Tignanello 2017 Toscana igt, Antinori
Consideriamo questa bottiglia la chiave di accesso al vino italiano. Il motivo è ben spiegato nel libro scritto da Pietro Antinori, dedicato proprio alla nascita di questa etichetta e titolato Tignanello, una storia toscana.
La lettura di questo libro e la visita alla Tenuta dove nasce il Tignanello, nel cuore del Chianti, dovrebbero essere la prima lezioni di un corso di approccio al vino. Nasce nel 1971, in un momneto in cui la mezzadria viene abolita per legge e l’agricoltura italiana, e con essa la viticultura, conosce il massimo momento di difficoltà. Un paradosso per un paese sostanzialmente agricolo e rurale fino a un decennio prima.
Nella introduzione Antinori scrive profetiche parole: «Ho sempre seguito e sempre seguirò questa regola: nei momenti di incerti orizzonti, mai tirare i remi in barca attendendo miracoli o riprese; è invece l’ora di inventare, di rilanciare, di investire. Un principio che andrebbe tenuto sempre presente, tanto più oggi, mi sento di dire, in questa fase di stanca profonda che vive l’impresa italiana. Soprattutto l’impresa legata al territorio, che non può scappare oltre confine e non vuole svendere agli stranieri».
e’ un po’ quello che è accaduto durante la Pandemia dove sono usciti i veri valori delle aziende innovative. Di fatto il Tignanello, primo rosso passato in barrique, primo sangiovese maritato al cabernet sauvignon e al cabernet franc segna uno stacco con il passato e indica una strada che sarà presto seguita da tanti. Nasce da una maniacale lavorazione della vigna secondo i criteri più moderni, con le pietre bianche a fare da base, e da una vinificazioni moderna che porta ad estrarre il frutto e a tenere bene l’equilibrio.
Per la cronaca, nasce su un terreno di 57 ettari esposto a sud-ovest, di origine calcarea con elementi tufacei, ad un’altezza tra i 350 e i 400 metri.
Passano gli anni, ma resta sempre un grande classico, capace di attraversare bene il tempo. Prendiamo il 2017, considerata annata minore in toscana, abbiamo di fronte un vino assolutamente integro, dal naso ricco di frutta croccante, spezie, note balsamiche e un cenno fumè. Al palato i tannini sono setosi, morbidi, sie beve bene e la chiusura è di una avvolgente elegnaza.
Un grande vino, una grande storia, il segnale che dalle crisi si esce investendo nel capitale umano e nella creatività.
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