Torriana, Osteria del Povero Diavolo di Fausto Fratti e la cucina di Pier Giorgio Parini | Voto 17,5/20
di Giancarlo Maffi
Si lo so, di Pier Giorgio Parini quest’anno ne hanno parlato tutti ed io arrivo buon ultimo. Non solo, ho anche l’aggravante di non esserci mai stato fin d’ora. Stella Michelin e miglior giovane dell’anno per la Guida dell’ Espresso. Ormai c’è gente che litiga simpaticamente per la primogenitura della scoperta. Forse Luigi Cremona. Per certo Alberto Cauzzi ne magnifica da molto le gesta. Anzi ci passa del tempo, là dentro, anche tre quattro giorni insieme.
Tu Maffi te ne stai lì, timido timido. Ascolti il Cauzzi chiacchierare con il Fausto Fratti come se fossero parenti. Quelle sincronie fra gente che si vuole bene, che parla la stessa lingua.
Vanno di amarcord …. “ quella sera a Milano che mangiammo di merda da…. E tu chiamasti Cavallaro perché ci facesse mangiare anche tardi. “ Cose così, anche un po’ spiazzanti per chi ci mette piede per la prima volta, con l’aria quasi di scusarsi per essere arrivato tardi.
La colpa è del traffico autostradale dei gourmet. Mi sono sempre precipitato oltre, verso Senigallia. Soccia, chiedo venia. Il Fusto certo deve essere un personaggione mica da ridere. Per farvi comprendere il personaggio: al momento di ordinare i vini il Cauzzi si chiama fuori. Stasera non bevo. È solo un gioco delle parti, tirato per mettermi in mezzo. Io faccio boccucce e il Fausto dice: non si preoccupi,semmai c’è il vino della casa. Cazzo penso io, qui finisce a sangiovese del tubo. Per educazione non dico nulla. La domanda successiva del patron è: bianco, trebbiano, rosè cerasuolo o Montelpulciano d’Abruzzo? Ma gli scappa un rigo di sorriso e un’alzatina di ciglio. E allora capisco.
Porca miseria, il vino della casa è di Valentini, semplicemente in damigiane e non se ne parli più. Infatti arrivano al tavole le bottiglie con etichette a mano con la scritta Valentini. Ok, mi avete fanculato per bene. Avanti con il Trebbiano per cominciare, allora!
Parini non me ne volere se dico che spari troppi ormoni in cucina e meno di quelli che dovresti, bello e giovane come sei, in altra attività.
Mi dicono che fai trenta/ quaranta piatti nuovi all’anno. Fanne meno, non tanti solo un po’ e un poco più precisi e meno istrionici, con maggiore grado di finezza e di densità. Anche un uso più continuo e persistenze più decise nel campo vegetale.
Quel tentativo con la carota è ben accennato. Bisogna proseguire con maggiore profondità.
Poi è vero che i tuoi piatti lasciano lunghezza in bocca , proprio bella lunga, talvolta però partendo da concetti non chiari. Alcuni perché altri mi hanno fatto sbarellare, sia chiaro: i piatti vegetali passano dal netta e vai centrato di insalata di zucchine marinate, finocchi e maionese al dragoncello
all’eccessiva densità gustativa della rapa rossa, oltretutto pericolosamente declinata anche nel dessert, dove finisce per essere se non proprio stucchevole almeno stancante.
Di geniale costruzione e perfida finezza incisiva il brodo di canocchie con tortellini di mare e
il quasi inarrivabile riso in bianco descrizione giocosamente minimalista per un piatto che si può definire la perfezione dell’evoluzione di un concetto base, il risotto, qui così evoluto da stupire perfino un brontolone come il sottoscritto .
Due piatti di assoluto livello, che valgono il viaggio. Da 19 / 20
Notevoli, seppur non a queste altezze, il baccalà e castagne affumicate, te nero
e anche l’animella, pioppini e salsa all’angelica, dove la fantastica materia prima se la gioca con due costruzioni millimetriche che denotano tra l’altro, come già detto sopra, una lunghezza gustativa notevolissima.
