Vallesaccarda, Ristorante Oasis dei fratelli Fischetti
Oasis Sapori Antichi
Vallesaccarda
Via Provinciale 8
Tel. 0827.97444, 0827 0827.97021
www-oasis-saporiantichi.it
Sempre aperto. Chiuso il giovedì e la sera nei festivi
Ferie: due settimane a luglio
Le Soste, Jeunes Restauateurs d’Europe
di Marina Alaimo
Ci sono ristoranti che scegliamo perché la voglia di novità, per quanto fugace, ci spinge a cercare e sperimentare. Poi ci sono quelli estremi, dove sappiamo che lo chef sa osare e questo ci diverte con una certa vivacità. Ancora ci sono le trattorie di forte impronta tipica e popolare dove i piatti della tradizione evocano nella nostra mente dolci ricordi riconducibili all’infanzia ed al tepore della famiglia. E poi ci sono i ristoranti rassicuranti, dove sappiamo di trovare sempre quei piatti, precisi, senza eccessi o note stonate. L’Oasis di Vallesaccarda dei fratelli Fischetti appartiene a quest’ultima categoria, pertanto propone un menù che si ripete da tempo, con piatti di impronta classica e terragna, saggiamente snelliti per dar loro una chiave di lettura moderna.
Sono piatti che raccontano un territorio dalla forte tradizione agricola, ma anche pastorale. Qui passa l’antico tratturo che si spinge fino in Puglia, attraversando la Baronia, terra di grano e crocevia di passaggio dai monti della catena appeninica irpina al mare della costa napoletana e salernitana da un lato ed a quello della costa barese in direzione opposta.
Infatti sono numerosi tutt’oggi i pugliesi che si spingono all’Oasis desiderosi di provare la cucina della famiglia Fischetti. Come abbiamo già detto, i piatti hanno carattere tradizionale e una forte identità agro pastorale, sempre presentati al tavolo in maniera raffinata, come si addice ad un ristorante stellato. L’Oasis rappresenta un felice esempio di unione familiare, una forza imbattibile e di grande energia quando riesce ad essere così armoniosa ed operosa.
Così dal 1988 Puccio e Nicola in sala, Lina e Maria Luisa Fischetti nella cucina a vista, sono un importante e rassicurante punto di riferimento della ristorazione italiana d’autore.
L’impeccabile accoglienza non viene mai smentita, come l’eleganza degli ambienti, inducendoci a tornare ripetutamente per gustare l’ottima zuppa di cipolle di Montoro e caciocavallo podolico che insieme all’uovo di gallina ruspante all’occhio di bue, patate, limone e tartufo irpino già all’antipasto ci raccontano che siamo appunto in Irpinia.
Tra le paste artigianali le candele spezzate a mano riconducono la memoria a questo romantico rituale delle domeniche in famiglia, nella cucina della nonna, ma ci rammentano anche l’importante tradizione dei pastifici artigianali di Gragnano.
Le candele spezzate a mano sono condite con lardo, cacio e pepe mentre l’agnello irpino in cottura tradizionale con purea di patate affumicate al legno di faggio e vincotto di aglianico ci ricorda nuovamente che siamo in Irpinia e quanto sia piacevole tornare all’Oasis.
I piatti del menù segnano un tracciato di punti salienti di una gastronomia concentrica che parte dalla Baronia e si allarga sapientemente ad altri territori campani fino a spingersi nelle regioni vicine toccate dai tratturi che da tempi remoti solcano questi luoghi.
I prezzi sono poco più quelli di una trattoria ed in un momento di crisi come questa rappresentano un ulteriore spinta a venire ancora al ristorante della famiglia Fischetti a Vallesaccarda.
25 Commenti
I commenti sono chiusi.
Il ristorante più sopravvalutato d’Italia…
Io ci sono stato due volte recentemente e sono stato bene.
Ho gradito molto il rapporto qualità/prezzo e la cortesia della famiglia del locale.
Non capisco: si mangia bene, si paga il giusto, bella sala, personale e sevizio all’altezza…Sopravvalutato in cosa?
