Viareggio (Lu). Ristorante Piccolo Principe del Grand Hotel Principe di Piemonte | La recensione di un fotografo professionista
di Lido Vannucchi
Ore 7,00 Domenica mattina dovrebbe essere festa ma oggi lavoro devo fotografare e voglio coltivare l’appetito, questa sera mi recherò nel regno di Giuseppe Mancino al Piccolo Principe
La giornata scorre uggiosa il tempo è di quelli: “ Se Dio vuole lavoro e non sto sul divano”, è importante stare in forma quando devi lavorare e fotografare. Credo sia un senso di rispetto verso lo chef, lui ce la mette tutta e tu svogliato e poco affamato ti siedi al suo tavolo, non puoi e non devi giudicare, ma io mi sono preparato, quindi:
Ore 7,00 Post Meridian si stacca dal lavoro doccia al volo, armadio una domanda che assilla mia moglie che tipo di ambiente è. Elegante, informale, classico, mi racchiudo nei miei pensieri e ne esco con Vestivano alla Marinara.
Ore 8,00 Post Meridian Partenza Autostrada 20 km e vai arrivato. Piove in maniera violenta, entriamo ed una giovane e carina Concierge ci invita a salire al 5 piano, penso subito ad una veduta mozzafiato, e l’aspettativa è ripagata, bella Viareggio ed il suo mare sotto una tempesta! Il Giovane e preparato Maitre Emiliano, ci accoglie è preparato pure sui nostri nomi, bene l’ambiente è reso più familiare, chiedo gentilmente di essere accomodato in un tavolo appartato, per fotografare i piatti che andremo a degustare.
Ore 9,00 post Meridian al tavolo una constatazione; la luce! indispensabile per fotografare,
No, il flash no, ma non c’è luce e indubbiamente quella prevista è di pessima qualità.
Gli Architetti aaaah che storia aveva ragione Roberto Benigni quando sbeffeggiava i Geometri, aggiungerei pure alcuni architetti. Ci viene offerto un Prosecco di Valdobbiadene dal nome: SOPRA LE RIGHE decisamente Dolce, per aperitivo avrei visto un’altra tipologia, ci viene servita acqua Voss dal design Bellissimo !!!. Ordiniamo da un Menù in brossura nero e ben esplicato, come antipasti: Lumachine di mare su letto di patate ratte, Tartare di manzo Giardiniera di verdure e uova di quaglia, passando ai primi ci soffermiamo, un po’ di più nella lettura per poter scegliere: Gnocco di patate rosse, scampi e pepe di Sechuan, zucca e ricotta di bufala-Riso vialone Nano mantecato allo Zafferano, animelle brasate e ristretto di coda di bue.
Chiedo la carta dei vini, gentilmente mi viene presentata, qui per me il momento assurge all’estasi, spesso ne vengo deluso; non in questo caso, ma non posso notare che mancano le perle enologiche Lucchesi, e alcuni vini della Nouvelle Vogue, mi faccio promettere che ovvieranno a questo e serenamente scelgo il Turbiana dei miei amici Filippi, ottimo vino biodinamico, grandi profumi, grande mineralità, buona freschezza un grande Trebbiano di Soave vinificato in quel di Castel Cerino, luogo magico dove vivo 5 giorni all’anno“Vinitaly”, (ricarichi molto corretti) BONUS.
Entrée ben presentata, su alzatina di Plexiglas, pure buona; questa piccola pasticceria salata.
Gustando e scrutando attorno notiamo che l’architetto sopra citato nel restyling della terrazza poteva fare meglio, ci presentano le amuse bouche: Spiedo di gamberi su cavolfiore e patate ratte, Foie gras su letto di barbe rosse, interessante abbinamento, ottime barbe rosse. Il pane, sicuramente lo chef ama panificare, ottimo buona fantasia un grande pane a doppia lievitazione con lievito madre di oltre 60 anni, crosta sublime e qui mi faccio spiegare il trucco, (ripassato sulla brace). Bravo Giuseppe, bel giochino.
Ci vengono serviti gli antipasti, porzioni “Non Cremona”, Luigi avrebbe avuto un sussulto sulla non comodissima sedia, il piatto di Patate Ratte con chioccioline di mare, avrei gradito meno patate e tendenzialmente meno dolcezza, un contrappunto acido sarebbe stato salutare, ma piatto decisamente valido.
