Vendemmia 2009 sul Vesuvio, visita da Sorrentino
di Pasquale Brillante*
Nella cantina che ha vinto il premio Amodio Pesce per il rosato
La vendemmia sul Vesuvio è ormai avviata, programmo un rapido giro tra i vigneti di alcune aziende del territorio ascoltando in sottofondo le voci dei produttori e dei mediatori sui problemi legati al prezzo delle uve che quest’anno mettono in crisi la filiera.
Nel pomeriggio tappa a Boscotrecase per visitare i vigneti dell’azienda Sorrentino che produce vino sul Vesuvio da generazioni e per mantenere una vecchia promessa fatta a Benny, giovane e promettente enologa che dopo la scuola di agraria a Portici e la successiva specializzazione ad Alba, da due anni cura il processo di produzione dalla vigna alla cantina dell’azienda di famiglia. Mi accolgono in azienda Benny, il fratello Giuseppe e l’amica Anna. Dal terrazzo che sovrasta la cantina si vedono tutto intorno i 20 ettari di vigneti collocati tra il Vesuvio ed il golfo di proprietà dell’azienda.
Iniziamo la visita da alcune piante di catalanesca appassite,che mi spiega Benny, sono state utilizzate come test per una prossima produzione di passito che lei vorrebbe realizzare. Cominciamo subito dopo il percorso tra i filari del vigneto coltivato a coda di volpe e falanghina. Passiamo a fianco di Vigna Lapillo,il crù dal quale viene realizzato anche il rosato che ha vinto il premio come miglior vino nella categoria nel concorso del Vesuvinum di quest’anno.
Molto suggestivi sono sul percorso i numerosi filari a tendone che ci riparano dal sole,che sono pieni di uva penzolante, sia bianca che rossa. Quella di mischiare le uve bianche e rosse nello stesso filare, è un’usanza molto comune sul Vesuvio. Continuando il percorso, Benny ci spiega che l’azienda usa i protocolli del biologico,riducendo al minimo i trattamenti.
Finiamo il giro sui filari coltivati a spalliera di Piedirosso e Aglianico. Ritornando alla base, fotografo due uve che sono nel disciplinare di produzione della doc, ma che raramente ho avuto modo di vedere in questo momento della maturazione.
C’è anche verdeca,vitigno complementare a bacca bianca, che non è molto produttivo ed ha un grappolo compatto e piccolo. Più in la mentre risaliamo mi soffermo ancora a fotografare alcune piante di sciascinoso, vitigno a bacca rossa anch’esso previsto come uvaggio complementare nel disciplinare di produzione. Soddisfatto della visita e del materiale fotografico realizzato, ci avviamo nella saletta degustazione dove completeremo la visita.
Partiamo dal Catalò che ha buon riscontro anche da parte di esperti esterni al nostro territorio. L’annata che beviamo è il 2008. Il vino si presenta alla vista di un colore giallo paglierino molto scarico, mà caratterizzato da una bella vivacità. Al naso oltre alle note agrumate, notiamo che nell’evoluzione ad oggi, predominano le sfumature di frutta esotica. Al gusto la morbidezza e la finezza dei profumi ritornano per via retro nasale.L’acidità è ben bilanciata. Il vino è piacevole ed equlibrato.
Il secondo che mi propone è il Natì Coda di Volpe IGT in purezza dell’annata 2007.L’idea di provarlo, visto che si tratta di un vino non d’annata mi incuriosisce anche perché mi spiega Benny nè conserva in cantina alcune bottiglie,per poterle riassaggiare nel tempo e valutarne l’evoluzione. Alla vista si presenta di un colore giallo paglierino di bella vivacità. Al naso è veramente accattivante si avvertono note di miele,anice, frutta matura. In sottofondo compare anche quel minerale vulcanico che viene spesso evocato e poco trovato nei vini del Vesuvio.Al gusto è morbido fine ed ancora piacevolmente fresco. Anche questo vino come il Catalò si caratterizza per in buon equilibrio delle sue componenti. Ci ripromettiamo di riassaggiarlo più in là per valutarne la longevità.
Il terzo vino e d’obbligo a questo punto che sia il Rosato selezione Vigna Lapillo 2008 che ha vinto il concorso. Al naso si avvertono i fiori, petali di rosa, il fruttato: la prugna, l’albicocca. Al gusto e caldo e morbido,piacevolmente fresco e sapido. Faccio qualche domanda sul metodo di produzione, e Benny racconta come quest’annata dopo i miglioramenti introdotti sui tempi di contatto delle bucce e la gestione delle temperature di fermentazione ha dato riscontri positivi perche il vino e stato premiato all’estero in Francia e recentemente al Vesuvinum.
A questo punto mi sarebbe piaciuto concludere con la degustazione e rimandare il tutto ad una successiva visita, ma la proposta di assaggiare in anteprima un Aglianico in purezza, il Don Paolo 2007, dedicato al papà di Benny e Giuseppe, fondatore dell’azienda, che sta per essere commercializzato, non poteva essere disattesa. Il vino nel bicchiere, sprigiona subito intensi profumi, ed invitava alla degustazione. Al colore un rubino intenso,carico di buona consistenza. Al naso prevalgono i profumi intensi di frutta,fiori e spezie. Al gusto era caldo e anche abbastanza morbido con il tannino ben bilanciato dalla spalla acida. Un vino piacevole, interessante e ben fatto. Prima di andare via,una piacevole sorpresa l’assaggio del dolce di Anna, l’amica di Benny a base di crema e mascarpone con uno strato di frutti di bosco.
Ottima in abbinamento con la falangina passita prodotta dall’azienda. Una serata piacevole ed interessante. Dopo i saluti vado via con la sensazione che il Vesuvio può ben sperare con esempi come l’azienda Sorrentino, che pur legata al passato è proiettata al futuro con le nuove generazioni in azienda.
Azienda Vinicola Sorrentino Via Casciello, 5 – 80042 – Boscotrecase. Tel. e Fax +39 081.8584963. www.sorrentinovini.com
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*Delegato Ais Comuni Vesuviani