Tenuta Perano e Rialzi: un tesoro di equilibrio e freschezza, in casa Frescobaldi


Ristorante Frescobaldi – Piazza della Signoria, Firenze

di Simona Paparatto

Nel cuore del Chianti Classico, tra Gaiole e Radda, dove le dolci colline che abbracciano i filari regalano paesaggi così pittoreschi e seducenti da togliere il fiato, nel 2014 Frescobaldi acquisisce all’asta, un lotto appartenente alla Tenuta del castello di San Donato in Perano a Gaiole, consistente in un terreno e in una cantina, aggiungendo, così, un nuovo prezioso gioiello ai suoi possedimenti, dislocati in diversi areali toscani: l’Ammiraglia a Magliano, Pomino, Nipozzano nel Chianti Rufìna, Tenuta Castiglioni a Montespertoli, Calimaia a Cervognano, Rémole a Le Sieci, Gorgona, Castelgiocondo a Montalcino.

Mappa delle tenute Marchesi Frescobaldi

Tenuta Perano possiede 350 ettari di cui 90 a vigneto, e 10 ad uliveti; tutto il resto è bosco, che viene gestito con un piano di taglio. Il legname ottenuto viene utilizzato per il riscaldamento e l’acqua calda, sia in azienda, che nell’osteria della stessa tenuta, aperta ormai da qualche anno.

I terreni sono altamente drenanti: la loro profondità permette alle radici delle piante di allungarsi. Non vi è infatti presenza di ruscellamento, né di ristagno idrico, poiché l’acqua viene immagazzinata completamente, creando una riserva importante: le estati, qui, sono siccitose con alte temperature, ma non vi è alcun impianto di irrigazione in nessuno dei vigneti, che sono ricchi di scheletro e molto uniformi: in alcuni punti vi si trova una discreta percentuale di tufo, mentre galestro, che conferisce grande freschezza e alberese, che dona la giusta mineralità a questo splendido vino, sono le due pietre preziose dell’areale del Gallo Nero.

Galestro, le due pietre preziose dei suoli del Chianti Classico, che conferiscono freschezza e mineralità

Ma quanto è difficile coltivare una terra così rocciosa? – È molto difficoltoso – spiega il direttore tecnico agrario Gianni Luchinipoiché spesso le pendenze superano il 20% e bisogna utilizzare dei cingolati. Sono terreni pericolosi, spesso poco gestibili, poiché i sassi possono procurare rotture delle parti meccaniche e delle attrezzature ed altre criticità, ma si è ricompensati a settembre e ottobre, quando la vendemmia regala splendide uve

Al momento dell’acquisito dei vigneti, si è deciso di non produrre l’annata, ma di effettuare un approfondito studio degli stessi, distinguendo tre anfiteatri. Il primo, di 45 ettari, è il bacino delle uve da destinare al Chianti Classico. L’anfiteatro, di poco più piccolo, è quello destinato alla Riserva e di esso fanno parte i vigneti più in altitudine, che raggiungono quota 600 m/slm.

L’alta quota mitiga estati sempre più siccitose: questa è una importante caratteristica di Tenuta Perano, insieme alla freschezza del suolo (intesa come conformazione).

Il terzo anfiteatro è quello della Gran Selezione: il cru Rialzi, con i suoi 3 ettari coltivati esclusivamente a Sangiovese, si trova ad un’altitudine di 550 m/slm, esposto a sud sud/ovest ed è un’unica vigna che, con un’età di 25 anni, vede il momento del suo massimo splendore.

I filari del cru Rialzi

Mentre la produzione media aziendale, sia per il Chianti Classico, che per la Riserva è di 65 q/ha, Rialzi viene prodotto in 38/40 q/ha, attraverso potatura invernale molto povera, con selezione dei germogli in primavera e ulteriore diradamento a fine agosto.

Il regime non è biologico certificato, ma si lavora ugualmente in biologico: nessun diserbo (erba verde nel sottofila), trattamenti sostenibili, come concimi organici e il sovescio primaverile a filari alterni: in alcuni casi si usano 23 tipi di essenze differenti.

La vinificazione, che dura mediamente 15/20 giorni, ha inizio con una pigiadiraspatrice di ultima generazione che agisce sulle uve in modo molto delicato.

La cantina ha solo un lato esterno e gli altri tre interrati, quindi, riesce a mantenere umidità e temperatura costanti tutto l’anno. La zona di vinificazione ospita contenitori termocondizionati. Non si effettua nessuna filtrazione. Non si utilizzano enzimi, se non in condizioni di pura necessità ed i lieviti sono indigeni. I rimontaggi avvengono sia senza ossigeno, sia all’aria, quando vi è necessità di creare la riattivazione dei microorganismi nel mosto. Normalmente, a fine anno, si innesca la malolattica in tutti i vini ed a gennaio avviene il trasferimento in legno. La linea di imbottigliamento non si trova in sede, ma a Le Sieci (Remole, frazione di Pontassieve), dove vengono imbottigliati i vini di tutte le tenute Frescobaldi.

