Trattoria Alle Falde del Taburno a Bucciano (BN)
di Tiziano Terracciano
Il Taburno ci piace ammirarlo da tutte le angolazioni e percorrerlo lungo tutti i suoi pendii. Così oggi ci perdiamo sul lato sud-ovest rivestito, come suggeriva Virgilio nelle Georgiche (“Iuvat olea magnum vestire Taburnum”), di oliveti dai quali si produce uno degli oli più apprezzati della Campania.
Circumnavighiamo Sant’Agata de’Goti, attraversiamo alcune sue frazioni rurali fino a Laiano, per poi dirigerci verso Bucciano dove ritroviamo questo locale immerso nel verde “Alle Falde del Taburno”.
Ci si può accomodare in una delle sale interne o sull’adiacente terrazza dove, prima di mettersi ai fornelli, lo chef Michele Ercolamento non disdegna di dare il benvenuto ai suoi ospiti.
Colui che, oltre a proporre una cucina territoriale, non fa mai mancare alcune specialità di pesce per far sì che i propri compaesani e tutti gli avventori che lo desiderino possano essere soddisfatti con una scelta a 360 gradi.
Prima di ordinare ci facciamo portare, giusto per cominciare con un aperitivo Sannita, l’ottimo Aglianico proposto dalla casa (6 euro a bottiglia) che non può non essere fatto con le uva provenienti dai vigneti dislocati sul Taburno.
Non manca comunque una carta di vini.
Nella scelta degli antipasti il dilemma è tra quello “della casa”(10 euro per persona) e quello “tipico”(22 euro per 2 persone). Quindi ci facciamo spiegare le differenze dal ragazzo in sala che ci dice che quello “della casa” viene servito in un piatto unico a persona mentre quello “tipico” è servito in più portate su taglieri e tegamini.
Senza alcun dubbio ordiniamo l’antipasto “tipico” composto da un -tagliere con una selezione di salumi e due bocconcini di bufala; -due bruschette con frittatina avvolta da Caciocavallo alla piastra sormontato dalle lamelle di un Tartufo fresco della zona che, per essere uno scorzone estivo, ha un profumo davvero incredibile; -un tagliere con le preparazioni calde dello chef: Parmiggiana di Melanzane, Danubio artigianale ripieno di mortadella e provolone, Peperone ‘mbuttunato all’incontrario, Fiori di zucca appena raccolti con ripieno di ricotta pastellati e fritti, Polenta fritta con funghi chiodini; -Ricotta vaccina con marmellata all’arancia; -e a concludere una Minestra di erbe spontanee raccolte nei campi circostanti.
Data la disponibilità di quel profumatissimo Tartufo ordiniamo un primo da menù: Cavatelli fatti in proprio con Porcini, Salsiccia paesana al finocchietto e lamelle di Tartufo (9 euro); e un primo fuori-menù: Cavatelli dal colore che ricorda il verde mare dato dalle alghe utilizzate nell’impasto conditi con dei bei pezzi di Baccalà e le lamelle di Tartufo! (9,50 euro). I primi cavatelli hanno un sapore molto più intenso dei secondi, nei quali però, grazie alla delicatezza degli ingredienti e alla semplicità di preparazione, si sentono maggiormente e distintamente le esplosioni di sapori e profumi.
Tra i dolci di produzione propria (4 euro) c’è anche il tiramisù classico al quale facciamo aggiungere una grattugiatina di quel Tartufo che tanto adoriamo in tutti gli abbinamenti possibili!
Per finire sarebbe impensabile non prendere la Genziana che tanto cerchiamo e difficilmente troviamo!
Ristorante “Alle Falde del Taburno”
82010 Bucciano (BN)
Tel. 0823 713833
“Alle Falde del Taburno” sul web
REPORT DI 27 APRILE 2019
di Tiziano Terracciano
“Alle falde del Taburno” è allo stesso tempo il nome di questo ristorante ed il luogo esatto dove ci troviamo. Ed è risalendo le colline di Bucciano, il cui territorio si estende tra un’altitudine di circa 250 metri fino a circa 1300 metri sul livello del mare, lungo il pendio meridionale del monte Taburno, che ad un certo punto ci si ritrova davanti ad un cancello dal quale si accede al ristorante immerso nel verde percorrendo un lungo viale alberato e soffusamente illuminato.
