Una chiacchierata con Vincenzo Egizio: il contadino introspettivo


Vincenzo Egizio

Vincenzo Egizio

di Annatina Franzese

Pelle cotta dal sole, spalle larghe e mani callose, Vincenzo Egizio a guardarlo, incarna perfettamente la figura del contadino così come cantata o dipinta sino ad oggi.

Introspettivo, meditativo, calmo, l’ho inseguito tanto in questo periodo, fino a raggiungerlo nella tarda serata di un giorno qualunque dopo una giornata trascorsa tra i campi.

Nei suoi 5 ettari di terreno tra Brusciano e Somma Vesuviana, Vincenzo fonda la sua azienda sui solidi principi della sostenibilità e della biodiversità, coltivando una bella varietà di ortaggi e alberi da frutto tipici del territorio, alcuni dei quali anche a rischio estinzione tra cui la papaccella napoletana, l’antico pomodoro di Napoli e il fagiolo dente di morto di Acerra.

Voleva fare l’architetto da ragazzo, ma dopo una breve parentesi a “Scienze Biologiche”, è tornato alla terra dedicandosi totalmente ad essa e proseguendo la tradizione familiare insieme alla sua compagna di vita.

 

Vincenzo come stai? Come è la ripresa?

“Stanno arrivando segnali di ripresa dalla ristorazione, però è ancora poca roba. Per quanto riguarda il lavoro in campagna invece, ora inizia il difficile. Tutte le colture hanno bisogno della presenza costante del contadino. Adesso comincia la raccolta delle albicocche poi quella del pomodorino. C’è tanto lavoro da fare.”

 

Come avete vissuto questo periodo?

“E’stato un periodo impegnativo. Nel rispetto dei programmi non ci siamo mai fermati seppure in un’atmosfera surreale. Il ciclo della natura non conosce soste. Abbiamo completato la semina, effettuato i trapianti e poi, abbiamo avuto due gelate che hanno messo i raccolti in ginocchio.

All’inizio però, possiamo dire che c’è stato un momento di riflessione. Ci siamo chiesti cosa potessimo fare per continuare a renderci utili alla comunità”

 

E quale è stata la risposta al vostro interrogativo?

“La risposta è arrivata dai GAS”

I GAS, gruppi di acquisto solidale, sono gruppi d’acquisto organizzati spontaneamente dai consumatori che decidono di acquistare direttamente dai produttori locali prodotti alimentari e non, tramite ordini collettivi, applicando ai propri acquisti i principi della sostenibilità, solidarietà ed equità.

“I Gas hanno risposto pienamente all’esigenze del tempo – procede Vincenzo  Nel periodo di lockdown le persone non potevano muoversi da casa e con le consegne a domicilio da parte dei produttori, si è riuscito a  garantire ai clienti e dunque ai consumatori sia la bontà dei prodotti che il pieno rispetto delle disposizioni governative.

 

Effettuavi tu le consegne?

“Si, nella qualità di proprietario di azienda agricola, potevo muovermi liberamente sul territorio per effettuare consegne a domicilio di generi alimentari. Con il passare dei giorni, abbiamo avuto un aumento esponenziale delle richieste sia per Napoli che per la provincia. Aumentando la domanda è stato necessario assicurare l’assortimento dei prodotti e ciò ha rafforzato anche gli scambi tra contadini ed aziende agricole, permettendo lo smaltimento delle giacenze.

 

E per quanto riguarda i prezzi?

“Il mercato anche in questo momento ha assorbito, ma non ha riconosciuto alle produzioni il giusto prezzo. Con i GAS invece, si garantisce il giusto riconoscimento al lavoro dell’agricoltore. Il prezzo dei prodotti venduti con i gruppi d’acquisto solidali è equiparabile al prezzo del biologico”

 

Dunque in conclusione?

“I GAS sono stati una soddisfazione in termini personali perché hanno rinsaldato il rapporto tra produttore e consumatore. Ci hanno fatto sentire indispensabili. Poi, uniti all’attività benefica svolta con ActionAid Napoli, hanno realizzato pienamente il senso del nostro lavoro che è quello di portare i prodotti direttamente dalla campagna alla tavola.”

Mentre mi esprime il suo compiacimento, Vincenzo, sembra incarnare perfettamente “Il Contadino” della poesia di Luigi Ugolini.

“Ho notato una cosa”conclude“durante il periodo di chiusura la natura si era riappropriata dei suoi spazi, giovandone. E’ bastato rallentare le restrizioni per veder spuntare ovunque i primi sacchetti di rifiuti. L’ antropizzazione dell’uomo sulla natura è evidente. Siamo noi la causa di tutti i mali.”

 

Azienda Agricola Vincenzo Egizio
Via C. Cucca n.295
80031 – Brusciano (Na)

Un commento

  1. Ho avuto la fortuna di gustare più volte da Corrado Scaglione gli spaghetti con lo STRAORDINARIO antico pomodoro di Napoli di Vincenzo Egizio, davvero un altro pianeta.

I commenti sono chiusi.