Tenuta Perano, scorcio della barricaia

La barricaia e la bottaia non sono state toccate dalla ristrutturazione, mentre i contenitori in cemento, le Tulipe, sono stati installati lo scorso anno e prossimamente, verranno utilizzati anche per il Rialzi, poiché il cemento permette un’ossigenazione maggiore rispetto all’acciaio.

 – La preparazione della barrique è un’arte – chiosa Nicolò D’Affitto, enologo generale della Marchesi Frescobaldi – ed il lavoro preparatorio sta a noi come azienda. Ognuna delle Frescobaldi richiede una scelta specifica che io faccio insieme all’enologo dell’azienda stessa. Su Perano la scelta dei due tonnelier è basata sull’eleganza, com’è nella sua filosofia. Ognuno dei tre anfiteatri ha la sua tipologia di affinamento: Rialzi matura in barriques nuove per 24 mesi, la Riserva in botti grandi da 80 e 20 ettolitri ed il Chianti Classico affina in barriques usate degli anni precedenti, per 12 mesi. Le annate sono diverse tra loro, ma la cosa importante è individuare un fil rouge che le colleghi. Si cerca di interpretare al meglio ogni annata che si differenzia dall’altra anche in base ai cambi climatici, gestendo le operazioni di cantina, day by day –

Nicolò D’Affitto, enologo generale della Marchesi Frescobaldi, ha condotto la verticale di Rialzi.

Negli splendidi ambienti di Tenuta Perano, attraverso una entusiasmante verticale dei vini del cru Rialzi, abbiamo ripercorso elementi del terreno, del clima e dell’uomo, alla presenza dell’enologa aziendale Maria Lucia Puggioni, del direttore Gianni Luchini, del responsabile Andrea Orsini e guidata da Nicolò D’Affitto, che così interviene – Cru significa “cresciuto” e considera un terreno, un’altimetria ed un clima ed è legato esclusivamente al luogo, alla natura che lo contraddistingue, ma anche all’uomo. Il terreno è di alberese, classico terreno del Chianti, molto, molto drenante. Per quale motivo è drenante? Perché l’uomo ha creato le tre terrazze che sono i rialzi. L’uomo, per motivi differenti dalla vigna, nel 1600, ha rialzato il terreno colmando degli avvallamenti, per la necessità di creare una strada, un passaggio e la geologia ne è risultata totalmente cambiata. La terrazza crea almeno due effetti importantissimi sull’apparato radicale: se piove l’acqua si estingue immediatamente; inoltre, l’ossigeno che penetra nel terreno, favorisce lo sviluppo dei microrganismi che entrano in simbiosi con le radici, portando l’equilibrio nella vigna

Le differenti annate di Rialzi sono tutte molto equilibrate fra l’eleganza, la freschezza, la mineralità e anche di gran potenza, per il grado alcolico importante.

Uve sangiovese nel cru Rialzi

I vini in degustazione hanno pressoché la stessa tonalità, ma intensità differenti, essendo queste il riflesso dell’annata. L’importante struttura è sempre sostenuta da un’incisiva componente acida, data dalla freschezza. Il bagaglio aromatico di frutta rossa è la caratteristica del Sangiovese, che nel tempo diviene composta, confettura e nelle annate più intense, frutta nera, mentre nell’affinamento regala note balsamiche, cuoio, fieno. L’apporto del legno si percepisce nell’immediato, per poi scemare, lasciando spazio all’equilibrio di tutte le componenti.

Rialzi Chianti Classico DOCG Gran Selezione Gaiole 2020 Frutta e ancora frutta a bacca rossa e nera, come richiede il sangiovese. Il frutto è compatto e succoso, poi erbe aromatiche e petali di rosa. In bocca è sapido e fresco. Vena alcolica insistente. Tannino irruente, giovane, ma di buone prospettive. Chiude lungo e dinamico, con riverbero ancora fruttato.

Rialzi Chianti Classico DOCG Gran Selezione 2019 Speziato, intensamente floreale: percezione di fiori secchi. Frutta matura. Arancia sanguinella. All’assaggio è fresco, dal taglio lievemente agrumato, sapido. Pieno, corposo e strutturato ma sostenuto da ottima acidità che lo rende elegante e sottile in modo particolare. Il tannino è integrato. Il legno è ben dosato. Fine ed equilibrato. Chiusura molto lunga, con piacevoli ritorni fruttati.