Dopo aver parcheggiato, mentre ci apprestiamo verso l’ingresso, scorgiamo una sagoma dal fare lesto ed inusuale. Ci avviciniamo e scopriamo che si tratta di una volpe. Ci teniamo a debita distanza per non spaventarla e fotografarla con lo zoom. E’ in trepidante attesa davanti alla porta della cucina per ricevere un dono in cibo che regolarmente le concedono. Mai, fino ad oggi, avevamo potuto osservare per tanto tempo e così da vicino questo simpaticissimo e carinissimo carnivoro che sparisce appena lo si avvista. Subito dopo aver ricevuto un grosso osso è poi sparita velocemente nell’oscurità della collina.
Siamo ormai in primavera ma soprattutto di sera fa ancora freddo. Veniamo però accolti in una bella sala ordinata e piacevolmente riscaldata. Lo chef Michele Ercolamento è anche il proprietario del locale e oltre alla cucina tipica sannita, reperendo la maggior parte delle materie prime sul territorio circostante, propone anche una cucina a base di pesce.
Noi siamo giunti fin qua, come consuetudine, per assaporare il Sannio.
Ci concediamo un piccolo antipasto per iniziare a provare qualche preparazione dello chef e stuzzicare l’appetito. Su un piccolo tagliere ci sono due pezzetti di polenta fritta sormontati da saporitissimi broccoli locali. In un piatto grande ci sono: 2 Pezzetti di ParmigGiana di Melanzane; 2 Montanarine con una profumata trippa al sugo preparata con un soffritto; 2 morbidissimi Danubio ripieni di Mortadella e Provola; 2 Polpette di pane con olive e capperi avvolte da striscioline di peperone cornetto per offrire una diversa presentazione del puparuolo ‘mbuttunato; 2 Bocconcini di mozzarella e 2 spesse fette di Prosciutto crudo locale.
Tra i primi piatti ci sono le Pappardelle con Baccalà e Ceci alle quali facciamo aggiungere delle lamelle di Tartufo del Taburno. Per il secondo primo chiediamo un parere alla gentilissima ragazza che ci serve e quando ci dice che il papà dello chef ha appena portato gli Asparagi selvatici del Taburno accettiamo il consiglio e ce li facciamo preparare con i Cavatelli fatti a mano (con acqua e farina) e la Pancetta tesa paesana.
Due primi che nella loro apparente semplicità sprigionano dei magnifici profumi e sapori che ci tentano fino ad obbligarci a fare la scarpetta conclusiva.
Tra le carni di provenienza Sannita c’è il lombo ed il Filetto. Naturalmente, per non esagerare, ci orientiamo su un pezzetto del taglio più prelibato con la solita cottura la sangue.
Prima di andar via non possiamo non assaggiare uno dei dolci fatti in proprio, e concludiamo quindi con un Tortino dal cuore caldo di pezzettoni di mela che offre un piacevole contrasto con la crema fredda alla cannella.
Il vino della casa è un ottimo Aglianico del Taburno prodotto a Torrecuso e considerando il costo al tavolo di 4 euro a bottiglia ti viene quasi voglia di fartene una scorta da portare a casa.
Non manca una piccola e interessante carta dei vini.
Per finire, tra i digestivi, scegliamo la tanto amata Genziana.
Consultando la pagina del Ristorante è possibile visionare i menù fissi completi dei giorni festivi che si aggirano sui 30 euro a persona. Gli altri giorni invece si può scegliere alla carta tra una buona varietà di proposte, con costi più che adeguati in rapporto alla qualità delle materie prime utilizzate. Giusto per fare un esempio, per i due primi abbiamo speso 15 euro con una media dunque di meno di 8 euro a piatto.
Se ci volete arrivare con il navigatore di Google, state attenti che a circa 3,2 km dalla meta si è portati a prendere una traversa che fa girare in tondo, con Maps che ci dice erroneamente di essere arrivati a destinazione.
Ristorante “Alle Falde del Taburno”
Via Fizzo
82010 Bucciano (BN)
Tel. 0823 713833
Ristorante Alle Falde del Taburno
Un commento
I commenti sono chiusi.
Gentile signor Tiziano Terracciano, colgo l’occasione per ringraziarla, i luoghi che descrive sono così vicini per caratteristiche a quelli che cerco e talvolta trovo qui a Nord.
Mi permetto una raccomandazione, anch’io ho offerto del cibo ad una volpe, non faccia l’errore che ho fatto io offrendole anche da bere…