Viaggio tra le vigne di Isole e Olena, cuore del Chianti Classico
di Simona Paparatto
Che atmosfera intrisa di magia regalano i paesaggi del Chianti Classico, incantevolelembo di terra, che si estende da Firenze a Siena!
Proprio qui, a Barberino Val d’Elsa Tavarnelle, nella parte nordoccidentale di questo fazzoletto, tra i due antichi borghi medievali da cui prende il nome, si trova Isole e Olena, la tenuta che, nel 1956, acquisisce il torinese Francesco De Marchi, quando ancora vige la mezzadria, la cui abolizione (1974), segna l’inizio della rinascita della viticoltura toscana.
Nel 1976, è Paolo De Marchi, venticinquenne figlio di Francesco, dalla visione futuristica ed antesignana, a cominciare la sua esperienza a Isole e Olena. Convinto sostenitore della qualità rispetto alla quantità, egli cerca di capire quale vitigno possa interpretare al meglio ognuna delle differenti conformazioni di terreno, in un territorio così particolare e messo (spesso)
ai margini del panorama vitivinicolo. Con una conoscenza di vitigni internazionali, pianta Chardonnay, Syrah e Cabernet Sauvignon. Studia i suoli, avvia la selezione massale delle migliori viti, scegliendo biotipi di sangiovese per creare vigneti di eccellenza.
Caratteristica fondamentale di Isole e Olena è l’unicità dei suoi vigneti (con impianti ad alta densità, e viti allevate a Cordone Speronato), interamente circondati da bosco, su cui agisce un clima mite, in perfetto accordo con la natura e con i suoi ritmi.
Fervente e concreto è l’impegno verso sostenibilità e biodiversità. Il restauro di antichi terrazzamenti, atto a contrastare l’erosione del terreno, è un progetto di riscoperta e di recupero, con un riferimento al duro e continuo lavoro dei vecchi mezzadri: anche questo è un segno della bellezza di questa zona viticola, che vede la mano dell’uomo, in perfetta simbiosi con la natura. Sono 156 gli ettari vitati, coltivati tra i 400 ed i 500 m/slm, in luoghiluminosi, con buona escursione termica, ove i terreni sono di diversa conformazione: dall’alberese (marna calcarea) al galestro, all’arenaria (pietra forte) e al flysch (scistotipico della zona del Chianti Classico).
Così è anche per il nuovo vigneto, in cui vi è un’alternanza di almeno sei differenti conformazioni, con particolare mobilità de sottosuolo, poiché derivante da epoche geologiche differenti e sovrapposte (caratteristica, peraltro, comune a tutto il Chianti Classico).
“La vigna nuova ha una zona di manganese, uno scisto rosso che si sfalda, ma è che strepitoso, poiché sarà in grado di regalare grandi soddisfazioni nel futuro, promettendo, sin d’ora, vini minerali, lunghissimi e dal nerbo sostenuto, quindi con ottima spalla acida, che porterà ad una grandissima capacità d’evoluzione. A tre metri di profondità, abbiamo rilevato anche presenza di marna blu. Questa è candidata a divenire una delle nostre vigne migliori”. Commenta così Emanuele Reolon, nuovo direttore di Isole e Olena, dopo un anno trascorso a fianco di Paolo De Marchi.
Laureato in Viticoltura ed Enologia presso l’università di Udine, ha lavorato come direttore generale nel Chianti Classico e ha maturato una vasta esperienza come direttore tecnico in Italia e Romania.
Reolon continua la mission della cantina, attraverso l’impegno nei risultati, anche dopo il passaggio del testimone, nel 2022, dalla famiglia De Marchi al gruppo indipendente EPI, già investitore in Toscana con l’acquisizione di Biondi-Santi a Montalcino.
Davvero suggestivo il pranzo tra i vigneti, in un posto incredibilmente bello: tutt’intorno boschi e colline, con il piccolo borgo di Olena e le splendide vigne a fare da sfondo. Tra una fetta di salame toscano, una tartarina di manzo battuta a coltello, un’inaspettatapappa al pomodoro ed una succulenta tagliata di chianina, significativo è l’assaggio degli Chardonnay Collezione Privata, una linea di vini innovativi di livello qualitativo decisamente alto, di cui ogni singola annata riflette le specifiche condizioni climatiche e la cura meticolosa nella vinificazione e nell’affinamento.
I suoli, di origine sabbiosa con molto calcare, sono rivolti a nord, ad altitudini intorno ai 450 m/slm: “Cinque ettari e mezzo totali, ma il vigneto originale è di 2,5 ettari, con le medesime piante del 1988”.