A questo livello anche tutto il piccione con materia prima non convenzionale.
Corretti ma non indimenticabili altri due piatti del copioso degustazione: mazzancolle, sugo di cavolo nero
e cappelletti d’anatra con polvere di fegato d’anatra e spezie.
Da buttare alle ortiche il latte e cioccolato, solo esercitazione tecnica probabilmente pensata per fare da introduzione al riso in bianco già citato.
Interessante in chiusura il gelato di castagne, crema di fagioli e sedano rapa e
la mela, ricotta e aceto, anche se i dessert in Italia restano un tallone d’Achille. Insomma siamo volonterosi, ma nulla più.
CONSIDERAZIONI FINALI
L’evoluzione di questo chef non è certo terminata. Gli aspettano certo altri onori.
Anche oneri, però. Quelli di non deludere chi si aspetta una concretizzazione assoluta del suo certo notevolissimo estro creativo, perché a mio modesto parere c’è ancora un po’ di strada da fare. E non è certo detto che i consensi eccessivi e gli innamoramenti furibondi dei suoi adoratori gourmet siano un buon viatico.
PS: la citazione per la signora Fratti, Stefania, la metto qui a parte.
Sapete quelle donne che fanno la fortuna di un uomo? Ecco , lei è di quel tipo lì.
Torriana (Rimini)
Via Roma 30
Tel.0541.675060
www.ristorantepoverodiavolo.com
Chiuso mercoledì.
45 Commenti
I commenti sono chiusi.
Ammazza, diavolo di un Maffi. Ma hai avuto il coraggio di dire la tua valutazione in faccia ad Alberto la sera stessa o hai fatto come certi clienti che alla rituale domanda rispondono “tutto bene” e poi si sfogano online? :-D
Un voto che sorprende persino me che non sono tra i folgorati sulla via di Damasco!!!
Concordo con Antonio….Giancarlo, le tue impressioni facevano presagire altre valutazioni….riflessivo…
le maffe risate….
A me intriga parecchio, a parte il voto maffo (matto). Solo quell’abbondanza di rape rosse mi allontana da quei piatti…
Potevo andarci in occasione di Squisito ma il tempo è sempre poco, azz (magari se qualcuno mi avesse invitato al suo tavolo, però..)
Lo stile di Maffi è pura dialettica altro che cronache del brodetto.
Oooops, voto cambiato. Scherzetto o errore? :-D
Un errore materiale
Mi hanno chiamato dal Fatebenefratelli, Cauzzi era stato ricoverato per un coccolone:-)
Immagino. Ma prima del coccolone deve aver avuto il tempo di inviare due fidati sicari sotto casa Maffi. Il quale infatti è sparito :-D
Per parafrasare Guzzanti (Corrado, eh)
la prima che hai detto :-))
e il bersaglio, secondo me, come iniziali ha AC.. ;-)
Certo Luciano non me l’aspettavo ! Cosa si fa per l’Audience
Maffi è vivo, è stata solo una questione di secondi però, avete rischiato grosso :-)
Nel frattempo il voto farlocco aveva fatto dare in escandescenze anche un raffinato e pacato musicista come Carlo Lodovico :-D
quand’i trop in trop…
Cavolo Alberto, mi hai dato una idea:-)
Devo seguire il vostro esempio-)))
Va bene tutto, me definire tallone d’achille i dolci di Parini mi pare eccessivo. Per me suo vero punto di forza. Dolci mai dolci.
quoto
c’è gente che morderebbe per un assaggio
tra l’altro leggendo la frase ai raggi neon ,definire i dolci vero punto di forza di parini vuole dire sminuirlo come chef. cosa facciamo : gli diamo 19 e lo declassiamo a pierre herme o gli diamo 14 come ristorante ? s’apra un dibattito ( sai che voglia il giorno di natale ) : quanto deve VALERE A VOTI PER I CRITICI GASTRONOMICI UN DESSERT ?
