Tenuta Nonno Luigi a Bellosguardo, un altro giovane chef-dottore cilentano che ha deciso di restare
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Tenuta Nonno Luigi
di Valerio Calabrese
Incastonato tra le colline del Cilento interno, in un contesto territoriale puro e incontaminato, l’agriturismo Tenuta Nonno Luigi, nel piccolo comune di Bellosguardo, è un atto di devozione ai monti e alla storia del luogo e di una famiglia.
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Tenuta Nonno Luigi
Giuseppe Croce, per tutti Geppino, ha da poco compiuto trent’anni e la sua storia personale è simile a quella di un’intera nuova generazione di produttori, ristoratori e operatori turistici del Cilento. Una storia che si può riassumere in una parola, presa in prestito dal grande sociologo del Sud Vito Teti, che è “restanza”. La decisione di restare nella propria terra, non per subirla, ma per cambiarla. La decisione di “restare” che si fa militanza, non rinuncia, ma scelta.
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Tenuta Nonno Luigi
Così è stato per Geppino, così è per molti trentenni del Cilento, che da soli stanno cambiando un territorio, dimostrando che attraverso lo studio, il viaggio, la conoscenza del mondo si può poi ritornare e fare le cose in maniera nuova e diversa.
È la storia, ad esempio, di Andrea De Leo che, con una laurea in scienze ambientali a Torino, è tornato a Stio, paese di origine dei genitori, per produrre miele e legumi antichi di altissima qualità (www.laperzana.com). Ancora più potente è la storia di Mario Di Bartolomeo che, con un passato da pugile professionista a New York e una laurea a La Sapienza in tasca, oggi alleva capre e mucche sotto il Monte Gelbison a Vallo della Lucania, producendo formaggi incredibili. O ancora, come non citare Ivan Di Palma, che dopo una laurea in filosofia alla Normale di Pisa ha deciso di rientrare ad Atena Lucana e allevare asini, organizzando cammini slow sui monti, e riprendendo le coltivazioni di grani antichi del nonno. Oggi Ivan offre ospitalità e ristorazione nella sua splendida Domus Otium (www.domusotium.it), fornita di un piccolo centro benessere e di una cucina autentica, dove antiche ricette e prodotti locali si fondono alla perfezione. Per finire – senza voler essere esaustivi – con Antonio Pellegrino, sociologo contadino della coop. Terre di Resilienza (www.terradiresilienza.it), probabilmente il primo a ritornare e “restare” nella sua Caselle in Pittari, nel basso Cilento, e dunque per tutti un punto di riferimento nel territorio cilentano. Sua l’intuizione di fare attraverso l’agricoltura e i grani antichi – o meglio “grani del futuro” – innovazione sociale. Ricostruire comunità disintegrate dallo spopolamento e afflitte dallo scoramento, attraverso la riscoperta di legami antichi come il “cumparaggio” o iniziative di cooperazione comunitaria come la riedizione dell’antico “Monte frumentario” e del “Palio del Grano”, o come l’apertura di un’osteria (Ustaria Rosella) nel piccolo borgo di Sicilì con l’amico fraterno Giuseppe Jepis Rivello, un altro straordinario cervello “restato” in patria. Iniziative che hanno dato lavoro vero a decine di persone, tornando a coltivare aree incolte e facendo rinascere il senso di comunità e appartenza, che non è chiusura campanilistica, ma anzi apertura e integrazione verso l’altro, che arricchisce l’identità locale. Un modo concreto di combattere lo spopolamento, problema atavico di queste terre.
Così anche il nostro Geppino, dopo gli studi alberghieri a Battipaglia e una laurea in Giurisprudenza a Fisciano, non ha resistito al forte richiamo di Bellosguardo e della storia del nonno, tra i primi braccianti politicizzati del territorio, impegnato nelle lotte per la liberazione delle terre dalle servitù padronali. Non è un caso se il ristorante e le camere per gli ospiti sorgono in quella che fu la casa del nonno Luigi.
Ancorata a questa forte radice identitaria, la cucina di Geppino è una dichiarazione di fede a questi ideali, con piatti che raccontano un territorio seguendo le stagioni, con semplicità e forza. Piatti come gli scazzatielli al sugo – pasta fatta a mano tipica di Bellosguardo, poco più piccola di un’orecchietta – oppure i bucatini ammollicati, altro piatto tipico del territorio, rievocano una cucina povera, semplice e antichissima.
