Una storia di passione e di Furore a Tutto Qua di Roma
di Stefano Ronconi
Marisa Cuomo e Andrea Ferraioli, moglie e marito e anche viticoltori e produttori sono venuti a Roma per presentare una piccola ma significativa verticale del loro orgoglio aziendale ovvero il Fiorduva Costa d’Amalfi, come peraltro anticipato da queste pagine html.
Insieme al vino hanno raccontato pure la loro storia che è una storia di passione personale e professionale: dalla loro storia d’amore è nata una famiglia ma anche una cantina che oggi è forse la più rappresentativa della zona e che oltre la qualità dei vini ha a cuore il Territorio della Costiera Amalfitana nel senso più ampio del termine.
Infatti il recupero delle vecchie vigne, ad oggi l’azienda conta 51 conferitori, tutti piccoli agricoltori, operato grazie alla solidità dei rapporti instaurati e alla bravura di Andrea e Marisa, ha riportato, oltre alla qualità delle uve, il ripristino e il mantenimento di un panorama unico al mondo che viene così goduto ed apprezzato anche da tutti quei turisti che magari non bevono il divino nettare!
Tutto questo in un contesto che, se per il turista è affascinante, per l’agricoltore e forse per il vignaiolo ancor di più, è fonte di fatica e di sacrificio. Certo, se si viene ripagati dalla presenza costante di uno degli scorci marini più belli al mondo e da prodotti di qualità apprezzati da pubblico e critica si può anche decidere di rinnovare la sfida a lungo.
Veniamo a noi e alle bottiglie che sono state presentate nel contesto dell’osteria romana Tutto Qua:
Furore Bianco 2012
Iiniziamo con un vino d’annata, assemblaggio paritario di Biancolella e Falanghina, che prepara il palato al vino più importante. Naso floreale di ginestra e tiglio, qualche richiamo a note dolci di miele di zagara e frutto tropicale, in bocca è ricco oltre le aspettative, con note dolci ben equilibrate da sapidità e freschezza non eccessiva (l’annata calda si sente più da un equilibrio prematuro che da maturità eccessiva). Apripista di lusso 86/100
Furore bianco Fiorduva 2011
Iniziamo la verticale con un giovanissimo 2011, dal naso lieve ed elegante per nulla segnato dalla barrique nuova, che pure è utilizzata per il 40% della massa, in bocca ritroviamo i toni dolci della frutta tropicale ma anche una bevibilità garantita da freschezza e mineralità davvero equilibrata. In evoluzione 88/100
Furore bianco Fiorduva 2010
Il 2010 mantiene lo stesso mix di uve autoctone, Fenile, Ripoli e Ginestra, ma propone un profilo diverso che legge molto bene la ricchezza e l’equilibrio dell’annata: il naso esprime sensazioni minerali e di fiori gialli e di frutta matura, aromi di fieno, in bocca si distende con un altro passo ricco ma non stucchevole, grasso e glicerico ma mai sovrabbondante, sapido e minerale con una chiusura che invita al riassaggio. Prospettiva luminosa 90/100
Furore bianco Fiorduva 2009
Qualcosa di diverso si avverte sin dalla prima “snasata”, con qualche tono boiseè che, diversamente dalle annate più giovani, si mostra disturbando il quadro olfattivo; in bocca è come rigido e compresso, ancora una volta forse l’annata leggermente piovosa, non si distende con la piacevolezza e l’equilibrio cui ci eravamo abituati, Andrea sostiene che ha bisogno di più tempo, io rimango con il dubbio di un’annata minore. Fratello diverso 85/100
Furore bianco Fiorduva 2008
Ultima annata disponibile nella serata, il colore è decisamente giallo di oro antico, il naso complesso, arricchito da note di frutta secca e di note pietrose e marine, ma è l’assaggio a colpire con un equilibrio ad un livello molto alto, glicerico, sapido di pietra e scoglio, frutto maturo ma non stanco, lungo e appagante, il meglio della serata. Esperienza da consigliare 92/100
Furore Rosso Riserva 2009
Classico uvaggio paritario Piedirosso (localmente Per’e palummo) e Aglianico (in realtà Aglianicone) il Furore rosso Riserva sembra al naso un vino di montagna (e forse per qualche verso lo è, con vigne che arrivano anche oltre i 600 mt. S.l.m.) esprimendo sentori floreali di geranio e anche erba tagliata e speziatura di chiodi di garofano; in bocca fresco e appena rustico, con un corpo medio e un finale leggermente astringente si rivela un vino da abbinamento, magari con un bel coniglio all’ischitana!
A tavola 80/100