fermi tutti !!! mi costringete ad interrompere una importantissima riunione di lavoro con le mie galline ( non ci crederete ma è la verità ) per precisare : trattasi assolutamente di errore materiale . qualche giorno fa avevo anche lasciato capire a Cauzzi che il vero voto è quello citato in titolazione ora. inconvenienti della fretta. le scuse vanno soprattutto a piergiorgio parini e a tutta la famiglia del povero diavolo. e speriamo che il prossimo anno si possa ulteriormente arrotondare. a DICIOTTO E NON A SEDICI ,naturalmente :-)
a alberto cauzzi consiglio due pastiglie di antiacido :-)))))))
Buon Natale a tutti….
Guarda un po’ come il numerello strapazza la disposizione mentale e l’interpretazione. Non mi tornavano le medie rispetto a due piatti da 19 (dovevano esserci almeno due nefandezze per far media 15), ma nonostante questo ciò che conta son le parole (ma no?) e queste mi sembran tiepide, centrate su un fondo di incompiutezza o, peggio, di asticella troppo alzata, di bulimia creativa.
Sembra di capire che alcuni piatti sono non ben centrati, nel gusto e nei sapori: qualcosa di simile mi è capitato dalle parti di Chiusa-Klausen, sarà problema giovanile? Si intravede una voglia di contropiede, una certa tendenza a strafare che è pericolosa: avercene, comunque, ma con maggior equilibrio gustativo, altrimenti la papilla si intasa e si anestetizza.
Fabrizio, dalle tue parole (vis à vis) mi sono fatto l’idea che il bistellato Chiusino meritasse più il voto “sbagliato” di Maffi (o forse ancora meno ?).
Stiamo (stanno) sopravvalutando un po’ troppo la cucina altoatesina ?
Vorrei cercare di spiegare il mio punto di vista, tecnico e naturalmente anche empatico, relativo alla qualità espressa da Pier Giorgio Parini. Quello che molti, Scarpato compreso, definiscono come una ruvida incompiutezza di alcune preparazioni è tutt’altro, a mio modo di vedere, che una diminutio. E’ un dono, raro, quello di possedere una vena creativa elevata. Ed è mia profonda convinzione che l’alta cucina goumet di domani, un domani neanche troppo futuribile, sarà necessariamente una cucina con brigate ristrette, con ambienti meno borghesi, con una diminuzione di tutte quelle sovrastrutture che nulla centrano con ciò che c’è nel piatto. Preparazioni laboriose, frutto di mesi di sperimentazione nei retrobottega delle cucine, dimentichiamocele. Brigate estesissime e profonde che producono piccoli capolavori cesellati da far invidia ai meccanismi realizzati dai mastri orologiai di un tempo, scordiamoceli. Tutto ciò non è già più oggi sostenibile . Allora più spazio all’improvvisazione, a chi è in grado di comprendere velocemente cosa accadrà ad un piatto appena composto, quasi all’istante. Un dono, quello di decifrare il risultato gustativo velocemente. Un dono quello di comporre Jazz. Si, Parini e Jazz, ed io adoro le ruvide distonie del Jazz. Così come credo che questa ruvida imperfezione, a tratti, sia comunque sempre limitata nel caso di Giorgio, che sforna piatti che, per quanto mi riguarda, sono quasi sempre già completi, finiti. Avercene di cene così, di cuochi così, che non hanno bisogno di pensare troppo ad un piatto, sono già oltre. Ma, badate bene, con una perfezione gustativa generale su tutte le preparazioni che molti ristoranti, ancora appesi alla logica vetusta descritta sopra, si sognano e non avranno mai.
Un unico appunto alla rece di Giancarlone nostro. Parini è riconosciuto da tutti come un ottimo esecutore di dolci, e quel mela-aceto proprio è una delle sue perle, come il sempreverde.
A me il Jazz (con le dovute eccezioni) causa pruriti e tic nervosi, ciò nonostante la cucina di Parini me gusta, non quanto a te, ma assaje.
