Una buona notizia per i napoletani: il caffé tiene lontano il diabete
Il caffè riduce il rischio di diabete di tipo 2. Quest’effetto benefico della tazzina emerge dalle anticipazioni di una ricerca dell’Inran (Istituto nazionale di ricerca sugli alimenti e la nutrizione) «Un possibile meccanismo d’azione del caffè nella prevenzione del diabete», di prossima pubblicazione.
«Seppur numerosi studi epidemiologici evidenzino quanto un moderato e prolungato consumo di caffè (normale o decaffeinato) sia associato alla riduzione del rischio di diabete di tipo 2 – racconta la ricercatrice Inran Fausta Natella – il meccanismo attraverso cui la sostanza agisca nel prevenire la malattia non è chiaro. Bere caffè dopo il pasto potrebbe proteggere dal diabete interferendo con la digestione e il metabolismo dei carboidrati assunti con il cibo».
«Partendo da una ipotesi – prosegue Natella – abbiamo dimostrato che i composti fenolici presenti nel caffè (acido clorogenico, acido ferulico e acido caffeico) sono in grado di inibire alcuni enzimi coinvolti nella digestione dei carboidrati (glucosidasi), mentre la caffeina non mostra alcuna attività inibitoria nei confronti di questi enzimi». Il merito non è della caffeina, ma l’amata bevanda ha comunque un effetto protettivo.
«Risultati di tale portata non sono da sottovalutare – sottolinea Marco Comaschi, past president dell’Associazione medici diabetologi e direttore del Dea dell’ospedale S.Martino di Genova – soprattutto valutando le previsioni poco positive: l’incremento del diabete è documentato in Italia e nel mondo, anche a causa di stili di vita non propriamente salutistici. I dati Istat più recenti riportano una prevalenza del 4,5% fra la popolazione italiana, pari a circa 3 milioni di persone, ma l’osservatorio delle società scientifiche ha rilevato in questi ultimi anni valori superiori, fino al 6,7%».