Valle dell’Angelo, Cilento. Osteria La Piazzetta e la cucina del cuore di Carmela
Osteria La Piazzetta a Valle dell’Angelo
Locanda con stanze
Piazza Canonico Iannuzzi, 2
Tel. 0974.942008
Sempre aperto
Conto sui 35 euro
Ferragosto 2024. Via dalla pazza folla, nel cuore del Cilento a Valle dell’Angelo l’appuntamento che conta è con Alì alla Osteria La Piazzetta di Valle dell’Angelo. Il tempo che si ferma, la cucina di Carmela, gli amici che non vedevi da anni e scorprire che qui quelli che usano i social sono chiamati “socialisti”. Aria di libertà, profumo di cose che contano, la gioia di vederci ancora, sempre.
La cucina della moglie Carmela nel corso degli anni si è affinata, alleggerita, una rilettura della tradizione senza quella fame di grassi che un lavoro nei campi richiedeva tanti anni fa ma con il sapore assolutamente uguale. Magici i ravioli con le erbette di campo ripieni di ricotta di pecora.
Abbiamo detto che il tempo qua si ferma. Leggete pure la recensione per scoprire questo locale aperto nel 2002 in un paese di 147 anime lontano cento chilometri dalla prima uscita autostradale. qui dove finisce il mondo. O meglio, dove inizia.
Cosa si mangia alla Osteria La Piazzetta
Il futuro del Cilento, per noi, sta nel sorriso di Francesco e Jacopo, a capo di un’azienda agricola tra gli ulivi di Valle dell’Angelo. Per chi si ferma a dormire qui, le stelle delle recensioni sono solo quelle che accendono le notti. E che valgono il viaggio.
********
La nostra scheda del primo maggio 2018:
OSTERIA LA PIAZZETTA
Locanda con stanze
Piazza Canonico Iannuzzi, 2
Tel. 0974.942008
Sempre aperto
Conto sui 35 euro
Sempre un piacere tornare nella tana di Ali’ Coccaro, La Piazzetta a Valle dell’Angelo, il paese più piccolo del Cilento. Ritrovo, da anni, di amici della natura e del cibo sano. Panorama mozzafiato, aria salubre, silenzio ristoratore.
Con il bel tempo si mangia fuori, in piazzetta, appunto, e volendo si resta per la notte in una delle camere recuperate nel centro storico con un progetto di borgo-albergo.
La cucina è genuina e sincera, senza retorica, lontana mille miglia dalla grande distribuzione o, peggio, omologazione. Materia prima che più locale non si può.
La tavola è condivisione, racconta dei boschi vicini, a partire dalle erbe spontanee utilizzate nell’antipasto; la pasta è fatta a mano, e delle mani porta il segno, come gli squisiti cavatelli con salsiccia e funghi maggiolini (escono proprio a maggio). Piatti semplici, ispirati alla tradizione contadina, da quelli poveri come le polpette di ricotta a quelli beneauguranti per il raccolto, come la «cicciata» di legumi del 1 Maggio.
Ovviamente le ricette sono alleggerite, grazie al garbo di Carmela, compagna di Ali’, regina assoluta di un piccolo regno: una cucina minuscola ma ben organizzata. In ogni portata ci sono anima e trasporto, racconti che è bello ascoltare e riascoltare.
Insomma, una pausa di salubrità e piacere. Dove due ore di relax ne valgono duecento. Da non perdere.
Qui di seguito, la nostra scheda del 2012:
La Campania turistica, come il Sud, ha una immagine solare e marina, ma la maggior parte del suo territorio è collinare e montagnoso ed è poco conosciuto agli stessi napoletani. Qui forse siamo nel punto più lontano possibile dall’immaginario urbano, nel cuore davvero selvaggio del Parco Nazionale del Cilento, alle falde del Cervati vicino le sorgenti del fiume Calore, un affluente del Sele trasformato a Persano in riserva Wwf dove ancora vive la lontra.
Dai templi di Paestum sono cinquanta chilometri di strade spettacolari ma certo impegnative, una sorta di viaggio verso la natura in cui ogni paesino è più piccolo del precedente: Roccadaspide, Castel San Lorenzo, Felitto, infine Valle dell’Angelo con i suoi 200 residenti.
