Vigna del Vulcano Lacryma Christi del Vesuvio Bianco 2006 Villa Dora


Vigna del Vulcano Lacryma Christi del Vesuvio Bianco Doc 2006 Villa Dora

Vigna del Vulcano Lacryma Christi del Vesuvio Bianco Doc 2006 Villa Dora

di Enrico Malgi

Altro giro ed altro vino datato a svuotacantina. Questa volta si tratta dell’etichetta Vigna del Vulcano Lacryma Christi del Vesuvio Bianco Doc 2006 dell’azienda biologica Villa Dora di Terzigno della famiglia Ambrosio.

Controetichetta Vigna del Vulcano Lacryma Christi Bianco Doc 2006 Villa Dora

Controetichetta Vigna del Vulcano Lacryma Christi Bianco Doc 2006 Villa Dora

Blend paritario di Coda di Volpe e di Falanghina allevate alle pendici del Vesuvio. Maturazione in acciaio per qualche mese.

Alla vista si espone un luminoso e vivace colore giallo dorato. Il naso viene subito investito da una molteplicità di variegati e promiscui profumi, impazienti di librarsi nell’aria dopo una forzata e lunga permanenza in bottiglia.  Precedenza agli articolati e sensitivi aromi fruttati di mela verde, banana, ananas, clementina, pera, melone e pesca bianca, seguiti a ruota da essenze di gelsomino, ginestra, fiori di limone, tiglio, caprifoglio, aghi di pino, finocchietto selvatico, capperi, mentolo, balsamo. pietra focaia e pepe bianco. Spunti idrocarburici e fumé. In bocca penetra un sorso ancora pimpante ed acido, che alimenta così la percezione di una tagliente freschezza e sostenuto poi anche da un’ottima scorrevolezza che non ti aspetti. In appresso risaltano gradevoli afflati di morbidezza, eleganza, finezza, pulizia, sapidità, armonia, equilibrio, mineralità, naturalezza espressiva e temperamentale e fierezza tutta mediterranea. Energia ancora scalpitante, tonica e vibrante, segno che questo bianco non ha ancora raggiunto lo zenit. Lo scatto finale è abbastanza persistente e godibilmente amaro nel retrogusto. Siamo comunque in presenza di uno straordinario vino bianco vesuviano di eccelsa qualità, abbinabile a piatti di mare ed anche di terra e che rispecchia appieno il territorio.  Un bianco che può fare concorrenza al Fiano ed al Greco per quanto riguarda la longevità, come lo dimostra ampiamente questo millesimo di 18 anni.

 

Cantine Villa Dora

Strada Provinciale Zabatta, 252 Terzigno (NA)

Tel. 081 5295016

Sede sociale via Bosco Mauro, 1 – 80040 Terzigno (Na) Tel. 081.529501

[email protected]www.cantinevilladora.it

Enologo: Fabio Mecca

Ettari vitati: 13

Bottiglie totali prodotte: 70 000
Vitigni: Aglianico, Piedirosso, Coda di Volpe e Falangina

 

Scheda del 21 novembre 2014

Vigna del Vulcano 2006 Lacryma Christi Villa Dora (Foto di Mariana Silvana Dedu)

VILLA DORA

Uva: falanghina e coda di volpe
Fascia di prezzo: nd
Fermentazione e maturazione: acciaio

Quasi tutti i bianchi campani possono essere dimenticati in una madia e bevuti dopo una dcina di anni. Molti anche dopo quindici, una parte dopo venti. Nonostante questa prorpietà fantastica, ottenuta senza alcun particolare accorgimento, sono pochissime le aziende che hanno deciso di giocare sul fattore tempo come elemento di apprezzamento decisivo.

A parte i numerosi Fiano di Avellino che escono dopo un anno, voglio qui ricordare Marsella con due anni, Fontanavecchia con il 2001, De Conciliis con Antece e Perella, Maffini con il Pietraincatenata, Contrada Salandra e Agnanum con la Falanghina e, unica sul Vesuvio, Villa Dora con Vigna del Vulcano.

Si è trattato di una battaglia culturale enorme, uan partita che è stata appena vinta tra gli strati più consapevoli degli operatori a cui il grande pubblico italiano è purtroppo ancora impermeabile.

Ma lo straordinario vantaggio dell’attesa è stato ancora una volta confermato proprio con Vigna del Vulcano 2006 che incoraggia l’azienda della famiglia Ambrosio: Villa Dora vende in cassetta più annate di bianco, unica in Campania.

Con gli anni Falanghina e Coda di Volpe riescono a trovare un equilibrio perfetto: sulle preparazioni della braceria Bifulco a Ottaviano, un posto fantastico che sostiene presidi Slow Food e tantissimi prodotti di qualità degli artigiani e dei contadini del gusto della regione, ha espresso il meglio di se. In particolare è stato amore pure con uno spaghetto Gentile alla nocciola del Vesuvio.

Rispetto ai bianchi irpini, quelli ottenuti dalle uve coltivate alle falde del Vulcano cattivo hanno un’acidità meno esposta e determinante, la frutta bianca e la macchia mediterranea prendono decisamente il sopravvento dopo un paio di anni e questo 2006, a otto anni dalla vendemmia si presentava in modo tranquillo e composto, con una beva saporita e ben sostenuta dalla freschezza, allungato dalle note sapida e amara capace di caratterizare bene il bicchiere senza inutili e vetusti toni piacioni che invecchiano sempre il vino.

Una scelta molto intelligente questa di vendere il tempo, che sosteniamo con forza. Certo a capirla possono essere solo i bevitori intelligenti.

Sede a Terzigno. Via Bosco Mauro, 1. Tel. 081.5295016 www.cantinevilladora.it Ettari: 13 di proprietà. Bottiglie prodotte: 45.000

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