Terra d’Eclano 2014 Irpinia Aglianico doc Quintodecimo
Si parla poco di questo Aglianico in purezza, il primo rosso di Quintodecimo. Eppure si tratta di uno dei migliori per affidabilità, pulizia, capacità di esprimersi ai massimi livelli. Lo abbiamo verificato tra l’altro proprio con una verticale completa di Terra d’Eclano.
Lo ritroviamo durante una fredda serata irpina a Degusta, il bel locale nel cuore di Avellino dove oltre che a una buona pizza c’è una bella varietà di offerta tra carni e piatti tipici della tradizione oltre che una carta interamente dedicata solo al territoio. Lo usiamo per affrontare uno splendido soffritto e il risultato è più che confortante.
Lo stile di Luigi Moio tende alla perfezione esasperata, parliamo di un Irpinia doc ma potrebbe essere benissimo un Taurasi.
A distanza di quattro anni, questo rosso è perfettamente giovane ma, come tutti i grandi vini, è già pronto per essere bevuto pur promettendo longevità. Questo dipende dal lavoro certosino sui tannini, l’ossessione di Moio, per cui ogni grappolo è assolutamente diraspato e ai chicchi sono tolti i vinaccioli.
L’uso del legno è in equilibrio e l’Aglianico ne viene esaltato.
Il naso è dunque una fusione di frutta rossa e note balsamiche, fresco, come fresco è il sorso che conferma al palato soprattutto la frutta. La chiusura è perfetta, lascia la bocca pulita, i tannini sono ficcanti seppur morbidi.
Da bere quando state in pace con voi stessi.
Terra d’Eclano 2014 Quintodecimo Luigi Moio
Un commento
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Confermo.Ogni volta che assaggio l’Aglianico,specialmente dopo qualche anno di affinamento,di Luigi e Laura (mi sembra doveroso nominarla per la sua costante presenza e attivo contributo all’azienda sostituendo egregiamente il professore sempre più spesso in viaggio per gli innumerevoli impegni di lavoro,faccio questa considerazione:Quanti Taurasi ci sono che possono reggere al confronto?Daccordo anche sul consumo dei grandi vini che si sposano meravigliosamente con cibi “poveri”o per essere più precisi ancestrali ciò poco frequentati ai nostri giorni.Ad maiora semper da Francesco Mondelli