I soci Slow Food e i lettori della bella guida lo conoscono grazie al fiduciario Giancarlo Capacchione da un paio di anni mentre Santa Di Salvo gli ha fatto la prima recensione sul Mattino ancora prima. Parlo della Piazzetta, una Osteria incantata da 30 posti con piccolo bar che affaccia di fronte alla Chiesa di San Barbato il cui culto ha origini longobarde come dimostra la sua diffusione anche in Irpinia e nel Sannio.
Angelo Coccaro, detto Alì, e la moglie longobarda Carmela (capelli biondi e occhi del cielo) hanno avviato l’attività nel 1994 in un piccolo locale con annessa cucina al pianterreno adesso allargata aprendo poi una stanza all’anno, tutte arredate in modo semplice ma confortevole per chi voglia usare il paese come punto di partenza per le escursioni.
Carmela è ai fornelli, la sua è una cucina tradizionale cilentana-meridionale con la pasta fresca, fusilli, cavatielli, ravioli, conditi con il ragù misto di carne o, in autunno, con funghi porcini. In passato, la nostra visita risale al 2007, abbiamo provato delicati tagliolini al ragù di lepre, e poi polpette di ricotta al sugo, maiale imbottito, braciole e salsicce, sempre al sugo.
Molto frequente è lo spezzatino di cinghiale, in questo territorio diventato l’animale più diffuso a tavola e nei boschi, croce per i contadini e delizia per i golosi, da non perdere le verdure dell’orto dal sapore incommensurabile. Non mancano alcuni piatti di guizzo, come ad esempio le mele gratinate al forno con il formaggio, un piatto che Carmela ha imparato dalla nonna e che sicuramente con il suo agrodolce ha origini che si perdono nella notte dei tempi. Il finale ha il sapore di pastelle fritte addolcite con il miele e vitalizzate dai confettini colorati (i diavolilli) alla moda araba, oppure dei ravioli ripieni di castagna, per tutti la principale fonte di sostentamento alimentare per molti secoli.
L’atmosfera è rilassata, da osteria. Venire qua significa abbracciare una filosofia di viaggio, escursioni in montagna, fuga dalla città, buen retiro. Ed è per questo che Valle dell’Angelo è diventata punto di arrivo per tanti nonostante sia uno dei paesi a rischio di estinzione demografica.
La Piazzetta rientra dentro nell’arredo, con piacere ci si accoda al servizio comune, l’importante è non avere fretta e, soprattutto, seguire il menu del giorno.
Bisogna scegliere una buona bottiglia di vino del Cilento e darci dentro. Tanto poi si recupera nei saliscendi del paesino.
E se proprio non avete voglia di tornarvene a casa, ci sono le stanze. Potete scegliere quella chiamata 41 bis con ironia da Alì.
Il bar è un continuo via vai di amici, soprattutto nel fine settimana.
Carmela nel corso di questi anni ha alleggerito la mano e affinato la vocazione alle conserve e agli accostamenti.
Quasi un piatto gourmet, con zucchine di diversa consistenza, la freschezza del melograno, il buon sapore dei porcini.
Fantastico il ripieno di verdura.
Fantastica questa lagana con i ceci, sapientemente rinfrescata da pezzetti di verza. Grandissimo equilibrio nel piatto, antico e tipico di quest’area ma ben rilanciato grazie all’ortaggio.
Prima di passare ai dolci, ci proviamo l’ultimo nato in casa Boccella con grande soddisfazione, anche perché, com’era prevedibile, il Magnum non poteva bastare :-)
Come arrivare. Lasciare la Salerno-Reggio a Battipaglia. Proseguire lungo la variante in direzione Paestum-Agropoli. All’incrocio di Capaccio Scalo piegare a sinistra in direzione Roccadaspide, proseguire per Castel San Lorenzo, Felitto e,infine, Valle dell’Angelo. Dall’autostrada è un’ora e mezza di auto
stupendo, sempre ho sperato che a Valled’Angelo nascece delle iniziative del genere: Complimenti per il buongusto, spero potere venire a trovarvi al più presto.
Comunque ora sono ritornata a vivere in Brasile, ma ci ritornerò appena posso in questa terra che tanto amo.
Grazie al grande Pignataro che ci fa scoprire e appezzare questi piccoli-grandi “giacimenti” di tradizioni, cultura e genuinità
Purtroppo il Cilento brucia,da Vibonati a Centola.L ‘ ultima isola felice non c’è più