Verticale Falerno Bianco Donna Jolanda di Volpara: 2010-2006
di Tonia Credendino
“Bisogna incominciare a perdere la memoria, anche solo a pezzi e bocconi, per rendersi conto che è proprio questa memoria a fare la nostra vita. Una vita senza memoria non sarebbe vita, così come un’intelligenza senza possibilità di esprimersi non sarebbe un’intelligenza. La nostra memoria è la nostra coerenza, la ragione, l’azione, il sentimento. Senza di lei siamo niente”. (Luis Buñuel – L’invenzione della gioia -Sandro Sangiorgi)
Lo sa bene Antonio Passaretta, che nel 1993 dà vita all’Azienda agricola Volpara, nel cuore dell’Ager Falenum, sulle colline tufacee alle pendici del vulcano di Roccamonfina, nel comune di Sessa Aurunca.
Dopo decenni dedicati alle produzioni agricole di vario genere, mi racconta Antonio, “ è maturata la convinzione che era giunto il momento di voler dare un valore aggiunto all’ azienda per realizzare un vino che portasse il nome della nostra terra, prodotto dalle nostre vigne, allevate da decenni dai nostri antenati”.
Con la vendemmia 2006 nasce la falanghina in purezza “Donna Jolanda”, e dopo cinque anni Antonio ha ben pensato di condividere con tanti amici l’emozione di una verticale per sfatare la consuetudine a bere bianchi d’annata ma soprattutto per rivendicare il valore del Falerno bianco sul fratello rosso.
Luogo d’eccezione per la degustazione, nel cuore della mitica Campania Felix, la “LOCANDA 1880”, sita nei sotterranei del palazzo Bianchini costruito proprio nel 1880, dove più di cento anni fa, si mischiava all’odore del tufo il profumo delle uve appena pigiate.
Patron del locale Tony Rossetti, proprietario con Bianchini dell’omonima azienda vinicola, con affetto e stima hanno sostenuto Antonio e collaborato alla realizzazione della prima verticale di Falerno Bianco.
Tutto è pronto, gli amici Salvatore e Alessandro a gran voce sostengono la degustazione, la prefazione doverosa, Donna Jolanda è prodotta da uve che crescono a 360m di altezza, dice l’enologo Nicola Trabucco- “ non ci sono vigne di falerno bianco ad un’altitudine maggiore”, Donna Jolanda, inoltre, è inserita tra i nuovi 21 crus dell’Appennino Meridionale il livello più alto delle garanzie per gli appassionati del vino autoctono della Campania, col marchio APPENNINODIVINO finalmente i grandi vini potranno fregiarsi della denominazione di CRUS DELL’APPENNINO sostenuto da una vera e propria carta d’identità, una sorta di impronta digitale del vino.
Si parte, al bicchiere la 2006, in veste dorata, esuberante al naso, coerente in bocca carezzevole, fresca, lunga al naso, persistenti i sentori di fieno e frutta matura, vino di cinque anni ma assolutamente non compiuto, più carico l’abito della 2007 che svela un’ampia e avvolgente morbidezza segnata da una graziosa traccia fumè.
La 2008 assolutamente estroversa il naso articolato accende vecchi ricordi d’infanzia dell’amica Anna (Il Giardino di Ginevra) che per prima segnala –“qui ci sento profumi di pera, ginestra, gradevoli sentori agrumati e erbe aromatiche”, ottimo il corpo arricchito da una bella scia sapida, puntuale l’apporto di freschezza.
La 2009 racchiude il bello e il buono delle annate precedenti, bocca dolce densa e avvolgente di buona intensità, arricchita da setosa sapidità. Energica e dinamica la 2010 dal gusto acerbo, sensazione semplice e pulita di un vino franco nelle sensazioni tipiche di una falangina vulcanica.
In conclusione di questa simpatica serata, alla Locanda si mangia pesce, come ogni mercoledi e venerdi, perché……da queste parti il pescivendolo passa solo due volte a settimana e oggi ha portato alici e baccalà.
3 Commenti
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Bell’articolo, è sempre bello leggere le emozioni trasparite su questa verticale, e volevo condividere con voi anche la pagina ufficiale dell’azienda Volpara su Facebook, di cui trovate il link anche sul sito.
http://www.facebook.com/pages/Volpara/151202344891260
negli ultimi hanni si sta osservando un continuo ingresso nel settore vitienologico di imprenditori di altri settori, capaci di ottenere il più delle volte risultati egregi. Nel caso di Antonio e Famiglia invece si osserva una “condizione in via di estinzione”: ossia la famiglia contadina che diventa imprenditrice di se stessa ottenendo risultati egregi con impegno, serietà e tanta passione per la propria terra. Bravo Antonio continua così. Il tuo amico e consulente Nicola Trabucco
Bello il racconto di una serata, nata dalla passione per il proprio territorio, talmente viva, da far superare le barriere dell’individualismo e che porta al confronto onesto e disinteressato per il bene comune .Credo si possa considerare il risultato migliore ,affinchè la professionalità e la competenza accompagnate dall’amore per il prodotto che si produce ,siano il punto di forza di chi ogni giorno sacrifica tutto pur di valorizzare al meglio cio che la terra ci dona.