Un mercoledì da leoni, lei rossa in viso, la pelle bianca come il latte
di Marco Galetti
“La grande mareggiata da sud, estate 1962
Dei tempi passati ricordo un vento che soffiava attraverso i canyons
Era un vento caldo chiamato Santana che portava con sé il profumo di terre tropicali
Aumentava d’intensità prima del tramonto
E spezzava il promontorio
Io e i miei amici spesso dormivamo in macchina sulla spiaggia, e il rumore del mare ci svegliava
E così all’alba sapevamo già che sarebbe stata per noi una grande giornata”
Big Wednesday è un film del 1978, tre amici “surfano” in California attraverso gli anni Sessanta, il movimento hippie e la guerra in Vietnam, il capolavoro di John Milius si chiude col passaggio dolce amaro dall’adolescenza, che tutti abbiamo creduto infinita, alla maturità, simboleggiato dall’immagine di Matt Johnson, interpretato da uno splendido Jan Michael Vincent, che regalando ad un ragazzo la sua tavola, accetta il superamento della linea d’ombra.
Il disegno di un amico nell’immagine d’apertura, uno dei ricordi più cari della mia adolescenza, è un chiaro riferimento al film e alla mia vita, superata la linea d’ombra e il giro di boa, resto aggrappato alla boa inutilmente e disperatamente.
Ma un Mercoledì da leoni è per me anche un ricordo di quelli da andare a ripescare quando il presente si colora di grigio fumo che non ci lascia intravedere luce nell’immediato futuro.
Vieni a cena da me Mercoledì, mi disse, che diamo un titolo significativo ad un’insignificante serata infrasettimanale milanese, prendemmo fuoco, come raramente succede, in quello che è rimasto nei nostri ricordi come un Mercoledì da leoni.
The Lion Sleeps Tonight, a San Faustino, nessuna traccia del romanticismo passionale e forzato necessario a molte coppie per superare la sera precedente…
eppure
…ridimensionando i sogni ed adeguando le aspettative, più sincronizzate sull’orologio biologico i cui battiti vanno di pari passo con quelli del cuore che non sempre e per sempre devono significare amore travolgente e passionale, mercoledì quindici febbraio, in qualche modo è stato un mercoledì da leoni:
la prima, rossa in viso e nei capelli, bollente, indimenticabile, l’urgenza nei morsi, il desiderio di arrivare alla fine
la seconda, carnagione bianca, gote rosse, al tramonto nel suo giardino il profumo del basilico appena innaffiato, adeguammo il respiro ai morsi, pelle contro pelle senza distinzione, le due superfici, uniformate da calore in aumento costante, arrivarono al punto di fusione che le rese indistinguibili, dal cervello stimoli cerebrali e unidirezionali per fini passionali…oggi il cervello, spesso e volentieri, sceglie per noi altre strade, quelle della mozzarella, che definire secondarie sarebbe da ingrati, si, il punto di fusione ha un sapore diverso, ma il dopo cena può sempre riservare sorprese…
7 Commenti
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Perfetto!
Confermo, da allora per ora, la migliore “tavola” per surfare nelle onde (quotidiane e non) resta sempre la nostra amicizia, capace di reggere ad ogni giro di bo@.
…e finché il giro vita c’è lo consente, pizza sia
con una pizza così è come passare da un compromesso al rogito.
100Cento
Stapperò per l’occasione La Firma del Notaio, un Aglianico del Vulture a tema
Con la citazione di The big wednesday ti sei aggiudicato la perpetua lettura dei tuoi pezzi!
Caro Leo, che ringrazio, se potessi tornare su quella tavola che non ne voleva sapere di riportarmi a riva (ma mi vennero in soccorso), rinuncerei al cibo, al vino e alla scrittura…