La tartare di fassona buona, una porzione umana me ne avrebbe lasciato la voglia, ottima l’arbarella di giardiniera constato che l’agro è un tantino troppo ma alla fine il risultato è buono, passando ai primi il riso vialone nano allo zafferano e animelle tostate con coda di bue, ne avrei mangiato due porzioni ed infatti erano due, ottima la fattura dello gnocco ben fatto solo patate e una spolverata di farina, con scampi al pepe di Sechuan zucca e ricotta di bufala con aggiunta di tartufo marzolino, buon piatto un filino dolce ma gradevole, per secondo abbiamo ordinato Calamaretti spillo ripieni di mozzarella di bufala, cimetta di rapa e pane croccante, la mozzarella regnava padrona ma il piatto è di quelli che ricordi, un plauso alla verdura lo chef la sa amare ed essa gli risponde, buon uso dell’olio xvo sempre usato a crudo, il dolce ne riparleremo non ne abbiamo più,”fame” il dado è tratto solo piccola pasticceria sublime, un ottimo caffè una bella ed affascinante chiacchierata con il Maitre e lo Chef, che ci sublima con una latta di pomodoro San Marzano, da solo degustato il giorno seguente avrebbe meritato il viaggio.
Una gentilezza straordinaria e Mediterranea ci congeda, un buon ristorante nel panorama dell’ormai ricco tessuto culinario Lucchese, una delle città con più CIELO STELLATO.
Grazie Giuseppe Sig. Mancino Chef di nome e di fatto.
Tratto da un’ interpretazione di un fotografo gourmet
Hotel 5 stelle
Ristorante Stella Michelin da 2 anni
Piazza Puccini, 1
Tel.0584.4011
www.ristorantepiccoloprincipe.it
Chiuso lunedì
Chef Giuseppe Mancino – in sala Emiliano Milza – Sommelier
21 Commenti
I commenti sono chiusi.
Foto bellissime ma è il minimo che ci aspettiamo da un professionista arrivato secondo, ach maledetti francesi !, al “Best wine book of the year”. Piacevole anche la descrizione dei piatti ma dimmi, Lido, eri reduce da una vacanza in un hotel MERIDIaN ? :-))
Bravissimo Lido!!! So io da quale scuola vieni…ma per favore, fai qualcosa per lui , dal punto di vista fotografico lascia molto a desiderare…;-))
P.S. …e per fortuna che …non c’era luce…
Nun ce sta gnente da fa’… :-))
Grazie Leo non Maledetti Francesi ma Maledetti Cinesi, ha vinto il libro della Cina tre tomi da oltre Trecento euroni sui Vini e le regioni del Vino Cinese, era presente alla premiazione mezza Cina e Consolato Cinese, stai a vedere che ora ci ritroveremo a bere e a recensire vini cinesi. Bhee comunque sono contento miglior libro Italiano ed Europeo, e secondo al Mondo, il bello è che non ho ancora assaggiato un vino cinese speriamo che …….. Ciao Lido
Speriamo di non doverli assaggiare “inconsapevolmente”, i vini cinesi….
Giusto Gianluca sinceramente la cosa mi preoccupa. Ciao Lido
L’articolo fatto non sembra portare assolutamente giustizia alla cucina del Principe, ne tantomeno a Giuseppe Mancino. Brutta cosa quella di correggere il piatto di uno chef quando non si è chef. Mancanza di elasticità e abitudine alle degustazioni professionaili, in un giudizio saltellante e squinternato. Non si va in un locale per dire che tutto quello che si è mangiato TU lo avresti fatto in un modo diverso. Bisogna invece aprire un ristorante e smetterla di fare discorsi che non stanno ne in cielo ne in terra. Un consiglio a Luciano Pignataro è quello, prima di pubblicare pezzi come questo, di andare personalmente nei locali ad assaggiare i piatti e a conoscere gli chef evitando di mandare in giro suoi fidati e un altro consiglio, invece, rivolto al fotografo che ha fatto questa recenzione è quello di continuare nella sua professione di “fare foto”, lasciando perdere le recenzioni fatte a tavola! A volte, anche non volendo, si creano dei danni incredibili al lavoro delle persone che sarebbe meglio evitare!!!!!
detesto questo modo di sparare sulle persone senza nulla conoscere di esse, al di là dell’abominevole abitudine di non firmarsi con nome e cognome. poi dover mostrare il curriculum a un perfetto qui e al momento sig .nessuno mi pare assolutamente non necessario, caro lido. ogni cosa a suo tempo e con le persone giuste.
