Terra di Lavoro Campania Igp 2017 Galardi


Terra di Lavoro Campania Igp 2017 Galardi

Terra di Lavoro Campania Igp 2017 Galardi

di Enrico Malgi

Terra di Lavoro 2017, di Galardi, ecco l’ultimo arrivato di un vino che ha fatto la storia al Sud, frutto di una annata sicccitosa e difficile.

Controetichetta Terra di Lavoro Campania Igp 2017 Galardi

Controetichetta Terra di Lavoro Campania Igp 2017 Galardi

Correva l’anno 1991 quando Riccardo fu chiamato a prestare la sua opera presso la neonata azienda Galardi, collocata in un areale, quello dell’Alto Casertano, allora certamente poco famoso a parte la notorietà delle storiche aziende Villa Matilde di Cellole (che dal 1998 è seguita anch’essa da Cotarella), Moio di Mondragone e poche altre. Questa collaborazione ebbe subito grande successo, perché l’etichetta Terra di Lavoro già dalla prima annata del 1994 riscosse un grande successo di critica e di vendite anche a livello internazionale, per la felicità del pool dei proprietari Roberto Selvaggi (scomparso nel 2000), Maria Luisa  Murena, Francesco e Dora Catello ed Arturo Celentano. Da due anni è subentrata Allegra Selvaggi. Nello stesso periodo il miracolo si ripeté con il Montevetrano di Silvia Imparato seguito sempre da Riccardo, che anche qui si trovò ad operare in un comprensorio, quello dei Colli Picentini, assolutamente vergine.

Bene dopo questo preambolo passiamo alla valutazione del nuovo millesimo 2017 Campania Igp di Terra di Lavoro, che è stato appena lanciato sul mercato e che ho degustato proprio in questi giorni.

Uve di Aglianico all’80% e saldo di Piedirosso in blend, raccolte nella terza decade di settembre. Dopo la fermentazione in acciaio, il vino transita in barriques nuove francesi per un anno e poi viene elevato in vetro. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo. Prezzo in enoteca intorno ai 50,00 euro. Bottiglie prodotte: 24.500 bordolesi, 405 magnum e 149 doppio magnum.

Il colore che scruto nel bicchiere è segnato da un rosso rubino sfavillante. Spettro aromatico di grande e sicuro effetto olfattivo. Splendide le connotazioni giustamente fruttate, come le vermiglie ciliegie ferrovia, le polpose e carnose susine e tutto il corollario di piccole drupe, in particolare fragola, ribes, mora e mirtilli. Potpourri di fiori rossi in bella evidenza, agganciati a sentori vegetali. Terziarità sapientemente speziata, balsamica, chinata e goudronesca. Energia sapida, terrosa e sulfurea, figlia della matrice vulcanica dove sono piantate le viti. Bocca accogliente e ben disposta. Sorso  caldo è caldo sicuramente, ma anche bello fresco, ammaliante e gradevolmente fruttato, aiutato poi da imperiali tannini, appena leggermente ruvidi ma già avviati sulla strada della morbidezza. Vino nel complesso materico, austero, imponente, aristocratico, superbo, compatto, strutturato, temprato, seducente, rotondo e profondo. Per la giovane età, comunque, è destinato a migliorarsi col passare degli anni. La chiusura è già persistente, irradiante e leggermente amaricante. Dategli tutta la carne possibile, oppure da centellinare comodamente seduti davanti ad un camino acceso in queste fredde serate invernali.

Sede a Sessa Aurunca (Ce) – Frazione San Carlo
Tel e Fax 0823 708900 – 1440003
[email protected]www.terradilavoro.it
Enologo: Riccardo Cotarella
Ettari vitati: 10 – Bottiglie prodotte: 30.000
Vitigni: Aglianico e Piedirosso.

Terra di Lavoro Galardi

2 Commenti

  1. Notiamo con piacere che con l’avvicinarsi del Santo Natale il santo bevitore si scatena in un crescendo wagneriano ponendo l’asticella sempre più in alto.Cosa aggiungere se non ripetere le parole dello stesso Cotarella:uno dei grandi vini d’Italia e del mondo.Ad maiora ma non si dimentichi del signore e della signora che aspettano un “fior di rosa” principio e fine alle feste Divine perché in fondo “la vie en rose “da più gusto a determinate “cose” FM

  2. E non finisce qui caro Francesco. Aspettati altri report perfettamente in linea con gli altri cru già degustati.

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