Più che con i gestori del locale forse ce l’ho con le guide tutte che pompano questo locale come fosse uno dei migliori d’Italia. Secondo me il 91 del Gambero Rosso ancora grida vendetta… e vado oltre, se l’Oasis prende una stella per servirmi “lasagnetta alla genovese con cannella”, cioè creatività pari a zero, allora utilizzando questo criterio i ristoranti premiati dovrebbero essere 1000, e non i 286 attuali…
Ah, e in tutto questo, quando ci sono andato io ho mangiato piatti normalissimi… da osteria, proprio come quelli che vedo in questa pagina.
Se vogliamo parlare di locali “di livello”, allora basta andare da Barrale a Sorbo Serpico, oppure anche a Mirabella Eclano, da Mirko Balzano.
Allora, secondo te, l’unanimità del giudizio di tutte le guide, che considerano questo locale uno dei migliori ristoranti d’Italia per la cucina tradizionale a cosa è dovuta? Al fatto che i titolari del ristorante paghino delle mazzetta ai direttori delle guide? O a cos’altro? Così, tanto per capire
Potrebbe (potresti) motivare quest’affermazione con elementi di cui si possa discutere, per cortesia?
ops, non avevo letto la replica! Quanto al ristorante, se il parametro unico (o principale) di giudizio è la creatività, credo tu abbia buone ragioni. Ma, come uno splendido articolo di qualche tempo fa su questo blog ci insegna, “qualità del prodotto, tecnica della preparazione, equilibrio fra gli ingredienti, creatività dello chef” sono i 4 parametri di Michelin (per restare ai soli francesi) per giudicare un ristorante.
Qualità del prodotto, tecnica ed equilibrio degli ingredienti: l’Oasis c’è!
ci sono stato nel 95 ed ho ancora il conto in qualche giacca……….ci riandro’
Ed anche una accoglienza cordiale e calda che predispone al meglio per il pranzo.ma chi lo dice che bisogna stupire per forza?
Se i toni non sono aspri capisco un pò l’intervento di David…92 è tanto, il Pagliaccio ha 89, mi pare Gennarino 92 cioè gli stessi punti….ciò non toglie che parliamo di un ottimo posto….ma 92 sono 3 forchette piene
I Fischetti non sono mostri di innovazione, dal punto di vista della creatività, ma se allarghiamo il focus, allora già conservare la tradizione a questi livelli di qualità e di materie prime merita senz’altro una stella e forse due.
L’innovazione non è l’unico dei parametri per valutare la cucina, è un elemento che deve essere comunque sempre essere relativizzato. In un panorama gastronomico dove ti portavano a tavoli l’antipasto di salumi e formaggio, la montagnella di fusilli e l’agnello bruciacchiato per secondo la cucina dei Fischetti è stata un balzo in avanti di enormi proporzioni culturali e gastronomiche.
A me piacciono tutte le cucine, purché, come per il vino, abbiamo un coerente progetto culturale e commerciale. Tutto va bene se fatto con mestiere e passione.
Appunto.Avercene di ristoranti “tradizionali” così…
E anche l antipasto di salumi e formaggi,i fusilli e l agnello se scelti da validi Produttori,preparati con buon olio e secondo sapienza antica hanno una loro dignità culinaria.Mica esistono solo le stelle a testimoniare un buon locale…….io preferisco le chiocciole :-))))))))
Appunto. L’Oasis, per la mia esperienza personale, è l’archetipo dell’Osteria premiata con la chiocciola da Slow Food. Ma da lì a celebrarlo come se fosse uno degli indirizzi top in Italia, perché questo ha fatto la guida del Gambero Rosso, mi pare un’esagerazione bella e buona. Oltretutto, pagando più di 60 euro a persona in una regione non propriamente esosa da questo punto di vista.
Ripeto, se voglio mangiare qualcosa di creativo, non rinunciando a materie prime spettacolari, allora vado da Marennà o da Villa Assunta, spendendo pure di meno!
Ti ripeto la domanda: perché secondo te le guide sono unanimi bel giudicare questo locale? Sono dei venduti? Non capiscono niente di cucina? Altre ipotesi?