se ha cura di leggersi la lista dei ristoranti da me frequentati solo l’anno scorso, nei tre post di gennaio, forse le sarà sufficiente e abbondante il mio, di curriculum.
l’estate scorsa, piu’ volte invitato da Mancino sulla bellissima terrazza dell’hotel di viareggio, mi recai , in compagnia di un altro che gira per ristoranti dal 1985, leo ciomei, ad assaggiare la sua cucina. Che trovammo discreta ma assolutamente perfettibile, carica di sapori e costruzioni già viste in moltissime esecuzioni di altri chef e priva di genialità. essendo stato invitato, decisi di non scrivere una recensione che sarebbe stata penalizzante anche rispetto i voti riportati dalle guide più importanti, ripromettendomi di riprovarci questa estate, nella speranza che Mancino nel frattempo cresca e maturi.
guidare una cucina ,lui così giovane, di un luogo importante e sotto i riflettori come il principe di piemonte puo’ anche creare ansia.
io gli auguro ottima fortuna e lo invito a diffidare di personaggi come lei, anonimi e che possono fare danni. la claque non serve a nulla. se è stupida come questa è anche controproducente.
Caro Cagliostro, Leggo e non capisco dove non avrei reso Giustizia alla Cucina di Giuseppe Mancino, se vuole essere più preciso, ho fatto un’anilisi personale dei piatti, e ripeto anilisi personale, citando perfettamente nome e cognome e professione, ho trovato tutto decisamente ottimo, mi sono permesso da persona credo addetta ai lavori, se vuole un curricula gli verrà fornito, di fare alcune semplici osservazioni, che credo una Persona intelligente come Giuseppe se vorrà ne farà tesoro, ho fatto solo alcune osservazioni da estata e come Fotografo forse qualche credenziale la ho, sulla luce e sulla scelta degli arredi, ma rimane pure questa una mia umilissima interpretazione. Forse lei è uno di quelli chef che bisogna osannare e inchinarsi a codesta tanta maestria, per l’alasticità e l’abitudine alle degustazioni ne vorrei parlare davanti un buon piatto magari si potrà ricredere. Un abbraccio affettuoso a Giuseppe Mancino che ritengo sia un Ottimo Chef con ottime credenziali, e un saluto affettuoso pure a lei.
Ps.Per la correzione dei piatti; uno Chef esegue ed un critico ne discute, da che mondo e mondo funziona così
Ma è vero io non sono un critico, ma lo dico faccio il Fotografo di Enogastronomia.
Lido, complimenti, recensione super-tecnica, hai inquadrato e zoommato i piatti anche con le parole!
Cristina
Giancarlo, la Guida dell’Espresso toscana dà solo un buon giudizio della cucina di Mancino, non distante da alcune tue osservazioni.
Scomodare il conte di Cagliostro per scrivere recensione con la z e tirar fuori la solita tiritera che chi non fa il cuoco non può parlare di cucina è una vecchia piaga dalla quale i ristoratori dovrebbero guardarsi bene
…quando si dice…mi hai tolto le parole dalla tastiera…
Signor Maffi, non si arrabbi più di tanto, del resto siamo pienamente d’accordo su una cosa: quando si è INVITATI, come riferiscono i bene informati dalla lontana Viareggio che visito ogni tanto, poi, dopo, non si fanno recenzioni (mi piace scriverlo con la “z”, avete notato? E’ un po’ un segno distintivo che piaccia o no). Insomma….non ci si fa invitare per poi trovare difetti e pecche nei piatti offerti. Si va si PAGA e poi dopo si fa quello che si deve fare. Quindi, come lei ha giustamente definito abominevole firmarsi con un nomignolo, io la invito a riflettere su quest’altro abominevole aspetto, che mi sembra un errore “professionale” abbastanza “deprecabile” e concludo augurandole, nel caso di un ritorno al Piccolo Principe o in altri locali ai quali confezionate con dovizia di particolari questi SERVIZI, di trovare la stessa accoglienza.
Cagliostro, qual è il punto?
e se fosse castrato cioè senza attributi, anzichè …………..cagliostro………..
Correttezza e serietà, tutto qua. Si potrà anche esprimere un parere su una vicenda “anomala” o solo voi potete dire quello che volete, quando volete e su chi volete? Signori, siamo veramente alla follia. Vi da fastidio che qualcuno commenti un fatto poco felice. Ma perché?