Le uve, da piante ad alta densità, vengono raccolte a mano. Dopo una pressatura soffice, il mosto fermenta in piccoli legni (selezionati da foreste specifiche) con uso parsimonioso e sempre più limitato (massimo 25-30%) di legno nuovo. La maturazione avviene sulle fecce per circa 10-12 mesi, durante i quali subisce batonnageperiodico (la pratica di rimescolare i lieviti fini) aumentandone struttura e cremosità. L’importante Chardonnay è un prodotto artigianale di grande levatura, vendemmiato dal 1987 a seguito dell’innesto di cloni francesi selezionati di chardonnay, sulle varietà di uve bianche.
Viene rilasciato ogni anno il 1° febbraio.
Quattro le annate in degustazione.
Ottima la 2021, che regala un sorso teso, agile e gustoso e chiusura rinfrescante, scalpitante, lunghissima, con riverbero di frutta bianca e fiori d’arancio.
L’annata 2022 ha, a mio parere, un potenziale ancora inespresso. Offre fresche note agrumate e floreali, con un’acidità vibrante. Sarà interessante seguirne l’evoluzione nei prossimi anni per comprenderne appieno il carattere, mentre la 2013, dal bouquet ricco di frutta matura, agrumi canditi e note tostate, al palato, offre una struttura equilibrata, confervente acidità ed un finale lungo e piacevole.
L’assaggio della 1988 evidenzia l’evoluzione della vigna e la maturità della pianta, donando buon equilibrio e sapidità in bocca.
Dopo molti anni, il vino ha sviluppato note evolute e complesse di spezie, frutta secca, miele, caramello. Struttura morbida e finale persistente.
Riepilogando: le più recenti, come la 2021 e la 2022, offrono freschezza e vivacità,mentre le più mature, come la 2013 e la 1988, mostrano complessità e profondità, evidenziando la capacità di invecchiamento di questo Chardonnay distintivo e rappresentativo del terroir toscano: piantare Chardonnay su terreni concepiti per vitigni a bacca rossa è un esempio di come Isole e Olena possa sperimentare e innovare, spingendo i confini della tradizione.
La volontà di Paolo De Marchi di creare un vino esclusivamente da uve sangiovese, importante e carismatico, si palesa nel Cepparello, prezioso supertuscan, che nasce nel1980. Sosta 18 mesi in barrique di rovere francese ed è dotato di profumi balsamici e fruttati, intensi e complessi. Robusto, potente e compatto nella sua struttura, ma di innegabile eleganza.
È un vino che riflette l’eccellenza della produzione toscana, capace di affascinare sia nell’immediato, che dopo anni di affinamento.
“Cepparello non proviene da singola vigna, ma da selezione delle migliori uve di sangiovese, con età media di 25 anni, scelte ad ogni vendemmia, in funzione dell’annata.
La vinificazione avviene in tini troncoconici di rovere francese. L’affinamento sta, invece, evolvendo verso il legno grande, con maggior spessore delle doghe, per un lavoro in “riduzione” in quanto, oggi, il cambio climatico dà uve più mature, con tannini evoluti rispetto al passato”.
Cepparello 2021 (100% barrique; 2022 10% botte grande; 2023 20% botte grande), è un vino giovane e vibrante, che mostra già grande eleganza e complessità. Ottima annata che offre un buon potenziale evolutivo.
Eccezionale è Cepparello 2016, già magnificamente bilanciato, ma con un potenziale straordinario. Saporito e succoso. È considerata una delle migliori annate recenti, capace di esprimere al meglio il carattere del Sangiovese.
Cepparello 2010 è un vino più che pronto, poiché ha raggiunto un’ottima fase evolutiva. È perfettamente bilanciato e rappresenta un’espressione estremamente raffinata del vitigno. È ideale da bere ora, ma ancora domani!
Il Chianti Classico è il punto di riferimento dell’azienda, prodotto per la prima volta nel 1969. Assaggio appagante quello dell’annata 2021, grande interpretazione di questo generoso Gallo Nero, con uvaggio 82% sangiovese; 15% canaiolo; 3% syrah. Le vigne hanno un’età media di 30 anni. La macerazione richiede dai 12 ai 15 giorni. Matura un anno in legno: barrique di legno nuovo 5%, tini da 40 ettolitri e botti da 27 ettolitri.
Dal color rubino vivace, rivela un impatto olfattivo floreale e fruttato, con rosa e viola in evidenza; poi ciliegia croccante e arancia sanguinella. Speziato e di fervente balsamicità. Palato teso e saporito, ricco, pieno ed intenso, di grande freschezza. Il tannino suadente e l’imprinting della nota alcolica sono dominati dalla prorompente acidità fruttata, che dirige verso una chiusura lunga, gustosa e soddisfacente.
A voi, cari lettori, non rimane che assaggiare…
Isole e Olena
loc. Isole 1, Barberino Tavarnelle
50028 Firenze, IT
Tel: +39 055 8072763
Mail: [email protected]
Sito web: www.isoleolena.it