Torre Oriente. Con Patrizia Iannella alla vigilia di un’occasione speciale
di Paolo Mazzola
Quando ho chiamato Patrizia per chiederle un’intervista, mi ha dato appuntamento a pranzo per il 13 ottobre, confidandomi che stava facendo i preparativi per il suo matrimonio, che sarebbe avvenuto qualche giorno dopo il 20 ottobre. Le ho risposto un po’ imbarazzato che avremmo potuto rimandare senza problemi ed invece mi ha invitato a casa sua a pranzo con il futuro marito Giorgio Gentilcore dell’omonima azienda di Molinara produttrice di olio di qualità e di altri prodotti del territorio, fra cui spiccano i legumi. Non è un caso che citi il marito perché Patrizia in cucina è brava quasi quanto lo è come agronoma e produttrice di vino ed il pranzo è stato a base di legumi ottimi e almeno per me poco conosciuti dell’azienda di Giorgio.
Abbiamo infatti mangiato i fagioli all’occhio, marroni molto piccoli gustossimi con la pasta, il baccalà su letto di ceci neri, il fagiolo biondo del Fortore e lo zolfino con salsiccia rossa di Castelpoto. Il tutto preparato in maniera magistrale.
L’azienda Torre ad Oriente nasce nel 2006 e si trova a Torrecuso, in un territorio molto vocato per la coltura delle vite, produce circa 30.000-40.000 bottiglie annue esclusivamente Aglianico e Falanghina.
Antiche sono però le tradizioni di coltura della vite in casa Iannella ….si racconta infatti che il nonno del nonno circa 150 anni fa trovò in un bosco molte monete d’oro lasciate dai briganti e con quei soldi comprò tutti i terreni circostanti fino a Torre Palazzo. Ebbe 11 figli a cui suddivise la proprietà che continuò con le generazioni successive ad essere suddivisa . Il papà anche conferiva le uve da vino a Feudi di San Gregorio, Mastroberardino e Farnese.
Patrizia , parlando della necessità di superare le tradizioni in questa terra tanto vocata che ne è così impregnata, ricorda che il papà stava male quando l’enologo dei Feudi chiedeva diradamenti massicci, a volte buttando per terra anche i ¾ della produzione di uva…..oggi finalmente si è abituato. Patrizia infatti, giovane agronoma è portatrice di una ventata nuova ,fatta di coltura della vite il più possibile con mezzi ecocompatibili, di sperimentazioni agronomiche in collaborazione con le Università , di diradamenti, di valorizzazione dei punti di forza della falanghina come l’acidità vissuta come pregio e non come difetto da smussare con surmaturazioni, di rese per ettaro non eccessive da 120 q.li per le falangine base a 50 q.li per i cru, di vigne dedicate con le quali creare i cru aziendali, di uso del legno che inizia a diventare più contenuto nel cru di aglianico, di profili meno da “vinoni”, ma più agili e freschi.
L’enologo è Mario Ercolino, scelto proprio perché disponibile ad un rapporto di collaborazione con Patrizia, agronoma ed esperta di viticoltura.
Prima di inizia a degustare mi spiega che il sistema d’allevamento migliore per la falangina è il guyot singolo. Il cordone speronato infatti porta a rese troppo basse che si accompagnano a qualità dell’uva non eccellente ed eccessivo sviluppo fogliare.
Siriana 2011: Dal nome della nonna di Patrizia, è una falanghina le cui uve sono raccolte nella prima decade di settembre, fa criomacerazione con l’obiettivo di ottenere un prodotto molto floreale, caprifoglio e biancospino e fruttato da frutta bianca, pesca e pera, con leggere sensazioni balsamiche a seguire. Equilibrata al gusto, abbastanza strutturata con i suoi 13-13,5°alc, con la sua spiccata acidità che fa da contraltare a quest’aromaticità diffusa. Vino molto elegante come tutti i vini di Patrizia , nitido e pulito. E’ prodotta in 10.000 bottiglie.
Rosinella 2011: Rosato da Aglianico del Taburno vinificato in purezza, di colore rosa carico dai riflessi violacei, olfatto con sensazioni di fiori e frutta fresca. Abbastanza strutturato al palato con un finale morbido.
Biancuzita 2010: Dall’antico nome greco della falanghina, prodotta in 5000 bottiglie con uve solitamente raccolte nell’ultima decade di settembre, con una gradazione alcolica fra i 13,5 e i 14°alc. matura 1 -1,5 anni in serbatoi d’acciaio e un anno in bottiglia. Finalmente una falangina che esce a distanza di quasi 2 anni dalla vendemmia. Bel colore giallo paglierino,sensazioni olfattive complesse, meno floreali, più fruttate e balsamiche, con liquirizia e caffè leggero. Strutturata , ampia e soprattutto elegante al palato, con l’acidità spiccata che bilancia l’esuberanza delle sensazioni aromatiche. Leggermente meno fresca, a causa dell’annata calda, rispetto alla versione 2008 che per me è quasi un riferimento per le Falanghine del taburno.
Don Curzetto 2007 : Imbottigliato ad agosto, è’ il cru dell’aziaenda, un Aglianico del Taburno, da vigna dedicata, con resa per ettaro sui 60 q.li, ottenute anche con diradamento. Matura almeno un anno in barrique, con blend 70% di primo passaggio e 30% secondo passaggio e affinamento di un anno in bottiglia. Si usano lieviti autoctoni per la fermentazione e quantità di solforosa bassissime. Bel colore rosso rubino vivace, denso poco trasparente. Olfatto molto intenso soprattutto di frutta matura, amarena e frutta di bosco, speziato di pepe, e ancora vaniglia e liquirizia. Pieno e strutturato al palato con tannini eleganti, morbido, vellutato e di lunga persistenza.
Volevo concludere quest’articolo parlando dell’altra parte di Patrizia, quella dei Presidente dell’Associazione Amici dell’Aglianico del Taburno, ma dato quest’evento così importante imminente mi voglio limitare ad augurargli di riuscire a portare a casa, combattendo per ritrovare un’unità di intenti all’interno dell’Associazione, un’anteprima dell’Aglianico del Taburno che finalmente riesca a comunicare l’importanza e la qualità dell’Aglianico di queste terre e sia d’impulso per una sua definitiva valorizzazione.
E per concludere tanti auguri a Patrizia e Giorgio!!
Torre a Oriente
Loc. Mercuri I, 19
82030 Torrecuso (Bn)
Tel.: 0824 874274 – 874376
Fax 0824 874376
Un commento
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Auguri e, come sempre, e’ un piacere leggere di voi! Ad maiora!!!