Infatti è uno dei pochissimi posti in Italia che può avere entrambi i riconoscimenti: la chicciola e la stella. Il vero e giusto equilibrio delle cose…
Sono stato a pranzo per la terza volta pochi giorni addietro, non sono un esperto ma tradizionale o no, questo e’ e rimane uno dei migliori ristoranti campani per rapporto qualita e prezzo e come primo punto la cortesia e il servizio al tavolo e’ tra i migliori che ho ricevuto, cosa che non posso dire anche di altri famosi ristoranti che grazie a questo sito ho avuto modo di conoscere.
Comunque se qualcosa del discorso di David lo condivido, non trovo azzeccati i paragoni che popone, L’Oasis rimane un gran posto e non è paragonabile ai ristoranti che dice David, ed il livello di Osteria l’ha passto da un pezzo…magari potrebbe essere 89 e non 92, ma questo è un altro discorso.
Ognuno dei piatti che ho raccontato in questo articolo, e quindi gustato, era eseguito in maniera impeccabile. Come ho detto l’innovazione in cucina mi diverte, ma pochissimi chef sono capaci di perpetrarla nel tempo mantenendo una certa piacevolezza gustativa o sorprendere puntualmente con effetti speciali. Non sono comunque gli unici canoni da ricercare in una cucina d’autore.L’esclusività dell’Oasis e la sua capacità di raccogliere ampi consensi sta nel mantenere con abilità, sapienza ed eleganza un proprio stile. Molto tradizionale e terragno. I piatti poi sono eseguiti e presentati secondo un’interpretazione del tutto personale. Inoltre l’eleganza degli ambienti, il servizio impeccabile, l’alta qualità delle materie prime e la “cultura” culinaria gli fanno guadagnare i benemeriti riconoscimenti delle guide e di coloro che scelgono di andare a gustare i piatti della famiglia Fischetti. La chiocciola Slow Food è ben altra cosa.
… Partiamo due-tre volte l’anno dall’abruzzo per visitare l’Oasis per poi andare sul Gargano o in Campania ad acquistare i prodotti da Vannulo, rimaniamo sempre meravigliati dalla bontà della cucina e dall’accoglienza impeccabile. I giudizi delle guide sono corretti, il locale non è affatto sopravalutato anche perchè i giudizi sono frutto oltre che della cucina anche del servizio e della cantina e qui ci siamo in tutto. Mi dispiace che il gambero non valuta più l’ambiente.
Se fosse più vicino e meno sperduto ci andrei almeno una volta al mese. L’oasis rimane un grande ristorante dove la tradizione mescolata alla giusta dose di innovazione sa regalare sempre grandi emozioni al palato.
Viva le osterie
@Marina
“… perpretarla nel tempo…”
uhm… qui siamo al capolavoro assoluto di di ironia. Mi sembra una frase di Poirot. :)
Ricordo ancora: eravano 15 persone tutte ad un tavolo tondo. Tutti ordinarono e all’improvviso nell’atmosfera tanto ostentatamente raffinata da risultare finta comparvero 7 camerieri, ognuno con una campana argentea in mano. Si misero dietro ad ogni commensale che aveva ordinato quel piatto e …gesto d’ordine di uno di loro e si scoperchiarono le campane, dal diametro di 50 cm, svelando un cubetto 2×2 cm di pane con lardo. La risata fu generale e la scena ridicola è rimasta storcamente divertente non come il conto.
…siamo al capolavoro del nulla venduto per tutto
“Uovo di gallina ruspante all’occhio di bue. patate, limone e tartufo irpino”… quando la cosa più imponente di un piatto è il nome siamo al capolavoro dell’aria fritta
Tutto quello che si dice su questo locale a mio avviso e superfluo vista la vera storia che vive dietro questa grande famiglia che porta avanti una tradizione da ormai 25 anni dove la cultura del mangiare irpino a dato una grande crescita a un territorio e continua far parlare di questa splendida terra dove oggi sona nate tantissime belle realtà grazie ai Fischetti e a voce alta dico evviva la grande e bella famigli.