![Tenuta Nonno Luigi - Pancetta degli Alburni](https://www.lucianopignataro.it/wp-content/uploads/2018/10/Pancetta-degli-Alburni-e1540833272945.jpeg)
Tenuta Nonno Luigi – Pancetta degli Alburni
![Tenuta Nonno Luigi](https://www.lucianopignataro.it/wp-content/uploads/2018/10/9.jpeg)
Tenuta Nonno Luigi
Tuttavia, la sua anima giovane e contemporanea lo porta naturalmente a cercare innovazioni sia nella cucina che nell’offerta. Con l’utilizzo di prodotti che stanno rinascendo nel territorio cilentano, come lo zafferano, affiancato al caciocavallo podolico, al tartufo, ai peperoni cruschi.
![Tenuta Nonno Luigi - scazzatielli al sugo con formaggio di capra](https://www.lucianopignataro.it/wp-content/uploads/2018/10/scazzatielli-al-sugo-con-formaggio-di-capra-e1540833376504.jpeg)
Tenuta Nonno Luigi – scazzatielli al sugo con formaggio di capra
![Tenuta Nonno Luigi -fagioli di Controne](https://www.lucianopignataro.it/wp-content/uploads/2018/10/fagioli-di-Controne.jpeg)
Tenuta Nonno Luigi -fagioli di Controne
![Tenuta Nonno Luigi - cacio e crusco](https://www.lucianopignataro.it/wp-content/uploads/2018/10/cacio-e-crusco.jpeg)
Tenuta Nonno Luigi – cacio e crusco
![Tenuta Nonno Luigi - Mnestra cu muzzuc. Verdura spersa Con tocchetti di pane raffermo](https://www.lucianopignataro.it/wp-content/uploads/2018/10/Mnestra-cu-muzzuc.-Verdura-spersa-Con-tocchetti-di-pane-raffermo--e1540833638311.jpeg)
Tenuta Nonno Luigi – Mnestra cu muzzuc. Verdura spersa Con tocchetti di pane raffermo
Ma anche attraverso iniziative piuttosto nuove per il territorio: l’Aperitivo Agricolo Cilentano, che da oltre due anni è ormai un appuntamento fisso per i cilentani.
![Tenuta Nonno Luigi](https://www.lucianopignataro.it/wp-content/uploads/2018/10/8-e1540833577512.jpeg)
Tenuta Nonno Luigi
Al posto del prosecco, spumanti del territorio e il finger food che diventa authentic food e ragione per stare insieme, compiendo così il perfetto concetto del km0. Una formula che funziona e raduna giovani del territorio che tornano a vivere l’entroterra cilentano, avvicinandosi al mondo dell’agricoltura di qualità.
![Tenuta Nonno Luigi](https://www.lucianopignataro.it/wp-content/uploads/2018/10/Tenuta-Nonno-Luigi-3-e1540833111447.jpg)
Tenuta Nonno Luigi
![Tenuta Nonno Luigi](https://www.lucianopignataro.it/wp-content/uploads/2018/10/14-e1540833146931.jpeg)
Tenuta Nonno Luigi
Aperto fino nel periodo invernale solo il sabato e la domenica, Tenuta Nonno Luigi è un luogo da non perdere, un posto dove fermarsi per ristorare il corpo e la mente, e da cui magari ripartire per scoprire i tanti piccoli paesini della zona: su tutti il vicino borgo abbandonato di Roscigno Vecchia, la Pompei del XX secolo. Un luogo da scoprire, ma anche un luogo per restare, godendo della pace e della salubrità dell’ambiente, di un ritmo ancora umano, per scrivere una nuova storia collettiva di rinascita e sviluppo.
![Tenuta Nonno Luigi - Rosato di Aglianico e Aglianicone Tenute del Fasanella](https://www.lucianopignataro.it/wp-content/uploads/2018/10/Rosato-di-Aglianico-e-Aglianicone-Tenute-del-Fasanella-e1540833227176.jpeg)
Tenuta Nonno Luigi – Rosato di Aglianico e Aglianicone Tenute del Fasanella
Agriturismo Tenuta Nonno Luigi Bellosguardo
Via Morrone
Tel. 338 7547314