Ultima Generazione e la protesta a Carlo Cracco: la fobia per la ricchezza sul bersaglio sbagliato


La protesta contro Cracco

Carlo Cracco è figlio di ferroviere e lavora da quando aveva 16 anni in cucina. Ed è tutt’ora un cuoco vero, senza dubbio tra i migliori italiani.
Perchè allora la protesta di Ultima Generazione è diretta contro il suo locale?
Diciamo che si tratta di una tempesta perfetta figlia dell’epoca delle immagini in cui si troviamo.
Quando ero adolescente negli anni ’70 e si facevano manifestazioni, l’obiettivo potevano essere solo, a torto o a ragione, le espressioni delle multinazionali del cibo perchè la vera ricchezza da redistribuire si accumula sulle spalle della povera gente, non dei ricchi.
Non credo che le cose siano cambiate sostanzialmente, una protesta seria di Ultima Generazione dovebbe riguardare queste catene del cibo dove ormai lavorano solo immigrati e che ogni tanto, si scopre, non si dedicano ad applicare la normativa vigente in fatto di salute e tracciabilità del cibo. Del resto gli allevamenti intensivi che inquinano il pianeta e danneggiano la salute degli animali e dell’uomo passano attraverso questi canali e non certo finiscono nella mensa di Cracco.
Ma nell’epoca di Istagram anche i simboli possono essre travisati perchè ciò che conta è il messaggio visivo, immediato, che anche una scimmia può fare suo.
Quindi si sono incrociate da un lato la comunicazione di Cracco che in qualche modo interpreta, volente o nolente la nuova Milano da Bere, quella passata dalle pennette al salmone con panna degli anni ’80 di memoria craxiana ai sushi e alla grandi firme ormai quasi tutte in mano a fondi di investimento. In questo senso, secondo me, un errore di comunicazione c’è, perchè Cracco nell’immaginario collettivo non è un bravo cuoco, ma un grande cuoco.
Dall’altro lato movimenti minoritari in cerca di visibilità mediatica più che del consenso di massa, per questo motivo lo trovano come un bersaglio ghiotto da colpire.
Colpiscono però, lo ripeto, un falso obiettivo, non ciò che Cracco è realmente, ossia un ottimo cuoco che rispetta la materia prima vegetale e animale, ma la sua immagine proiettata dalla aspirante borghesia ai leader della protesta.
Risultato? Tanto strepito per nulla.
Purtroppo il vero problema è un altro: che questa protesta estrema, espressione comunque di un disagio sociale sempre più diffuso, non ha più una offerta politica seria, atteso che la sinistra italiana è impegnata a chiedere soldi per le armi contro il nemico immaginario come e più della destra dimenticando entrambe sanità, scuola, ordine pubblico interno, infrastrutture, ricerca.
Per questo non rimangono i gesti estremi di schegge impazzite della società che, al pari dei kamikaze islamici, non hanno nulla da perdere per conquistare i pochi secondi (non più i 15 minuti di Warhol) di notorietà.

Un commento

  1. Ma cosa significa “Carlo è figlio di un ferroviere e lavora da quando aveva 16 anni”? Allora se era figlio di un banchiere la protesta era legittima? D’accordo sul fatto che queste proteste sono espressione di un disagio sociale diffuso (non solo in Italia) che richiedono risposte , necessarie e realistiche . Non condivido lamentele pseudo pacifiste un pò demagogiche che confondono la necessaria difesa della libertà prevista dalla costituzione repubblicana. Si percepiscono vecchi riflessi di un vetero sinistrismo di stampo marxista, (o di tardo grillismo) bocciato dalla storia e dalla pratica di governo.

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