Credo che i due locali in discorso appartengano a due universi creativi proprio diversi: Obermarzoner ha un progetto chiaro di meticciato agrodolce, e la sua creatività si orienta precisamente in quella direzione: io ne ebbi molta gioia, e un po’ di stucco al quarto piatto con la frutta.
Parini usa l’intero orizzonte, con maggior ampiezza di vocabolario. Nemmeno qui vidi le incertezze enucleate dalla prosa maffiana. Gli evidenti margini di miglioramento sono un ulteriore punto di forza.
Del resto si dice che anche Usain Bolt abbia ancora ampi margini di miglioramento…
E i dolci poco dolci del PD sono a mio avviso dei vertici universali di understatement pasticcere…
A giusto onor del vero, credo che la primogenitura della “scoperta” non vada a PG, Cremona o chissà chi, ma a Piero Pompili, il fu Mucca Pazza. Io la prima volta ne ho sentito parlare in maniera entusiasta da lui.
Qualcosa evidentemente ci capiva :))
Sul capitolo dessert esprimo anche io tutto il mio disappunto per il maffiano pensiero ;)
A Torriana su questo tema siamo di sicuro ai vertici nazionali e internazionali
Si, mela e aceto diranno i più …
Mai come in questo caso quel piatto va mangiato, e non basta neanche questo, a volte.
Una mela di una qualità ormai rara, coltivata in biodinamico, messa a crudo a marinare con un misto di spezie. Risultato ? una cottura non-cottura davvero intrigante. Di passardiana memoria. Un viaggio nelle indie mai fatto. Uniteci un gelato all’aceto ed un filo di grasso animale, la ricotta appunto. E quel brodetto sullo sfondo di cui lascio a Maffi il compito di dirvi cos’era :-)
Muccapazza forever :-)
Hai ragione Rob: io ho conosciuto Parini e la Mazzucchelli perché fu il compianto Mucca ha portarli ad una edizione di squisito ..anni fa
Luciano, “compianto Mucca” non si può sentire ! il buon Piero starà toccandosi i gioielli a doppie mani ! :-)))
In effetti manca un po’ di Muccapensiero sul uèb: firmiamo una petizione per il rientro ? ;-)
Anch’io la prima volta che sono stato dalla Mazzucchelli (cinque anni fa, precisi precisi) fu su input di Mucca, che poi mi cazziò per aver definito il Marconi nella mia rece “locale da collocare ai vertici della ristorazione emiliana”…
se avete tempo e voglia,
l’evoluzione del Povero Diavolovista dai locali,
da noi locali:
http://www.baltazar.it/rimini/4804-osteria-del-povero-diavolo-torriana.html
io l’ho fatto. e invito tutti a leggere la rece di more’ a pag. 95 , carina e interessante . tra l’altro non ci siamo presi per poco.
Tanti spunti interessanti. Rientro solo ora perchè ho dovuto accudire due creature lattescenti originarie della piana del Sele che giustamente dovevavo riposare dopo il lungo viaggio ;-)
Per quanto riguarda Parini, cercavo di incasellare alcune frasi del Maffi che suonavano come un invito ad una “normalità”, ad una “semplice completezza” che sembrano non sempre ottenute per non dire perseguite ( “Fanne meno, non tanti solo un po’ e un poco più precisi e meno istrionici, con maggiore grado di finezza e di densità. Anche un uso più continuo e persistenze più decise nel campo vegetale”).
Molto bello è l’accostamento al fare jazz: solo che il jazz è musica incidentale, mai accidentale, necessita cioè che “suoni” anche l’ascoltatore, che possa partecipare e rilanciare emotivamente: un ascoltatore mai passivo e semplicemente ammirato di fronte alle note. Questa dello scambio tra cuoco e avventore mi sembra una cosa su cui ragionare: mi sembrava di aver colto un limite in tal senso, così come io l’ho provato al Jasmin.
