Trattoria O’ Romano, Sarno, il guscio di una chiocciola Slow Food contiene l’essenziale, che è una bellissima parola
di Marco Galetti
Trattoria O’ Romano, Sarno, il guscio di una chiocciola Slow Food contiene l’essenziale, che è una bellissima parola; in questo locale della gioia, gestito da una coppia che sa accogliere, c’è tutto quel serve per una sosta ad andamento lento e di gran soddisfazione, qualche ulteriore considerazione dopo le foto, le didascalie e prima dei titoli di coda
la bella saletta con le chiocciole alle pareti
buoni prodotti e buone letture
Sarno
e la sorgente dell’omonimo fiume
il pozzo all’interno del locale
le acque cristalline del Sarno che scorre proprio sotto al nostro tavolo
il piatto vuoto, i piatti verranno sempre riconsegnati ad Antonietta, la gentile moglie di Gaetano, in questa modalità, segno inequivocabile di alto gradimento
non fate l’assalto al vassoio, datemi il tempo di scattare una foto a queste prelibatezze, ormai introvabili, le “seccamente” striscioline di zucchine fatte seccare per poterle conservare e degustare anche fuori stagione, basta farle rinvenire e successivamente friggerle
mozzarella e pomodoro… e non abbiam bisogno di parole
fagioli al sugo preparato con i pomodori San Marzano, che buoni nella loro semplicità, o meglio, per la loro semplicità
frittata di iummarelli, i rari e saporiti gamberi di fiume
la pasta Vicidomini, cotta come si deve con lo stoccafisso
la pasta col ragù di capra
l’immensa capra, un altro assaggio, per quelli che hanno fatto finta di non aver capito per poter continuare ad assaporare quanto di meglio questo territorio possa offrire
cannolo scomposto, seduto educatamente al mio posto l’ho gradito
la pastiera, mi è stata promessa e decantata, al prossimo giro, dall’amico Contursi del quale sono stato ospite, una versione appena sfornata
… un luogo nel quale si servono a tavola spicchi di territorio che l’avventore porta alla bocca e nel cuore è da tenere presente per il futuro, perché o’ passato nun va scurdato.
Questa ex vineria, che ha oltre un secolo, è il locale più antico di Sarno, un luogo di ristorazione vera, qui si servono quasi esclusivamente piatti regionali, tipici, storici, alcuni come le “seccamente” e gli “iummarelli” sono introvabili e il ricordo può commuovere il viandante lombardo con tastiera alla mano e testa a Sud… qui si è ben accolti, si gode con i fagioli, la pasta è cotta alla perfezione, le portate vengono servite ad un ritmo Slow, “il Food” è di grande soddisfazione, volendo si possono ordinare le anguille, vive e sguscianti nel secchio immerso nella sorgente ad un passo dal nostro tavolo.
Le candele Vicidomini al ragù di capra, in carta da sempre e spero per sempre, sono immense, la capra “di rinforzo” servita a godimento ulteriore&superiore è probabilmente la migliore provata in Campania, in Lombardia la capra viene nominata “rarissimamente”, fortunatamente Sgarbi (ora capisco) urlando capra, capra, capra invita i ritrosi ad avvicinarsi a questo appagante e confortante piatto.
Piatti, osti e locali due punto zero, non fanno per me, si abusa della chiocciola @, scriteriatamente, un mondo fast che usa un simbolo Slow, è un controsenso, ben vengano, invece, le chiocciole Slow Food, chi ci lavora, chi le ha scoperte, chi le valorizza, chi le frequenta.
La missione spaziale nell’Agro Nocerino Sarnese, complice l’allineamento astrale con l’uomo di riferimento della Condotta (dal comportamento irreprensibile) è di quelle che si faranno ricordare a lungo e anche un po’ in largo, quanto a giro vita.
In fondo per un ghiottone viaggiatore lombardo con destinazione Sud sono necessarie poche cose, un andamento lento come la chiocciola e un piccolo trolley che possa contenere l’essenziale, come il guscio della chiocciola, se il ghiottone in questione ha un amico come Contursi, tutto torna, anche il ghiottone in Campania, felix…
Trattoria O’Romano
Via de Liguori, 67
84087 – Sarno (Sa)
Tel: 081 513 6488
Mob: 329 611 7283
Mail: [email protected]
6 Commenti
I commenti sono chiusi.
Recensione molto ben scritta a descrizione di un’esperienza unica nel suo genere. Peccato solo essere lontani.
Le distanze si accorciano quando unisce l’intimo sentire di pancia e di cuore. Quando vuoi Marco, sai che anche qui è casa tua.E c’è ancora tanto da scoprire, un’altra chiocciola da provare, magari in autunno quando la zucca di Bagni dà il meglio di sè.
Marco che piatti! Francesco che ama la cucina di sostanza (da buon bolognese) è vicino allo svenimento…mi toccherà portarcelo presto. Magari insieme ai due Marchi :-)
Alle sorgenti del Sarno e del S.Marzano c’è più gusto.Da sempre la capra è sinonimo di slow e bio e ne faccio spesso buon uso anch’io ma sarebbe interessante far parte del vostro consesso un po’ più spesso.Avrei tradito volentieri anche i frutti del mare per una frittata di fiume che fa salivare.PS Conosciamo bene la sua lodevole nonché ecologica accortezza di ritornare indietro il piatto pulito a patto però che glielo riportino pieno con altra pietanza o di rinforzo a quella già messa a sicuro nella p……FM
molto volentieri caro Antonio.
@Antonio&Francesco e Francesco : Italo ferma ovunque lungo la linea immaginaria che collega le nostre pance e accomuna i nostri desideri, per tutto il resto ci sono gli amici campani (Contursi, Malgi…) questo luogo sembra calzare a fagiolo (appunto) per il prossimo raduno Lombardo-Tosco-Campano… AUGH