Perché sì
Sig. Cagliostro “abominevole aspetto” che parolone, magari analizzi meglio l’intero aspetto, o pertanto si informi meglio, la invito ad informarsi nei particolri, avvolte molto importanti, e se parliamo di correttezza sicuramente da lei non prendo insegnamenti, e questo lo assicuro, in ogni caso credo che su questa recensione abbia preso un granchio, io le chiedevo di esplicarmi la sua visione dei lati negativi, ma lei preferisce litigre col Maffi “cosa Ardua”, non amo dare voti ma sgombro il campo da ogni se e ma, è… “14,5” voto sicuramete in linea con le guide di riferimento, quindi dove sta il problema, mi sembra una visita positiva, sicuramente perfettibile ma santo i Dio il piatto della vita è sempre quello che verrà e Giuseppe da Persona Giovane capace ed Intelligente saprà, arrivarci, magari dando poca importanza a persone che come lei fanno parlare la rabbia e non la lungimiranza.
Un abbraccio forte ed un pizzico di riflessione. Lido Vannucchi
Caro Lido,
discutere con persone tipo Cagliostro è come cercare di convincere un rapinatore a non toglierti il portafoglio usando solo le buone maniere
Cagliostro è un troll vigliacco e incompetente che agisce per conto di… Come tutti i troll, è solo pattumiera, quella che lui mangia nei suoi ristoranti preferiti
Lasciamolo al suo destino e continuiamo a stappare Krug, di Fiordelli
Premetto che stimo moltissimo Mancino come Chef e come uomo. Non sono di certo io a dover prendere le Sue difese, non ne ha bisogno. Ma sopratutto non ne ha bisogno ora perchè non ci sta il motivo. A me non sembrava una recens(z)ione brutta, anzi.
E’ anche ovvio che andare da Mancino crea delle aspettative e le pretese sono alte. In questo caso nemmeno tradite.
In fondo si parla sempre di serate, di una cena, non di un percorso. E sopratutto, anche se tecniche,sono sempre personali e discutibili….o no ? ma un’è il su bello avere opinioni ?
Io penso che nessuno metta in discussione che Mancino con Grande professionalità e talento è lo chef di un ristorante molto importante in un hotel molto importante che ha dato ancor più lustro alla Versilia e alla Lucchesia in genere.
Un progetto che è stato con coraggio affidato ad uno chef che allora era giovanissimo e che sta bruciando le tappe.
Spero che su questi punti siamo tutti d’accordo.(o no?)
Vorrei passare qundi ai saluti di rito .
Saluto il grande chef Giuseppe Mancino, un ragazzo ECCEZZIONALE sotto tutti i punti di vista e un grande chef da un grande futuro.
Magari se sta leggendo il mio commento spero che anche Lui scriva qualcosa, sarebbe interessante il suo punto di vista su questa vicenda o sulle considerazioni di Lido.
Un saluto grande a Lido , la tua recens(z)ione è molto bella, dinamica , divertente e mi ha molto incuriosito, mi ha messo ancora più voglia di tornare a gustare la cucina di Giuseppe,poi ti dirò se la penso come te.Come nelle foto, si vede che hai uno stile propio, riconoscibile ed identificabile,degno dei grandi.
Ecco , un appunto per Lido io l’avrei. Sarebbe secondo me sarebbe importante sempre scrivere nelle recensioni se il locale era pieno o vuoto…se eravate gli unici commensali o se eravate uno dei tanti tavoli….può aiutare di più a capire alcune impressioni, se è un locale che mantiene gli standard alti sempre o solo con 1 tavolo o due (come spesso ahimè capita in alcuni blasonati locali)…anche se io in questo caso non ho dubbi, sò che Mancino mantiene i suoi standard qualitativi con 2 o 200 persone e che il Suo locale macina coperti come pochi in versilia.
E per finire toglimi un paio di dubbi Lido :
A) Anche quando vieni nel Mio locale ti vesti a festa, ragioni davanti all’armmadio e ti prepari spiritualmente o no ?
B) un’è mia che hai fumato troppo sigaro prima di andare a cena ed è per questo che un sentivi acidità ma dolcezza ??::)))
C) Ma recens(z)ione come c…o si scrive allora ? con la ‘s’ o con la ‘z’ ????
Caro andrea da Giuseppe Vestivano alla Marinara, tu essendo in campagna, mi vesto da Campagnolo, Bravo centrato il concetto.
per rispondere alla tua domanda sul numero dei commensali circa 20, servizio perfetto e cordiale “sciolto” attese minime, per il fumo sempre dopo un buon pasto, un mezzo sigaro me lo fumo, qulla sera per Intero!!!!!!! Ciao Lido