In effetti lassù la tendenza non solo agrodolce, ma dolce-muffato-tartufato-cannellato (non so come dire) è preponderante: contrariamente al Caf le mie papille erano asfaltate dopo i benvenuto con i semi di sambuco e tè di pino mugo, o la crème brulée di foie gras e schiuma di caffè, più il cappuccino d’astice e cacao, tanto da cercare acidità come un cammello sia negli straordinari burri (ma anche il pane era dolce) che nelle variazioni del tonno se non fosse che anche lì una radice di cerfoglio e un tocchetto di foie gras mi respingevano con perdite e una inconsueta satollanza.
Insomma perché esagerare, perché andare oltre a cercare equilibri instabili al di là dei sapori, al di là della memoria, al di là non tanto del consueto quanto del comprensibile?
Stiamo sempre parlando di grandi (a me aveva leggermente stuccato anche Roca, troppa frutta e fichi al foie gras alla seconda portata) problema mio forse .
Per rispondere a Leo, e turandomi il naso per disabitudine a numerare, a Klausen si dovrebbe stare intorno ai 16-16,5, mentre 19 è il voto per Piero Muccapazza, al quale dovremmo esser riconoscenti in molti, perché ha lasciato degli spazi sul ueb enogastro da occupare indegnamente: con lui a scrivere, non ci resterebbe che leggere ;-))
Ah, le bambine sono arrivate bene ? quando le addenterai pensa a me con del bieco prodotto norvegese fra i denti :-(
N.B. non siamo dei novelli Girolimoni: qui si parla sempre di cibo !
La tua analisi Fabrizio sarebbe perfetta, peccato che nei piatti di Parini di ridondanza ce n’è veramente poca. Pochi gli elementi, quasi mai più dei canonici 3. Accostarlo agli ispiratori del “famolo strano” o del confusion volendo fare della fusion è profondamente errato. Non so cosa ti abbia dato da pensare questo, anche vedendo i piatti. Jasmin è un’altra roba, te lo può dire chi li ha provati entrambi. Li si c’è voglia di stupire, c’è ardore d’immatura giovinezza con tanta voglia di strafare più che di fare ed il tuo voto trasuda molto ma molto ottimismo, a mio personale modo di vedere.
Ripeto che mi riferivo alle parole di Giancarlo che stimolavano riflessioni tra gioventù e successo. Non mi sembra di aver scritto di ridondanza, infatti non lo penso (non conosco Parini, e questo già dovrebbe farmi star zitto, ma per quel che vale l’ho visto più volte al GRC e certamente un piatto come il Sempreverde è tutto, persino certosino, fuorché ridondante).
Su Obermarzoner posso anche esser d’accordo, anzi lo sono, pur senza dimenticare cose buone e la capacità pazzesca di sfornare variazioni di piatti anche attorno ad un semplice menù da quattro portate. Curioso che ho pensato a Parini quando ho assaggiato una buona orata in un guazzetto di essenza di pomodori (in sostanza un concentrato della colatura della polpa dei pomodori): mi sembra infatti che anche a Torriana si usi quel prezioso liquido. Guarda caso oggi accomuniamo i due nelle nostre discussioni.
Gran bel pezzo, come al solito. Se ti può servire, caro Giancarlo, io conosco il nome dell’autista straniero che trasporta le derrate alimentari a Parini col proprio furgone. A proposito, hai notizie di Roberto? Sono un pochino preoccupato. Fammi sapere. E comunque buone feste e sempre abbracci.
