Un napoletano nelle Murge
Gli uffici sono a piazza dei Martiri a Napoli, le cantine e le vigne a Corato nelle Murge, in piena zona doc Castel del Monte dove Federico II ha costruito uno dei suoi castelli più misteriosi e spiazzanti. Ma, badate, non siamo di fronte alla classico rapporto tra campagna e metropoli, bensì ad un nostos, uno dei tanti di questi ultimi dieci anni, il cui protagonista, Roberto Perrone Capano, ha ripreso a fare il mestiere del nonno: produrre e vendere vino. Tutto qui. Paolo Caciorgna, che in Campania si misura con pallagrello e casavecchia della Vestini Campagnano, qui in Puglia ha accettato la sfida dell’uva di Troia insieme all’enologo aziendale Luigi Cantatore mettendo un po’ mano nel 1999, lavorando bene nel 2000 e infine svoltando convinto con questo Riserva Le More 2001, il primo senza quel fastidioso e inutile 20 per cento di Malbec. Diciamo subito che i profumi varietali molto decisi dell’uva di Troia sono il filo logico ritrovato in una verticale (ossia l’assaggio di diverse annate di uno stesso prodotto) organizzata a Bari la settimana scorsa dalla presidentessa del Movimento Turismo del Vino Vittoria Cisonno. Il 2001, in questi giorni in commercio, segna però la svolta che rivela una concezione fruttata del bicchiere a cui il vitigno locale nobile pugliese, certamente più del negroamaro tanto ostico a Cotarella, regala dignità grazie ai suoi tannini simili a quelli difficili dell’aglianico. Sono questi rossi di carattere, venduti a buon prezzo. L’azienda di Roberto, nata sicuramente nel 1628, la villa costruita due secoli dopo, la vigna infine piantata nel 1849, è dunque a giusta ragione stata una delle protagoniste dell’anteprima napoletana di Vitigno Italia, il salone dell’autoctono in programma dal 3 al 5 giugno prossimo alla Mostra d’Oltremare. Anche perché tra le sue eccellenze segnaliamo due uve tipiche, una di moda e un’altra no. Aleatico igt Cominciamo da questo vino assolutamente dimenticato dai consumatori, diffuso nell’isola d’Elba e nel Lazio, in Campania nell’Alto Casertano, è ottimo non solo per il fine pasto dolce, ma anche su molti formaggi, direi anche sulle zuppe di castagne e fagioli. Fiano igt Si chiama Gazza Ladra ed è igt: grandissimo bianco quello del 2002 nonostante l’annata difficile. Straccia decisamente lo Chardonnay Vigna Tufaroli Castel Del Monte doc che abbiamo trovato senza personalità, mentre questo Fiano mette in riga la maggior parte dei cugini irpini blasonati docg. Sulla pasta di pane alla colatura e le altre ricette cetaresi di Francesco Tammaro del San Pietro di Cetara è stato un grande e riuscito abbinamento.
Il Mattino, 4 marzo