Rialzi Chianti Classico DOCG Gran Selezione 2018 Annata debole, con alternanza caldo e pioggia. All’olfatto il frutto è decisamente nero ed in composta: mirtillo, mora di rovo, amarena. Rosa. Percezione di sottobosco, fieno, cuoio, fogliame bagnato, seguito da una lieve sensazione balsamica. Ginepro. In bocca è equilibrato e pronto. Il tannino corre di pari passo con la componente fresco-sapida. Succoso e gustoso. Di grande bevibilità.  Lungo il finale, su note speziate. Barrique ben integrata: il legno si sente, ma non è per niente invasivo, nonostante sia nuovo.

Rialzi Gran Selezione 2017

Rialzi Chianti Classico DOCG Gran Selezione 2017 Annata difficoltosa, con inverno rigido intervallato da piogge. Il caldo primaverile ha portato ad un germogliamento anticipato, poi ancora freddo, con successiva ondata di caldo. Le uve hanno risposto comunque in modo positivo.

I profumi di frutti neri di mora, insieme ad un sentore quasi agrumato, balsamico, lasciano spazio alle spezie, a muschio, cuoio e terra bagnata. In bocca è abbastanza fresco, ma sapido, minerale, dal tannino integrato e gustoso, discretamente bilanciato, con sapore fruttato che ritorna, allungando la persistenza.

Rialzi Chianti Classico DOCG Gran Selezione 2016 L’annata non ha avuto una grande maturazione, per cui si è estratto attraverso macerazioni lunghe. L’annata ha donato buoni profumi e ricchezza nella struttura. Profumi suadenti. Sottobosco, sandalo. Frutti rossi maturi con richiami di fiori: rosa. Pepe ed un soffio balsamico arricchiscono l’olfatto. Morbido, strutturato. Tutto perfettamente amalgamato. Fine e composto. Tannino perfettamente integrato ad una buona spalla fresco-sapida. Equilibrato e longevo. Il legno è dosato con maestria.

L’annata 2015 ha prodotto vini longevi e di grande complessità

Rialzi Chianti Classico DOCG Gran Selezione 2015. Un’annata estremamente qualitativa, che ha prodotto vini di grande complessità e longevità. Profumi tenui: in principio è ancora un po’ chiuso. Poco per volta, si susseguono le percezioni di frutti neri maturi ed in confettura, seguite da note boisé e speziature di pepe nero, liquirizia e cioccolato. In bocca perde leggermente in freschezza rispetto agli altri, ma è comunque equilibrato e piacevole. Mansueto. Tannino integrato e compatto. Corposo e strutturato. In chiusura, ancora buona la persistenza, con riverbero del frutto speziato.

Le bottiglie di Rialzi hanno prezzo differente, poiché alcune annate non hanno avuto bisogno di particolari trattamenti, mentre su altre si è dovuto intervenire con costosi diradamenti, alla ricerca dell’equilibrio.

Anche se, negli ultimi anni, il cambio climatico sta generando la caduta delle acidità, i vini di Tenuta Perano sono caratterizzati da una freschezza particolarmente accentuata, grazie, soprattutto, all’altitudine dei vigneti.

L’idea dell’etichetta del Rialzi è nata da Lamberto Frescobaldi. Il presidente, intento a fare un giro domenicale per Firenze, con la sua moto, fermo al semaforo di piazza Frescobaldi, volge lo sguardo verso il palazzo omonimo, notando lo stemma impresso sulla facciata e decide di proporlo in etichetta. Lo stemma raffigura il leone con l’elmo, che indica lo spirito battagliero della famiglia; la corona indica il legame tra la famiglia Frescobaldi e i regnanti inglesi; la dea con la vela al vento, segno distintivo dei commercianti dall’anno 1100, indica speranza nei buoni affari.

Concludo menzionando una chicca eccezionale e gustosa, tutta toscana. Oltre ai vigneti, la famiglia Frescobaldi possiede 300 ettari di uliveti intorno a Firenze, le cui olive vengono frante, entro 24 ore dalla raccolta, da un frantoio di proprietà. Solo dopo una rigida selezione, l’olio extravergine di oliva, di massimo livello qualitativo, viene selezionato per divenire Laudemio, un nome sinonimo di pregio, che nel Medioevo indicava il raccolto riservato al padrone. Dal profilo organolettico intensamente aromatico e deciso, raccoglie in sé tutte le proprietà del frutto. Dal 1986 Laudemio è un Consorzio fondato da Frescobaldi che, attualmente, vede come presidente Diana Frescobaldi.

 

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