Trattoria La Timpa ad Acireale, il mare siciliano nel piatto
di Marco Contursi
Da giornalista che scrive di cibo, ammetto la mia debolezza. Quando vedo una persona anziana che cucina divento insolitamente benevolo.
Perchè c’è della poesia in due mani deboli e rugose che ancora impastano o girano un mestolo.
Che tramandano saperi, mentre sfornano sapori. Da sempre e per sempre.
Santa Maria la Scala, frazione di Acireale. Un borgo di pescatori che ancora pescano. Non è scontato.
Mi hanno detto che la granita di zia Tanina è “comu ‘na vota”. Con frutta fresca e olio di gomito. Magari è vero…
Arrivo giù alla marina e neanche il tempo di parcheggiare che mi si avvicina un giovanotto di ottanta e passa primavere che, prima, mi propone del pesce vivo, e poi una nassa fatta, da lui, a portalume. Vada per il portalume, un incoraggiamento a chi ha deciso di fare una pernacchia in faccia al tempo che passa.
Il bar-trattoria la Timpa è proprio davanti a me, molto carino il dehors esterno. Entro e zia Tanina, al secolo Gaetana Celestino, è lì, oggi come 50 anni fa, su una sedia, a parlare con un conoscente. Prendo una granita di mandorla (buona) e scambio due chiacchiere con loro. E mentre vado di cucchiaio con gran gusto, noto che ci sono dei tavolini. “Sì- mi dice zia Tanina- a pranzo faccio anche trattoria”.
E chi sono io per non provarla?
Giorno dopo, alle 13 in punto sono coi piedi sotto al tavolo. Luisa Sorrentino, amica e chef mi fa compagnia. Il locale, dentro, necessita di una bella rimodernata, il bagno va rifatto da capo e attrezzato come si deve.
Vabbè, ma che si mangia, e soprattutto, come???
In sala c’è Cristian, nipote di Gaetana che fa la spola tra i tavoli e la cucina. Il servizio è alla buona, ma cordiale, come nelle trattorie del secolo scorso.
Oggi, per primo, c’è uno spaghetto con cozze e vongole e, poi……basta.
E allora, che spaghetto sia (15€ ). Ma che buono, tanta pasta, ma soprattutto tante vongole e cozze che sono di un cicciotto mai visto. E pure tanto gustose. Scarpetto nel sughetto mentre finisco il primo quartino di bianco sfuso, beverino e piacevole.
Per secondo guardo la vetrina, che sembra uscita, pari pari, da un quadro di Giuseppe Recco.
Poca scelta, locale e freschissima, proposta a 50€ /kg. Il pesce “fagiano” chiama la triglia e tutte e due chiedono di essere fatti a brodetto.
E zia Tanina lo sa. In bocca il mare. E pazienza se mi sporco le dita, neanche le guance ci lascio. Sciacquo il palato con un ultimo sorso di vino e assaggio la caponata di Luisa. Anche questa ben fatta.
Questo locale mi ha ricordato l’osteria Rispoli a Pogerola. O almeno quella che fu. Ultimi menhir di un tempo che non ritornerà più, seppellito da pizze pazze, fondute onnipresenti e fiori eduli. La vera osteria, quella dove mangiavi quello che di fresco c’era, senza avere fretta e senza sollecitare. Senza fare “troppo lo speziale”, come direbbe un mio amico. Non è posto da frou frou.
Spero non finisca questa bella storia quando, tra 100 anni, zia Tanina andrà in pensione. Perché basta un raggio di sole e la gente subito affolla questi tavolini. Anche in inverno. Il locale funziona. Basterebbe un piccolo restauro a mura e arredi e seguire il solco della tradizione, come fa zia Tanina da 50 anni.
Il successo sarebbe assicurato.
Basterebbe capire che l’eredità più importante di zia Tanina è in quelle mani che ancora spadellano.
Tanti clienti vengono per quelle.
E, per la granita di mandorla…buona…genuina….proprio comu ‘na vota.
La Timpa
via Tocco 35 Acireale (Ct)
tel 0975 7648170
conto medio 40 euro aperto solo pranzo
Mi hai emozionato
Che bello, grazieeee Giancarlo.
La nostra gastronomia….La nostra storia.
Grande!! Grande!!
Hai uno stile narrativo per cui davvero sembra di esser lì!
Conservo un ricordo splendido nonché gustoso di codesto luogo, dove ho talvolta invitato anche amici non locali, i quali ne sono rimasti, a dir poco, invaghiti.
La granita di mandorle è davvero ineguagliabile; e poi, se non ci sono più brioches, c’è zia Tanina che mi propone un pezzo di pane.
Cos’altro ancora avrei potuto desiderare se non quel pane, appena scartato, che aveva deciso, col suo fare spartano, di condividere con me?
Che bella testimonianza, la ringrazio per aver arricchito il mio racconto con la sua esperienza personale di questo luogo.