Tramonti, visita all’azienda Monte di Grazia
Azienda Agricola Biologica Monte di Grazia
via Orsini 36 Tramonti SA
tel. 089 876906
montedigrazia@hotmail.it
www.montedigrazia.it
di Marina Alaimo
Monte di Grazia alleva con metodo biologico i suoi vigneti centenari di tintore, pepella, bianco tenera e ginestra, varietà tipiche ed esistenti solo in quest’area geografica: siamo a Tramonti e più precisamente nelle località Torina, Calvinola e Madonna delle Grazie, strette nella gola che dai Monti Lattari scende a Maiori, piccolo paese sul mare della Costa d’Amalfi.
Questo territorio unico, grazie all’isolamento geografico imposto dalle montagne che lo circondano, conserva una forte identità contadina la cui attività è improntata sopratutto sull’allevamento della vite che gode di un microambiente molto favorevole, i vigneti a terrazza strappati alla roccia dolomitica vanno dai 250 ai 700 metri, notevoli sono le escursioni termiche giorno notte, godono ampiamente della brezza che spira dal mare e dell’influenza costante dei venti, infatti l’antico nome di Tramonti è Triventum, paese dei tre venti, che convogliano nella valle sottostante dalle tre diverse direzioni di provenienza e quando si uniscono e spirano con forza danno origine al vento di Tramontana, nome attribuito dai vicini amalfitani, popolo di grandi navigatori, che ne sfruttavano l’energia per prendere il largo più velocemente.
La natura del terreno deve la sua formazione alla furia eruttiva del Vesuvio che nell’arco dei millenni ha spinto fin qui le sue ceneri e lapilli, è composto di turacee, una miscela di sabbia e lapilli, ma anche di argilla che conferisce al terreno un colore rossastro, pertanto i locali chiamano questo tipo di suolo “terra vulpegna”, in quanto simile al colore del manto della volpe.
Alfonso Arpino e la moglie Anna Santelia amano profondamente il proprio territorio tanto da decidere negli anni 90 di occupparsi dei propri vigneti nel totale rispeto della natura e delle vigne antiche che allevano con metodi tradizionali, a raggiera atipica, metodo etrusco-romano, lasciando i lunghi tralci distrubuirsi sulle pertiche orizzontali come i raggi di una ruota. Questa scelta di vita richiede un impegno lavorativo notevole, i pali di castagno vengono decorticati a mano ad inizio primavera e fatti stagionare per un anno, poi bruciati alla sommità e ad essi si lega la vite rigorosamente con torte di salice.
2009 spillato dalla botte d’acciaio, annata nella quale il produttore sceglie di vinificare utilizzando lieviti indigini, ottimi i risultati ottenuti finora, con profumi intensi di pepe, tipico del tintore, erbacei di noce fresca e leggermente fruttati, sferzante l’acidità e sottili i tannini.
La 2007 differisce notevolmente improntando il patrimonio olfattivo sulla balsamicità e su una particolarissima nota di resina, anche qui è ben presente il pepe nero ed il frutto si percepisce in lontanaza su note di mora; di sferzante acidità.
La 2006 ha goduto del tempo giusto per esprimere le potenzialità di questo vitigno, inizialmente timida al naso, si concede lentamente con piacevolissime note speziate di pepe e rabarbaro, in buona sintonia con i sentori fruttati di amarena ed una delicata mineralità, in bocca l’esuberante acidità è ben equilibrata da una nota leggermente più calda rispetto alle annate precedenti e da una ricca dote glicerica duvuta ai 14° di alcool.
La 2005 è stata un’ annata molto difficile a causa delle persistenti piogge, pienamente annunciata già dal colore granato con unghia aranciata, qui preevale il frutto di amarena sotto spirito accompagnato dalla spezia di pepe e le note balsamiche di eucalipto; in bocca predomina l’acidità, un po’ più moderata e sottili i tannini.
Ultima la 2004 di un bellissimo color granato molto luminoso, l’impatto olfattivo è reso elegante dal tempo con prevalenza tipica di pepe nero ben affiancato dalle note di rosmarino su delicata vena minerale e leggera nota fruttata di ciliegia matura; ancora di gran verve l’acidità e delicati i tannini.