lascio anche io la mia esperienza sul Povero Diavolo.Diversi anni fa ero in vacanza a rimini e la sera andavamo sui colli alla ricerca di trattorie.Casualmente passammo davanti a questo locale,lessi trattoria e ci fermammo.Ma bastò una rapida occhiata a menù e relativi prezzi,molto civilmente esposti fuori(cosa che da Napoli in giù non si riesce ad avere,ed è una vergogna) e scappammo a gambe elevate,essendo il mio budget di allora davvero molto modesto.Per la cronaca,andammo da Delinda dove si diceva facessero le migliori tagliatelle di tutta l’emilia Romagna.Bè non ci crederete ma nel parcheggio c’erano 2 Ferrari,una porche e tutte auto di cilindrata medio alta.Come dire……Anche i ricchi……….mangiano!!!!!!!!!!. :-))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))
p.s. l’ultma riga è una battuta grezza parafrasando la frase “anche i ricchi piangono”,meglio precisarlo prima che tutti i ricchi presenti sul blog inizino a dire la loro in merito al fatto che mangiano,su cosa mangiano e su quanto mangiano. :-D
Interessante l’élevage delle gambe. Botti di rovere o qualcosa di più insolito?
…e le porche? :)))))))))))))))))))))))))))))))))))))
quando vado via da casa invariabilmente si scatena un putiferio.
vediamo di chiarire.
risposta UNO la piu’ facile : @contursi : hai spaccato i maroni a mezzo mondo per comprare una verticale a centcinquanta euro a testa di un vino e poi viene qui a scandalizzarti per i prezzi di un ristorante che non è nemmeno nei primi cento più costosi.
sai che ti dico ? che sei più snob di certi conoscenti miei con la bentley. buon natale
risposta DUE: ora et labora . @ malgi : il caso roberto’ ,alias guardiano del faro, è grave ,caro enrico e avrebbe spinto al suicido anche il miglior psicoanalista del mondo. tra l’altro a me risulta che sul caso parini lui abbia le sue idee. ma se non si degna, che dobbiamo fare, malgi.
pregheremo per la salvezza della sua anima e ,soprattutto ,del suo fegato :-))
risposta TRE : mal di fegato. mi dicono che carlo lodovico cappelletti vien dal mare alias azazel alias ” non scriverò mai più un post e un commento su nessun blog” cioè un perfetto politico in quanto a coerenza su facebok e in privato ha avuto un qual certo numero di conati di vomito verso la mia persona per quel voto rivelatosi non reale.
si chiamano nervi scoperti ,a casa mia . tra l’altro fra quelli che qui hanno scritto c’è un fior di professionista che dice di aver mangiato , se non erro, anche peggio di 15.5/20 e mi risulta che ne sia informato anche cauzzi . buon santo stefano. faccine, carlo perchè mi stai veramente simpatico :-))) e complimenti per l’elevage delle gambe. me la segno.
risposta QUATTRO : “quella” : quella vera perchè alberto cauzzi è una persona seria e mi piace molto anche se preferisco la 3/4 di sua moglie ( se scherzano in 20 sulle misure della moglie a passione gourmet spero di poterlo fare anch’io ,qui )
in realtà ha già argomentato per benino ,facendo l’esegesi del sottoscritto il grande fabrizio.
ma mi preme sottolineare due cosine . la prima è che sinceramente a me non frega un tubo se la brigata di cucina è composta da uno nessuno o centomila. son problemi loro .a me interessa il risultato finale ,anche perchè ritengo che fare recensioni ,seppur “solo” per un blog, sia fornire un SERVIZIO ,che cavolo , e non pastura mentale per i miei “fans” . quello che succederà domani mi interesserà domani ,caro alberto . ne abbiamo già parlato. il centone che mando a spendere OGGI devo giustificarlo appunto oggi e devono interessare a chi legge e si accinge ad arrampicarsi lassù assolutamente nulla le splendide seghe mentali delle future ,futuristiche e futuribili brigate monomandatarie di cucina.
l’altra cosa , importantissima ,è questa : sei sicuro ,caro alberto, che il voler spingere così in alto il tuo pupillo in modo reiterato e addirittura soffocante sia un bene per lui. il ragazzo mi pare equilibrato ,è vero, ma tutti queste elicotterate verso la cima tempestosa del podio cheffistico italiano non vorrei che gli facessero perdere il senso della misura. si respira male se si va in alto troppo velocemente. lo dico veramente per il suo bene .
ultimo appunto : chi ha parlato male dei dolci ? il mela aceto era notevole ,è vero. vanificato da quella bufala di nuovo feroce al palato che risponde al nome di RAPA DOLCE . tra l’altro ,se ben ricordo, una esecuzione in stile dario argento del suo simpaticissimo secondo giapponese, alla quale comunque il parini non puo’ che aver dato il suo assenso ,per troppa generosità.
a te buon natale ,san silvestro e soprattutto un felice anno nuovo per stupende incursioni gastronomiche , spero qualcuna insieme con il sottoscritto.
