Vecchio Postale 2007 Aglianico Irpinia doc
Il piatto è una zuppa forte, preparata da Angelina D’Alessandro nella nuova casa dei Curti, cioè a Sorbo Serpico, dove la storica trattoria di Sant’Anastasia si è trasferita su invito di Enzo Ercolino. Il bicchiere non poteva essere altro che un Aglianico, rosso magari un po’ rustico nei modi e poco incline per i degustatori abituati a fare l’autopsia stile CSI ai vini, cioè quelli affascinati dal bicchiere e non dal territorio, dall’etichetta e non dalle persone, dalla bottiglia e non dalla storia. Ma un vino adatto, eccome se lo è, all’abbinamento con il cibo, a patto che sia Aglianico vero, non annacquato con Merlot o Cabernet, al massimo possiamo accettare il blend con il Piedirosso perché tipico campano o, fusion per fusion, con un po’ di primitivo pugliese giusto per restare nel nostro amato Regno delle Due Sicilie. Il Vecchio Postale nasce dal terreno argilloso e calcareo di Pietradefusi, da vigne a piede franco un po’ anzianotte, circa 50 anni, per questo poco prolifiche ma ben segnate dal gusto. Un vino niente male, visto che l’estratto, ossia la materia prima solida, è quasi di 40 grammi per litro, l’acidità guarda quota sette mentre l’alcol è a 13,5: insomma, c’è materia.
Ma quello che ci è davvero piaciuto di questa bottiglia, parliamo di circa 7 euro franco cantina, è la sua netta trama fresca molto diversa dai rossi a cui ci aveva abituato Enzo Ercolino: ed è proprio l’acidità, cioè lo scheletro del vino, a tirare avanti la materia con decisione e facilità rendendo agevole la beva. A quasi due anni dall’inaugurazione, il progetto di A Casa, la cantina presieduta da Tommaso Iavarone, continua dunque con molta determinazione ed esclusivamente sui vitigni autoctoni: dopo i bianchi, immediatamente convincenti anche se non emozionanti, prendono lentamente forma i rossi, in attesa del Taurasi. Enzo è un gran rabdomante del mercato, ne annusa gli umori più nascosti, lo insegue e si lascia inseguire in un eterno gioco di rimbalzo.
E noi, seguendo lui, capiamo ancor di più come sia il momento di vini diversi, abbinabili, capaci di essere in buon rapporto tra qualità e prezzo e che siano, soprattutto, risultato di grande, grandissima, viticoltura in campagna prima ancora che in cantina. Il Vecchio Postale è una espressione ormai compiuta: sappiamo infatti, anche dagli assaggi dello stesso millesimo di 74 Grands Cru di Bordeaux al Parco dei Principi a Roma, come la 2007 sia già sostanzialmente pronta e poco concettuale. Ma chi ha rispettatto l’acidità, in Francia come nella piccola Irpinia, ha in mano piccoli gioielli. Come questo Aglianico da serbare per il vostro dolce inverno, magari accompagnati dai piatti storici dei Curti. A Sorbo Serpico, non a Sant’Anastasia.