Terroir Vino, il Baratto Wine Day: gli scambisti del vino


Baratto Wine Day

di Alessandro Marra

Avvertenza: i fatti narrati non sono frutto dell’immaginazione ma sono realmente accaduti lo scorso 7 giugno. Gli “scambisti del vino” (no, nessuna connotazione erotica…) sono gli appassionati che erano a Terroir Vino:vino, persone e web, intenti a trafficare con un bel po’ di bottiglie; buona parte di essi si annidano sui social cosi, twitter e vinix in testa.

Comincio dalla fine, con il sottoscritto che lascia Genova a malincuore dopo un’intesa giornata trascorsa ai Magazzini del Cotone per Terroir Vino. Nelle mani tre bocce – il Prosecco Còlfondo di Bele Casel (vino frizzante a fermentazione naturale), la Barbera d’Asti 2007 di Cascina ‘tavijn e il Vino Nobile di Montepulciano 2007 di Crociani – barattate, nell’ordine, con @belecasel (alias Luca Ferraro), @tirebouchon (alias Vittorio Rusinà) e @susannacrociani.

La locandina del Baratto Day

Lo stesso numero di bottiglie che ho scambiato io: un Fiano di Avellino 2005 di Ciro Picariello (se l’è accaparrato @giuliano_abate, pare su suggerimento di un altro campano, @massimodalma) e due Sinopea 2008 di Masseria Felicia (entrambe finite nelle mani di una signora, tuttora da identificare…). In effetti, la mia idea iniziale era quella di barattare 3 bianchi con qualche annetto sulle spalle (rigorosamente campani, un fiano di avellino, un greco di tufo e una falanghina del taburno), per testimoniare – nel mio piccolo – le grandi potenzialità anche in termini di longevità dei tre vitigni a bacca bianca più importanti della mia regione. Purtroppo c’ho pensato troppo tardi e ho dovuto, perciò, fare i conti con la difficoltà di reperire le bottiglie “giuste”: missione compiuta per la boccia di Ciro Picariello, assente il greco di tufo, cambio di rotta per la falanghina. Vabbè, è andata come è andata, l’anno prossimo mi organizzerò prima.

L’idea del Baratto Wine Day, perchè questo è ciò di cui sto parlando, quella – invece – è venuta a Davide Cocco (per i twitteri @studiocru) che l’aveva esposta, quasi per gioco, proprio a Genova, un anno fa, durante l‘unconference pre-Terroir Vino. E così, dopo il battesimo del 29 novembre 2009 in quel di Reggiolo, la seconda edizione si è svolta nell’ambito della manifestazione ideata da @filipporonco e TigullioVino.it, giunta ormai alla sesta edizione.

I numeri non lasciano troppi dubbi: più o meno 250 le bottiglie scambiate nel corso della giornata. Ma successo è stato soprattutto per il contagioso entusiasmo che ha animato i partecipanti in un gioco semplice, divertente e costruttivo. Funziona così: tu porti una, due, tre, quattro bottiglie e ne scegli altrettante tra quelle degli altri, tutte esposte in una sala appositamente dedicata. Nessuna distinzione di valore economico: una bottiglia vale esattamente una bottiglia, così come la mezza ne vale una; una magnum vale due bottiglie.

A me la cosa è piaciuta molto, davvero. Bello anche il logo, due mani a forma di grappolo che si stringono l’un l’altra a formare un cuore. Il #BWD, per come è pensato, è un modo “leggero” per conoscere nuove bottiglie e gli stessi “scambisti” che le hanno portate (lasciando traccia del proprio nome sull’etichetta “parlante”). E – perché no!? – un’ottima strategia di comunicazione per gli stessi produttori, magari di piccole denominazioni, desiderosi di far conoscere i loro prodotti. Ovvio, purché – nel caso dell’appassionato – non si portino “avanzi di cantina”… Ma a Genova, ve lo posso assicurare, se ne sono viste di belle bocce…

5 Commenti

  1. Mi pare una figata bestiale . Peccato che non si possa fare nel mio settore lavorativo , per discrepanza di valori eccessiva. Potrebbe finire che io porti un patek philippe e quel furbone di bottura vorrebbe fare a pari con un orologino di plastica di sua figlia e un piatto di tortellini:-)

  2. Finito di leggere il post uno si aspetta un calendario dei prossimi appuntamenti.
    Il Baratto è super fico e non se ne può fare a meno.

  3. Grazie al BWD che è proseguito anche con scambi diretti fra produttori al TERROIR posso finalmente dire di aver riempito la mia cantinetta da 155 bottiglie..

    Carlo Alessandro, la prossima volta sui bianchi campani datati mi prenoti io perchè questa volta devo essermi proprio distratto..

    Ciao e grazie !
    Paolo

  4. Mi ripeto: il baratto restituisce al vino, spogliandolo da ogni aspetto economio, la dignità di essere pensiero e creatura del vignaiolo e della sua vigna.
    L’aspetto ludico, poi, è fantastico!
    Ti ringrazio per quel Picariello d’annata che, anche grazie a Massimo Dalma, allieterà una delle mie prossime serata; naturalmente in buona compagnia :-)
    A Presto
    Giuliano

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