sciascinoso, Serpentaria, Falanghina, Biancolella e Ginestrella.