Piano Piano Maffi…….non mi sono scandalizzato……ho solo detto che era fuori dalla mia portata a 24-25 anni……..poi non volevo un vino a 150 euro ma IL VINO.Perchè maiuscolo?te lo spiego da vicino……Buon Natale anche a te :-D
Caro Giancarlo,
Non capisco tutto questo fervore a tirare in ballo le opinioni di altri, tanto più del Gdf che mai ci ha messo piede da Parini e, conoscendolo, non si espone a giudizi proprio per questo motivo. Cos’è … senti il bisogno di conferme ? :-)
E poi, suvvia, le paternali evitiamole … ognuno ha le sue opinioni e se le tiene, è giusto così. Io ho cercato, noto invano, di spiegare perchè la cucina di Parini è OGGI una gran cucina, ho anche fatto delle considerazioni tecniche, qui come nelle mie recensioni.
Io non ho nessun interesse a portare in alto qualcuno, esprimo semplicemente il mio entusiasmo quando, lungo il mio cammino di appassionato, trovo qualcosa fuori dalle righe. Non tutto è a posto, non tutto è al massimo, ma dopo tante e tante cene anonime, tanti deja vù, tanti bruciapadelle, trovare stimoli nuovi ed interessanti, non dai soliti noti, mi entusiasma. Tant’è che ho chiamato il mio blog Passione Gourmet, non è un caso.
Buon natale a tutti,
Ci si vede a Viareggio Giancarlo
guarda ti dico la verità : io di conferme non ne ho proprio di bisogno ,anche perchè i due tre che mi hanno parlato di parini NON me ne hanno parlato in termini che valessero il mio voto. che io ,imperterrito e tirato per i capelli da una parte e dall’altra , stoico ho mantenuto , in scienza (???? ) e soprattutto coscienza : ti aspetto, a schiena ritta e pancia vuota :-)
mah alla fine il voto in sè è congruo alla maggior parte delle mie ottime esperienza torrianine (altre son state da 18 pieno, ma in ottica PG il 18 è a mio parere pienamente giustificato). Il commento a cui tu ti riferisci, Giancarlo, è uscito dopo il quiproquo del 15.5. Un po’ più di serenità da parte di tutti, my friends. Stiamo pur sempre facendo le seghe alle mosche. Scusate il francesismo e buon Natale a tutti.
GRAND.FARAB. NULL.FAC. ROMP.COGL. GIANCARLO MAFFI :
i voti saltano come ballerine :-)
sulla serenità sono d’accordissimo. soprattutto , prima di scrivere bisognerebbe contare fino a mille. vale per tutti e anche in tutti i tempi.
la battuta sulle seghe alle mosche fa il paio con quella sullìelevage.
dovresti raccoglierle tutte e farci un post sopra ,magari da noi come strenna di san silvestro.
certo che oggi con quella parte di cognome per te sarà una festa speciale. intendo il CAPPELLETTI ,sia chiaro .
“l’altra cosa , importantissima ,è questa : sei sicuro ,caro alberto, che il voler spingere così in alto il tuo pupillo in modo reiterato e addirittura soffocante sia un bene per lui. il ragazzo mi pare equilibrato ,è vero, ma tutti queste elicotterate verso la cima tempestosa del podio cheffistico italiano non vorrei che gli facessero perdere il senso della misura. si respira male se si va in alto troppo velocemente. lo dico veramente per il suo bene .”
sintesi perfetta anche del mio inutile pensiero, troppo incenso nausea.